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Book 8088, il retrolaptop uscito dagli anni ’80 che (forse) vorrete anche voi

Tutti pazzi per Book 8088, o almeno questa è l’aria che si respira nella comunità del retrocomputing. Ammettiamolo, nonostante molti di quelli che ci leggono sono abituati al “PC con MS-DOS” come strumento di lavoro, ormai un IBM PC compatibile è una botta di nostalgia, e il Book 8088 è il nuovo apripista di una politica di nostalgia venduta a caro prezzo.

Book 8088, il retrolaptop uscito dagli anni ’80 che (forse) vorrete anche voi (fonte Aliexpress)

Con circa 300 euro (ma se trovi lo sconto giusto puoi togliere dal prezzo finale dai 20 ai 40 euro) potrai infatti metterti in casa un portatile costruito dalla DZT in Cina, basato sul processore 8088 (o un NEC V20, a seconda delle disponibilità) e in grado di replicare più o meno perfettamente (ma come vedremo, con qualche intoppo) il comportamento del PC IBM 5150, ovvero l’originale IBM PC.

Un po’ di storia

L’IBM PC 5150 è stato la base dell’intero standard “PC Compatibile”. Se state leggendo queste parole da un PC con Windows 10/11 con un processore Pentium Core o AMD, state di fatto usando un discendente dell’architettura nata col primo IBM PC e immediatamente diffusa in diversi cloni commerciali e “assemblati” (ovvero costruiti in negozio o dall’utente comprando le varie parti necessarie).

IBM PC 5150 con monitor, fonte Wikimedia

Un altro nome per la famiglia dei PC Compatibili è la linea x86: in realtà si tratta di una sineddoche: x86 è la linea di processori partita dall’8086 e attualmente culminata nei Pentium, successori appunto dell’80486.

In realtà né il PC 5150 e neppure i suoi cloni (e neppure quindi il Book 8088) usano l’originale 8086, ma la sua versione “a riduzione di costi”, l’8088, compatibile con un bus a 8 bit e che quindi poteva essere usata in computer che “riciclassero” le parti già commercialmente disponibili.

Il PC 5150 cominciò la grande epopea del PC Compatibile, i cui discendenti funzionano ancora oggi.

L’importanza nel retro

Sostanzialmente, puoi giocare con qualche accorgimento a giochi usciti negli anni ’80 con computer successivi. Un gioco uscito per un 8088 potrebbe aver bisogno di programmi per rallentarlo abbastanza da poter funzionare su un 486 o uno dei primi Pentium, chi ha usato computer 386 e 486 ricorderà sulle carrozzerie il tasto “Turbo”, che consentiva di attivare una modalità a velocità ridotta per consentire a programmi creati su un 8088 di funzionare alla velocità richiesta.

Col passaggio ad architetture a 32 e 64 bit i giochi e i programmi del passato sono stati tagliati fuori, salvo soluzioni emulative, come DosBox, “motore” di diversi pacchetti di gioco per PC moderni ma contenenti giochi vintage venduti sulle piattaforme GOG e Steam.

Il che ci porta alla ricerca nel purista dell’hardware originale, o qualcosa che ci vada assai simile.

Book 8088, il retrolaptop uscito dagli anni ’80 che (forse) vorrete anche voi

Entra ora in scena Book 8088, una riproduzione moderna dell’iconico PC 5150, il PC XT originale. O almeno, una riproduzione tanto buona quanto si può ottenere replicando parti vecchie di quaranta anni (e usandone anche) e restando nei limiti dei 300 euro di costo.

Un tuffo in tutta l’esperienza degli anni ’80, traducibile in un computer costoso (o almeno, siamo in una fascia di prezzo da Nintendo Switch) che richiede comunque una certa esperienza per affrontare una serie di inevitabili problemi che l’informatica da allora ha risolto e con qualche sbavatura.

Come abbiamo visto per il Commodore 64 è possibile con la tecnologia attuale ricostruire in FPGA una replica completamente funzionante di un computer vintage, costruire una copia vintage installando chip d’epoca (o loro riproduzioni) su una mainboard riprodotta o una via di mezzo. Il Book 8088 è una via di mezzo.

Book 8088, fonte Aliexpress

Un processore 8088 (o il NEC v20, processore compatibile con l’8088 con minime differenze che però possono pesare sul purista e su alcune scelte), un chip audio Yamaha OPL3 e un chip video CGA della Motorola (il Motorola 6845) provengono direttamente dal passato, piazzati su una scheda madre dove tutto il resto è ricostruito mediante CPLDs, come gli FPGA ma più semplici.

