Il servizio ha avuto larga eco soprattutto grazie al web a seguito della larghissima diffusione nei social network, in particolar modo Facebook. Migliaia le condivisioni a dimostrazione che, in tempi di migranti, gli italiani sono particolarmente sensibili al tema dei connazionali in difficoltà.
Un terreno che però si rivela molto fertile per le facili strumentalizzazioni politico-elettorali: una narrazione secondo la quale vi sarebbe, nei fatti, e forse pure nel diritto, una sorta di “preferenza” accordata dai pubblici poteri ai migranti (maggiormente “aiutati” da Stato ed enti locali) rispetto agli italiani, trattati da paria in casa propria, e lasciati sostanzialmente al loro destino.
La pagina Facebook “Mi sto col Vitto” si basa da tempo su simili presupposti “ideologici” e sulla vicenda di Andrea Savoldi ha totalizzato qualcosa come 16 mila condivisioni con un “lancio” improntato al già citato “confronto” tra migranti e italiani
La segnalazione del caso di Andrea Savoldi, ci è giunta alcuni giorni fa, accompagnata da ampi scetticismi. Diciamo subito che si tratta di una notizia vera, tra l’altro verificata e diffusa da un media regionale come Rtb con un servizio impeccabile confezionato dalla giornalista Michela Zani.
Andrea Savoldi è un ex elettricista operato di carcinoma al rene che a causa di una invalidità dell’80 per cento, e di una salute ormai precaria, non è più in grado di lavorare. Gode, si fa per dire, di un assegno ordinario di invalidità; come lo stesso Savoldi spiega nell’intervista, questo trattamento economico viene corrisposto soltanto a chi abbia un passato lavorativo-contributivo. A tale proposito siamo andati a verificare le dichiarazioni di Andrea sul sito dell’Inps ed effettivamente una simile prestazione economica viene erogata soltanto in determinati casi.
Conviene riportare il passo in questione:
CHE COS’È
L’assegno ordinario di invalidità è una prestazione economica, erogata a domanda, in favore di coloro la cui capacità lavorativa è ridotta a meno di un terzo a causa di infermità fisica o mentale.
A CHI SPETTA
Hanno diritto all’assegno di invalidità i lavoratori:
- dipendenti;
- autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri);
- iscritti ad alcuni fondi pensioni sostitutivi ed integrativi dell’assicurazione generale obbligatoria.
REQUISITI
Per ottenere l’assegno sono richiesti i seguenti requisiti:
- riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo a causa di infermità o difetto fisico o mentale;
- almeno 260 contributi settimanali (cinque anni di contribuzione e assicurazione) di cui 156 (tre anni di contribuzione e assicurazione) nel quinquennio precedente la data di presentazione della domanda.
Non è richiesta la cessazione dell’attività lavorativa.
QUANDO SPETTA
L’assegno ordinario di invalidità decorre dal 1° giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda se risultano soddisfatti tutti i requisiti, sia sanitari sia amministrativi, richiesti.
È compatibile con l’attività lavorativa ed ha validità triennale.
Può essere confermato su domanda presentata dall’interessato entro la data di scadenza.
Dopo tre riconoscimenti consecutivi, l’assegno di invalidità è confermato automaticamente, ferme restando le facoltà di revisione.
L’assegno ordinario di invalidità, al compimento dell’età pensionabile e in presenza di tutti i requisiti, viene trasformato d’ufficio in pensione di vecchiaia.
QUANTO SPETTA
L’importo viene determinato con il sistema di calcolo:
- misto (una quota calcolata con il sistema retributivo e una quota con il sistema; contributivo);
- contributivo, se il lavoratore ha iniziato l’attività lavorativa dopo il 31.12.1995.
Insomma, le dichiarazioni fornite da Andrea sul punto coincidono con quello che dice l’Inps: di conseguenza i pochi euro percepiti dall’operaio sono il frutto non di una regalia da parte dell’ente previdenziale, ma di un certo numero di anni di lavoro con annessi contributi versati.
Ci sono state segnalate comunque delle “incongruenze” nei numeri riportati nel servizio. Sulla base di ciò che a noi risulta i 480 euro rappresentano l’importo che Andrea dichiara di percepire in “toto”, 390 euro sono i soldi sborsati dall’operaio per soggiornare in una delle pensioni presenti a Brescia e i 280 euro dichiarati nel cartello mostrato nel video dovrebbero essere i soldi percepiti da Andrea come assegno mensile che, per l’anno 2016, è pari a 279,47 euro.
Parliamo, comunque, di pochi spiccioli e abbiamo compiuto un lavoro di verifica soltanto per rispondere ai “rilievi” che ci sono stati segnalati. Attualmente il caso di Andrea viene seguito dal gruppo Facebook Vox Populi che, tra l’altro, sta organizzando delle cene, a contributo fisso, con l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare a persone in difficoltà nella provincia di Brescia e dintorni. L’amministratore del gruppo è stato da noi contattato su Facebook per fornire qualche ragguaglio sulla situazione di Andrea, ma non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione (anzi, diciamo che non ha proprio risposto al nostro invito).
Al di là degli aspetti tecnici, sul perché di poche decine di euro in più o in meno, ci pare rilevante dar conto delle reazioni dei internauti, prese qua e là su Facebook, a commento della vicenda. Abbiamo avuto naturalmente cura di proteggere la privacy di queste persone, ma i contenuti sono facilmente intuibili:
Ce n’è per tutti: il termine “prete”, ovviamente usato in senso dispregiativo, viene riservato a Papa Francesco, gli stranieri, presumibilmente di religione musulmana, vengono definiti “talebani”, il sindaco di Brescia e il presidente del Consiglio vengono più volte, ruvidamente, chiamati in causa, così come sono numerosi i riferimenti alla presunta “mollezza” degli stessi italiani incapaci di reagire di fronte a una situazione politica ed economica ormai insostenibile.
Commenti tra tanti, nemmeno tra i più violenti.
Quando ormai ci avviamo a completare questo pezzo apprendiamo del felice epilogo del caso Savoldi: il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, è intervenuto sul gruppo Facebook “Vox Populi” per dire che Andrea è stato preso in carico dai servizi sociali:
Vicenda risolta, quindi? Sembrerebbe di sì. A restare nelle arene virtuali soltanto la rabbia di molti cittadini e le facili strumentalizzazioni di qualche abile caporione del web.
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