Bombe sul teatro di Mariupol: in quella Mariupol martoriata dalle bombe russe che abbiamo già visto non risparmiare donne e bambini. Ma anche dalla martellante propaganda negazionista di quel Cremlino che ha reso illegale la parola “guerra” per sostituirla con la sanificata “Operazione speciale”. E dall’infinito corteggio di sicofanti virtuali che affollano ogni outlet di notizie, compreso il nostro, armati di link di dubbia imparzialità e fake news per negare quelle bombe e quelle morti. Cancellando quindi quelle vite ancora una volta.
Succede che a Mariupol è stato bombardato un teatro, il “Mariupol Drama Theater”. Pieno di civili.
Una strage cinica e deliberata, secondo le autorità cittadine, che ha colpito un luogo di cultura usato come riparo per donne e bambini (essendo gli uomini impiegati nella difesa militare).
Ovviamente, è già scattato il rimpallo di responsabilità, coi russi che accusano il Battaglione Azov, promosso a “spauracchio ufficiale” del blocco filorusso, da invocarsi come la carta “Cambio il giro” di UNO non appena la discussione sulla guerra verte sulle atrocità commesse nella stessa.
La versione postmoderna dell’urlo stentoreo “Ellefoibbe?!?!” del noto personaggio televisivo “Vichi di Casapau” ogni volta che la discussione rischiava di impantarsi.
Del resto, proveniente dalle stesse autorità russe che avevano negato il bombardamento dell’ospedale.
E che si arricchisce di un nuovo elemento. Prove satellitari evidenti che chiunque abbia scagliato quelle bombe sul teatro di Mariupol non poteva non conoscerne il contenuto.
Era letteralmente scritto a caratteri cubitali nel cortile.
La rete satellitare Maxar Technologies ha infatti diffuso immagini del teatro prima del bombardamento dall’alto. Bombardamento poco compatibile con la teoria di “fuoco amico” di chi una flotta aerea non ce la ha (quantomeno, non all’altezza neppure dell’azione) ma compatibile con la versione diffusa dalle autorità locali di una bomba scagliata da un caccia russo.
Caccia Russo probabile responsabile che non può non aver visto la seguente scena.
L’enorme, colossale, cubitale scritta “Bambini” in cirillico, lasciata lì per confidare nel buon cuore dei bombardieri russi sperando che si astenessero dal colpire un obiettivo che era evidente contenere bambini.
Eppure siamo a questo. A colpire una struttura con scritto “bambini” in enormi caratteri cubitali perché “è un’operazione speciale di denazificazione”.
Del resto non possiamo neppure fare la colpa ai singoli: sappiamo che molti dei giovani soldati Russi spediti al fronte, a causa della martellante censura del Cremlino credono davvero a quello che gli viene detto.
Fino all’ultimo momento.
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