Perfeziona il tutto un display LCD, degli altoparlanti incorporati e una carrozzeria nera traslucida con sportellini per provvedere alle poche “espansioni” possibili, anche se di pregio.

Ti è data la possibilità di sostituire l’8088 (o NEC v20) con altro processore compatibile con l’8088 (nella pratica, altre revisioni dell’8088 e del v20), aggiungere un coprocessore 8087 (all’epoca il coprocessore matematico si pagava a parte), togliere o rimettere il chip audio Yamaha (che restituisce un audio pari ad un gracchiante AdLib dell’epoca) e inserire una scheda Compact Flash che sostituisce il disco fisso. O le memorie di massa in generale.

Il che ci porta a dover affrontare con onestà alcuni problemi.

I punti deboli (e i punti forti)

Il PC IBM 5150 arrivava solamente con uno o due lettori floppy di fabbrica: avere un disco fisso, sia pure a stato solido con una desueta Compact Flash (nota per essere usata nelle macchine fotografiche da ormai vent’anni, ma ancora usata e reperibile) è comunque un enorme vantaggio, ma appena uscito dallla scatola il Book 8088 non ha molte opzioni.

Le memorie di massa disponibili (e qualche intralcio coi drivers)

In assenza di memorie di massa hai due modi per copiare programmi sul Book 8088: estrarre la Compact Flash e copiarvi sopra con un PC, usando un file system supportato dalle vecchie versioni di DOS che vi girano (quindi sei bloccato in FAT16) oppure usare una pennetta USBm, naturalmente idoneamente formattata.

E qui le recensioni cominciano a mostrare i primi problemi: come ricorderà chi ha vissuto l’età “eroica” prima di Windows 95, il Plug&Play era un sogno. Nessuno ti installava i driver giusti da Internet ogni volta che attaccavi cose mediante USB al tuo PC, e il Book 8088 è fedele su questo.

Preinstallati ci sono dei drivers per usare la porta USB prevista con un pendrive, ma quei driver hanno dato problemi al collaudatore, che ha dovuto procurarsi una versione adatta al processore NECv20.

BIOS, sistema operativo e remore morali

Cosa che naturalmente gli ha richiesto acquistare un adattatore per leggere la Compact Flash sul suo PC. Compact Flash contenente versioni non più commercialmente reperibili di MS-DOS 6.22 e Windows 3.0.

Per carità, non penso nessuno le venderebbe più, ma proprio per questo due dubbi sull’eticità dell’operazione per un’istante ti vengono. Prima di ricordare che anche all’epoca il floppy “di provenienza non certa” (dico meglio: copia pirata spesso anche infestata da virus) era una costante, tanto da essere citato in un episodio di Young Sheldon.

Così facendo, tutto è andato a posto: operazione che per i più nostalgici porterà ai pomeriggi passati a caricare driver, pasticciare con le schede sulla mainboard e col BIOS, ma forse metterà alla prova i nervi del “nuovo appassionato”.

Zoccolo per processore, coprocessore e BIOS dell’8088, fonte Arstechnica, A. Cunnhingham

Al riguardo del software, ci tocca rilevare che il BIOS (antenato di UEFI) proviene dal progetto OpenSource 8088 di Sergey Kiselev, ma per costernazione dello stesso modificato per rimuoverne gli estremi e i riconoscimenti.

Kiselev ha espresso le sue doglianze al recensore di Ars Technica, ma ha comunque deciso di supportare il Book 8088, e mentre scriviamo è già disponibile un BIOS “Made by Kiselev” con funzioni aggiuntive. Che però richiede programmarsi un chip in proprio e inserirlo, dato che non vi è modo di farlo dal Book 8088 (negandovi l’esperienza di inserire un floppy con l'”aggiornamento BIOS” e pregare di non “bricckare”, ovvero mandare in crash rendendo necessario reperire una nuova ROM dal produttore), comprando quindi un programmatore esterno.

