Precisazioni

Briatore tuona sui giovani che non vogliono lavorare o essere pagati: studi dicono il contrario

Ci sono diversi elementi da prendere in considerazione oggi 18 aprile, in merito alle dichiarazioni rilasciate da Flavio Briatore durante l’ultima puntata di Zona Bianca, andata in onda la domenica di Pasqua su Rete 4. In linea con quanto affermato pochi giorni fa da Alessandro Borghese, come vi abbiamo riportato attraverso un altro articolo, l’imprenditore parla di un trend che accomunerebbe tutti i giovani in Italia. Si parla, come al solito, della poca voglia di lavorare o della tendenza a richiedere da subito uno stipendio troppo alto.

Briatore contro i giovani che non vogliono lavorare: servono precisazioni

Come sono andate le cose con Flavio Briatore intervenuto a Zona Bianca? Il noto imprenditore ha denunciato in primis il calo nel mondo del turismo, dovuto al fatto che quest’anno non si sposteranno i russi. Al contempo, però, ha mostrato un certo ottimismo, in quanto dopo tre anni finalmente si muoveranno quelli americani. Ad un certo punto, però, il focus si sposta sui giovani e sui colloqui che sono stati tenuti dai responsabili delle risorse umane delle sue attività.

Stando al video che ci mostra l’intervento di Flavio Briatore a Zona Bianca, l’opinione di quest’ultimo sui giovani e sulla loro propensione ad impegnarsi professionalmente è molto chiara. Grazie al reddito di cittadinanza, infatti, ci sarebbe poca voglia di lavorare da parte loro. Pur evidenziando di garantire da subito uno stipendio importante, che parte da 1.800 euro, fondamentalmente l’imprenditore ritiene che ci siano da subito tante pretese da parte dei giovani.

Non solo stipendi alti, ma anche la scarsa propensione a fare sacrifici. Si parla di weekend a lavorare e di festività che con la ristorazione non si possano trascorrere con amici e parenti. Dunque, per Flavio Briatore i giovani non vogliono lavorare, ma come riporta Il Fatto Quotidiano, i dati Istat e Inps dicono esattamente il contrario. In questi anni, infatti, abbiamo osservato una crescita dei numeri per i lavori stagionali, oltre a quelli a tempo determinato. Tutti in rialzo rispetto al momento dell’introduzione del reddito di cittadinanza.

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