Bambino di 10 anni usava il tablet in negozio per fare i compiti, il negoziante gliene dona due: una volta tanto possiamo confermare il lieto fine di una notizia.
Ancorché notizia datata, abbastanza datata.
Parliamo infatti di novembre 2019, quindi prima dell’accertamento della diffusione di COVID19.
Questa vicenda quindi abbia avuto risalto solo in questi mesi, a cagione del collegamento con le difficoltà degli studenti in DAD durante la pandemia, ma non ha legami con la pandemia, come vedremo.
Nasce tutto da un Tweet datato 13 Novembre 2019, che ritrae un bambino con zainetto arancione e una borraccia bianca (probabilmente abituato a lunghi percorsi da casa a scuola) che armeggia con un tablet in esposizione in un chiosco al locale centro commerciale.
Il bambino di 10 anni usava il tablet in negozio per fare i compiti, si è scoperto, col benevolo consenso dell’esercente, essendo di famiglia povera e senza accesso ad Internet neppure per via cellulare.
Internet che, anche in tempi prepandemici ha sostituito l’uso delle fotocopie da enciclopedie cartacee di proprietà e biblioteche e appunti negli stessi.
Cosa che nei commenti al tweet originale i “predicatori del Bene” sui social non hanno stentato a far notare, omettendo che probabilmente un bambino povero di dieci anni della periferia di Recife non detiene un’enciclopedia di famiglia e assai probabilmente non avrebbe accesso ad una biblioteca.
Anche per questo quando la vicenda è arrivata ai telegiornali nazionali, ogni dettaglio ha dato un quadro sempre più completo.
Il piccolo Guilherme S. è l’ultimo di quattro figli, studente di quinta elementare presso la scuola municipale Abílio Gomes. Scuola che ha a disposizione dodici tablet per 278 studenti.
Problema molto grave per il piccolo Guilherme, descritto dai parenti come ragazzino appassionato dallo studio che, non avendo altre risorse, aveva deciso di recarsi al centro commerciale per terminare le sue ricerche e accedere al mondo dell’informazione mediante il tablet da esposizione.
Tutto è bene quel che finisce bene, o quasi: il piccolo ha ricevuto in dono due tablet per la sua famiglia (con manutenzione a carico della catena di negozi), ma la madre è assai preoccupata per l’enorme esposizione mediatica che la combinazione di Twitter, catene WhatsApp e il passaggio televisivo hanno dato alla vicenda.
Motivo per cui, pur essendovi gli estremi del bambino negli articoli, almeno noi abbiamo preferito evitare di darne il cognome. E confidiamo che non tradirete la fiducia della madre, vero?
Inoltre, a seguito della diffusione della notizia, una gara di solidarietà partita un vicino di casa ha consentito una raccolta fondi per munire la famiglia di una connessione ad Internet
“Dice sempre che vuole studiare per dare a sua madre un futuro migliore. Nel mondo in cui viviamo oggi, vediamo tanti bambini coinvolti in crimini e sono atteggiamenti come quello di Guilherme che ci danno speranza. Ci ha insegnato che essere poveri non è una scusa per non studiare. Quando vogliamo qualcosa, lo inseguiamo e lo prendiamo”
Ha dichiarato il vicino per giustificare il suo gesto.
Il Dipartimento di Istruzione di Recife ha altresì annunciato che l’informatizzazione e il potenziamento degli strumenti di studio sarebbero stati la loro priorità.
E in un certo senso Guilherme è stato apripista.
Non male per la storia per cui un bambino di 10 anni usava il tablet in negozio per fare i compiti.
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