Dov’è il mio mouse? Problemi di comunicazione

Il Book 8088 presenta infatti un’anticlimatica mancanza di porte di comunicazione: mentre sull’originale IBM PC avevi almeno il floppy, la porta seriale e la parallela, una porta per la tastiera e la porta CGA per il monitor qui hai solo la CF/Disco Fisso, il pendrive/”secondo disco fisso ma non di avvio”, rigorosamente non plug&play ma da inserire prima dell’accensione, e una serie di pin cui attaccare una daughterboard esterna, nuda e cruda, con spazio per tre slot ISA e alimentata dallo stesso alimentatore usato per ricaricare il Book 8088 (quindi o compri un altro alimentatore compatibile, o non puoi caricare il Book 8088 mentre usi le schede).

La “nuda” scheda breakout ISA, fonte LGR

Il che significa che allo stato “naturale” il Book 8088 nasce e finisce lì. Se vuoi un mouse devi attaccare una porta seriale alla daughterboard esterna e attaccare un mouse d’epoca, se vuoi provare l’emozione di un monitor CRT ti tocca procurarti una scheda video ISA e così via: specialmente l’assenza di un mouse si fa sentire con Windows 3.0 e i (pochi) giochi che lo supportavano. Per molti altri a farsi sentire è l’assenza di un joystick, ma anche all’epoca i fortunati con un joystick collegato alla Soundblaster erano pochini e bisognava accontentarsi della tastiera.

Audio, video e qualche minuzia

Tastiera che è di fatto una tastiera da microlaptop riadattata. Il che significa avere diversi tasti inattivi o con serigrafie errate. I tasti del volume sono solo cosmetici: hai di fatto due opzioni. Volume al massimo o nessun volume, fine. I recensori concordano su casse piccole e gracchianti, ma almeno puoi collegare delle cuffie e mitigare il problema scegliendone un paio col volume.

Anche il monitor è un panello LCD a colori senza scelta per modificare la luminosità, e invero descritto come “slavato”. Puoi anche qui modificare l’inverter cambiando una resistenza per avere una luminosità e una resa cromatica diversa, ma quanti utenti occasionali si imbarcherebbero in dissaldare da un oggetto pagato 300 euro una resistenza a superficie più piccola di un’unghia?

Nulla da dire per carità sulla sezione video in sé: è una CGA, consistente con l’epoca. Resta il fatto che anche trovando un monitor CGA o un multiformato con supporto RGBi (come un JVC o un SONY PVM, ma non limitato ad essi) non avete l’uscita per collegarlo, quindi non vi resta che munirvi di saldatore o cimentarvi con l’impresa di provare una scheda video esterna sulla funzionale ma precaria daughterboard.

Dicevamo che è possibile aggiungere un coprocessore matematico: ma aggiungere un 8087 aumenterà il consumo energetico, e quindi il calore prodotto macchina. Alcuni commentatori hanno definito eccessivo il calore sviluppato dalla combinazione, con quello che comporta in costumi.

Contando che proprio perché accessorio opzionale dell’originale PC IBM pochi giochi lo supportano, si potrà farne a meno.

Alla prova dei fatti

Se hai superato queste difficoltà, complimenti: sei negli anni ’80. Quasi.

Vi abbiamo detto che una delle cose che l’hobbista cerca nelle soluzioni hardware è la compatibilità al 100%. Chimera già lontana a quei tempi, ma se sperate che un Book 8088 sia indistinguibile dall’IBM 5150 lato software, potreste essere delusi.

Una serie di benchmark dimostrano che è più veloce rispetto all’originale: cosa che come abbiamo detto potrebbe darvi dei piccoli problemi. “Demo” (programmi che mostrano testo, video e immagini in modo artistico per mostrare le capacità del computer) particolarmente schizzinose come Area 5150 sono state provate dal collaudatore di Ars Tecnica mandando in crash il sistema.

Parliamo comunque di programmi assai schizzinosi, assai probabilmente riuscirete a far partire qualsiasi gioco scritto per PC XT senza troppi problemi.

E anche in passato abbiamo visto giochi fatti per un 8088 girare sui compatibili 286, 386 e 486 con qualche piccolo accorgimento per “rallentarli”, non è un problema così grave. Ma va rilevato per coloro convinti che “Ah beh, compro un Book 8088 e avrò l’esperienza PC XT originale in palmo di mano”.

Iniziamo quindi a compilare la lista dei pro, dei fattori a vantaggio, ma anche di quelli a svantaggio.

