«Bonaccini, governatore dell’Emilia: “No telecamere in case famiglia”, non volete farci vedere la straordinaria gestione dei bambini?»
L’editoriale pubblicato nelle ultime ore sul totale fallimento del benaltrismo che su Facebook divide et impera ritorna oggi, 31 luglio, con uno screenshot dal contenuto maldestro, fuorviante, confusionario e sicuramente frutto di un utente che ha bisogno di rimettere ordine tra le proprie sinapsi. Lo si dice senza l’intenzione di offendere, perché quanto scriviamo è descrittivo: il testo pone sullo stesso piano due realtà diverse, cronologicamente distanti e altrettanto eterogenee anche in termini di significato.
Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna: “No alle telecamere nelle case famiglia, non vogliamo il Grande Fratello”. Non capisco. Perché non volete farci vedere lo straordinario modello dell’Emilia nella gestione dei bambini?
Una maldestra semplificazione
Con una scontata semplificazione, chi scrive il post crea un parallelismo tra le dichiarazioni di Stefano Bonaccini e i fatti di Bibbiano, un topic che oggi ritorna parzialmente alla ribalta non tanto per gli sviluppi dell’inchiesta, quanto per la disinformazione che appesantisce una vicenda già complicata. Ciò che l’autore del post ignora – o finge di farlo nella sua indigenza di click – è che Bonaccini fece una tale dichiarazione nel febbraio 2019 e si riferiva ad altri casi.
Il post, infatti, riporta un link a un articolo di Repubblica pubblicato il 22 febbraio 2019 che informava su una dichiarazione del governatore dell’Emilia in merito alle violenze perpetrate in una casa di cura di San Benedetto Val di Sambro, nella quale si registrarono maltrattamenti ai danni degli anziani ospiti della struttura, con episodi di abusi sessuali.
Le videocamere
In quella triste occasione la Regione aveva ricevuto pressioni per l’installazione di videocamere all’interno delle case famiglia anche dal consigliere della Lega Daniele Marchetti (pressioni che in quel contesto indicavano esclusivamente le strutture destinate agli anziani), ma un intervento del governatore Stefano Bonaccini e dell’Assessore alla Sanità Sergio Venturi aveva negato tale possibilità.
Lo diceva Bonaccini:
Non possiamo vivere in un mondo dove un Grande Fratello ti controlli 24 ore su 24, abbiamo un elemento che si chiama privacy. Noi riprendiamo le parole del procuratore capo Amato, anche i famigliari diano una mano a dare una stretta più forte sul tema dei controlli. Serve il coinvolgimento più largo possibile.
Venturi aggiungeva:
Se avessi mia madre in una casa famiglia non vorrei telecamere che la riprendessero. In regione abbiamo 500 case famiglia. Considerando sei telecamere stiamo parlando di 6.000 telecamere. E chi guarderebbe 6.000 telecamere 24 ore su 24?. Le telecamere non si possono installare perché la legge non lo permette, e noi siamo abituati a rispettare le leggi prima ancora di ciò che pensiamo in merito alle singole questioni.
La risposta di Bonaccini e Venturi, in sostanza, proponeva un’intensificazione delle verifiche preventive con una stretta sulle “aperture facili” delle strutture, per evitare le quale si chiedeva un cambiamento della norma nazionale, come possiamo leggere in una nota pubblicata il 22 febbraio 2019 sul sito istituzionale della Regione Emilia. Si aggiungeva, inoltre, che la Regione avrebbe agito da sé qualora la norma nazionale non avesse apportato modifiche.
La commissione d’inchiesta
Sul caso degli affidi illeciti di Bibbiano lo stesso Bonaccini si è pronunciato 4 giorni fa, il 27 luglio:
È la Regione Emilia-Romagna la prima che vuole verità e chiarezza sulla vicenda della Val d’Enza. L’istituzione della commissione d’inchiesta rappresenta un’assunzione di responsabilità da parte della politica, segnale che io stesso avevo chiesto invitandola a non dividersi sui bambini. Ringrazio quindi l’Assemblea legislativa che ha accolto l’invito a dare un contributo di ulteriore chiarezza, in primo luogo nell’interesse esclusivo delle famiglie e dei bambini alle prese con una vicenda drammatica, e poi di tutto il sistema di servizi a tutela dell’infanzia.
Il consiglio Regionale dell’Emilia Romagna, infatti, ha istituito una commissione d’inchiesta sul tema della tutela dei minori, proprio su decisione di Bonaccini.
Perché disinformazione e acchiappalike?
Parliamo di disinformazione e acchiappalike, dunque, per sottolineare il tentativo maldestro di fare ancora del benaltrismo su una vicenda sulla quale si sta ancora indagando, e non solo: chi ha scritto il post da noi preso in analisi pone sullo stesso piano due casi diversi (abusi sugli anziani e inchiesta Angeli e Demoni), creando tra loro il collante della dichiarazione di Bonaccini sull’installazione di videocamere nelle case famiglia, dichiarazione che risale al febbraio 2019 e che interessava un’altra indagine.
Gli autori di questi post non amano quei bambini
L’autore del post, come tantissimi altri utenti, dimostra il suo totale disinteresse verso i bambini, che restano le uniche vittime dell’inchiesta più abusata dell’ultimo mese. Vittime anche dei mendicanti del web, a loro insaputa.
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