Bufala

Bozza di accordo Quadro Governo-Regioni per il recepimento delle direttive nazionali post COVID19 in Lombardia – ancora bufale a mezzo WhatsApp

L’infodemia ha delle forme assai insidiose. A volte confinanti coi più perversi meccanismi mentali che sono costati all’italiano medio l’accusa di essere facilmente penetrabile dalle bufale.

Ricorderete tutti la tristissima saga della Catena di S. Antonio priva di alcuna fonte che fissava, in modo del tutto arbitrario, un calendario delle attività produttive da riprendersi.

Catena dapprima manifestata nella forma di un elenco di attività produttive da riaprirsi, poi in una finta comunicazione istituzionale con l’identico contenuto copincollato su carta intestata a imitazione di una direttiva ministeriale, e, per finire, in un’ultima e finale forma che ricalcando il contenuto, millantava di contenere “IPOTESI delle parti sociali” punteggiate dell’equivalente bufalaro del “Pensiero mio” apposto in calce alle bufale più atroci.

Tocca ora a questo testo, una Bozza di accordo Quadro-Governo Regioni per il recepimento delle direttive nazionali post COVID19 in Lombardia, falsa come una banconota da tre euro e mezzo, ottenuta copincollando la bufala precedente con qualche data cambiata su un logo della Regione Lombardia.

Beninteso, vi avevamo messo in guardia il 10 Aprile 2020, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in una lunga diretta aveva annunciato che, con una proroga delle misure restrittive al 3 Maggio non è ancora possibile iniziare una calendarizzazione della ripresa.

Bozza di accordo Quadro-Governo Regioni per il recepimento delle direttive nazionali post COVID19 in Lombardia – ancora bufale a mezzo WhatsApp

Bozza di accordo Quadro-Governo Regioni per il recepimento delle direttive nazionali post COVID19 in Lombardia – ancora bufale a mezzo WhatsApp

E invece no: è bastato assemblare una bufala così grossolana da essere chiaramente riconoscibile come un falso da spingere la Regione Lombardia a dover distrarre tempo e risorse per smentire una grossolaneria che vi esibiremo col logo “FAKE” stampigliato sopra per non suscitarvi pensieri emulativi

Nel corso della giornata le segnalazioni sulla finta bozza sono state così tante da spingere Regione Lombardia a smentire ufficialmente ogni accordo: “È un documento infondato che non ha alcun tipo di costrutto”, ha tagliato corto in diretta Facebook l’assessore al Bilancio della Regione, Davide Caparini.

Sarebbe bastato quindi verificare le fonti ufficiali: ma l’infodemia è un male oscuro ed insidioso.

Nuova forma per una stessa bufala – Bozza di accordo Quadro-Governo Regioni per il recepimento delle direttive nazionali post COVID19 in Lombardia

È un problema che conosciamo da sempre: Tizio crea una bufala, la diffonde su WhatsApp come semplice testo. I Debunker gli fanno notare di aver scritto una bufala.

Tizio potrebbe ammettere la sua colpa, mollare il colpo e smettere di condividere. E invece no! Quando Tizio legge che il debunker ricorda di rivolgersi alle fonti ufficiali, con sprezzo del pericolo e disprezzo della legge, falsifica le fonti ufficiali.

Si procura i loghi di una comunicazione ufficiale e, armato di Photoshop, Word, corsivi buttati nel testo a membro di segugio e finto legalese, riformatta la stessa identica bufala nella sua immagine mentale di una comunicazione istituzionale.

E ci è andata pure bene: abbiamo visto bufale ricondivise stampando il testo su un foglio di carta per poi fotografarlo e ripubblicarlo dopo averlo spiegazzato, o dopo averle trasformate in una coloratissima infografica.

Ed abbiamo visto, in una perversa forma di feticismo della bufala, le stesse persone richiederci più volte lo stesso fact checking della stessa bufala con motivazioni riassumibili in

Quella di prima erano parole scritte, questo è un testo stampato quindi se non fate l’antibuffala vuol dire che non è buffala ma verità e non ce lo volete dire

Quella di prima erano parole stampate, queste sono parole professionali su una grafica colorata, quindi le ha fatte l’importante scienziato professionale che le distribuisce gratis e a voi vi pagano e non siete professionali!

A parte il fatto che nessuno ci paga, anzi vi ricordiamo che per tutto questo mese la pubblicità sul sito sarà devoluta alla Croce Rossa mediante l’iniziativa #restoinhome, bisogna essere quel genere di berciante analfabeta funzionale che ridefinisce il concetto stesso di Analfabetismo Funzionale per pensare che una colorata infografica o una imitazione dei loghi ministeriali rendano una bufala verosimile.

Noterete come si tratta dello stesso testo di cui abbiamo parlato questa mattina, errori ortografici compresi, copincollato male in un testo che scimmiotta una comunicazione ufficiale, comprese grottesche imitazioni delle firme digitali con errori di battitura incorporati.

L’#infodemia ci preoccupa: più che chi crea bufale, ci preoccupa che sembra desiderare credervi con tutte le forze.

Sì, ma io che male ho fatto a condividere? Perché te la prendi con me?

Perché male ne hai fatto. E anche molto. Se il Governo sapesse, anzi potesse calendarizzare l’uscita dal #lockdown, l’avrebbe già fatto.

E se qualcuno vi prendesse in parola? Se per un qualsiasi motivo l’inizio della riduzione graduale delle misure di #lockdown fosse rimandato perché tutti coloro che hanno ricevuto le vostre “ipotesi” invece decideranno di darvi retta, di fatto disperdendo e danneggiando il lavoro di mesi.

Se qualcuno comincerà a ritenere una Catena di S. Antonio più affidabile delle indicazioni ministeriali solo perché più “favorevoli”, costringendo le autorità a consumare tempo e risorse per riparare alla vostra faciloneria. Ci danneggiate tutti.

Quindi, per favore, con le buone o le cattive, smettete di condividere Catene di S. Antonio. Non servono a nulla se non a recar danno.

 

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