Pro

  1. Non troverete un altro PC XT “nuovo sul mercato”
  2. Il servizio clienti si è dimostrato nelle prove sul campo di Ars Tecnica incline a fornire supporto e materiale, nonostante la barriera linguistica
  3. La “daughterboard” esterna consente di sperimentare con le schede di espansione originale rimaste dai vostri vecchi PC
  4. Arriva con Windows 3.0 ed MS-DOS 6.22, ma potete installare una qualsiasi versione di DOS o sistema operativo supportato dal PC XT e divertirvi

Contro

  1. Il prezzo da 300 Euro circa potrebbe relegare il prodotto nella categoria “per veri appassionati”: l’utente occasionale potrebbe preferire soluzioni emulative
  2. Al prezzo già elevato di 300 l’utente più “serio” vorrà aggiungere schede di espansione per la daughterboard ISA, un programmatore EEPROM per installare l’ultima versione dell’8088 BIOS ufficiale e una collezione dei nuovi giochi disponibili sul mercato per DOS, aumentando quel prezzo
  3. Il fattore di forma richiede evidenti sacrifici, come una tastiera moderna e di piccole dimensioni riadattata non sempre perfettamente allo standard XT e un monitor LCD non proprio brilante
  4. Niente da dire sulla scheda audio, in diversi test le casse sono state descritte come gracchianti e rumorose e non vi sono controlli per il volume, spingendovi all’uso di cuffie col controllo di volume esterno
  5. Dal punto di vista etico, trovarvi davanti copie di MS-DOS 6.22 e Windows 3.0 potrebbe farvi storcere il naso. Ma sappiamo entrambi che siete vissuti nell’epoca in cui la pirateria era onnipresente: anche così un coinvolgimento diretto di Kiselev, autore del bios Open 8088 usato nel progetto sarebbe stato cosa assai gradita, contando che lo stesso vi fornisce un BIOS ancora più performante da usare
  6. Come molti prodotti degli anni ’80, potrebbe richiedere degli smanettamenti per funzionare al meglio
  7. La porta USB usabile solo in modalità “disco emulato”, unita all’assenza di porte seriali e parallele, vi sbarra la possibilità di collegare accessori come un floppy disk esterni, mouse o tastiere più simili a quella di un desktop, menomando l’esperienza finale
  8. Allo stesso modo pesa l’assenza di un connettore CGA e la capacità di uscire ad esempio su un monitor CRT.

Conclusione

Se siete seriamente intenzionati al tuffo nella fantasia e avete 300 Euro di budget, potrebbe essere un interessante giocattolone da possedere. Altrimenti, in una fascia simile di prezzo, ricordiamo che nel mercato dell’usato sono ancora disponibili laptop come il Toshiba Libretto e altre soluzioni di dimensioni più o meno contenute con processori 386 e 486, in grado con minimi aggiustamenti di garantire la vostra botta di nostalgia.

Se quindi avete un vecchio portatile in casa, potreste considerare prima di cominciare a risparmiare i 300 euro per un Book 8088 di acquistare il necessario per rianimarlo, solitamente con un adattatore che consenta l’uso di una compact Flash o un disco SSD di dimensioni contenute al posto del disco fisso ormai decotto e una batteria di terze parti.

Qualsiasi cosa dal citato Toshiba Libretto fino ai primi Pentium potrebbe diventare un “Computer da gaming Retro” con la possibilità di accessoriarlo con joystick d’epoca, display esterno e collezioni di giochi su floppy.

David “8bit guy” Murray, autore peraltro di diversi nuovi giochi per PC compatibili vintage, ha dedicato un intero video alla scelta del laptop retro ideale nel 2016, prima che arrivasse in scena il Book 8088.

Un vecchio portatile Compaq, probabilmente una scelta maggiormente “pronta all’uso” rispetto al Book 8088, By Łukasz Karolewski – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=28599016

Tutti questi se portano quindi alla domanda: volete un tuffo nella nostalgia? Se sì, guardate cosa avete in cantina. Se avete un vecchio portatile (ma anche un PC fisso abbandonato in uno scantinato, cosa assai più probabile) dal 386 fino alle prime generazioni del Pentium, dategli un’occasione, ripararlo spesso richiederà solo un disco fisso allo stato solido e un kit di pulizia per il lettore floppy integrato.

Se non lo avete potete considerare l’idea di dare un’occasione al Book 8088, senza però cedere all’isteria che lo vede la seconda venuta dell’originale PC XT in questo mondo. Dovrete accettare qualche limitazione e qualche compromesso fisico, a tratti etico, come contraltare per il divertimento.

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