Boldrini annuncia querela contro Meluzzi nel giorno della nascita dell’hashtag #odiareticosta
#odiareticosta non è un hasthag. È una massima di vita, o meglio dovrebbe diventarlo.
L’odio costa risorse fisiche, perché chi odia ha fisicamente bisogno di sprecare ore per cercare bersagli, condividere ingiurie e diffamazioni. L’odio costa perché diventa una missione a tempo pieno. E costa perché, come ricordano gli Atti degli Apostoli, amaro è il frutto del peccato.
Parte quindi l’iniziativa #odiareticosta, parto di Cathy La Torre, avvocato e difensore in prima linea dei diritti LGBT e delle minoranze
#ODIARETICOSTA SI PARTE
Vi avevo annunciato ieri una rivoluzione, ed eccoci!
Se siete stati diffamati, offesi, minacciati sui social inviateci il LINK (non lo screenshot, ma il link) del post incriminato al seguente indirizzo: odiareticosta@gmail.com: vi faremo risarcire! pic.twitter.com/ZjoftmS6BN
— Cathy La Torre ?️? (@catlatorre) 22 luglio 2019
Assistenza legale per tutti quindi, nemica degli haters.
Affine ad iniziative che abbiamo già visto, come il portale del PD per raccogliere le diffamazioni lanciate da vari personaggi in cerca di autore o pubblico.
E l’hashtag #odiareticosta appena nato ha avuto un’impennata col botto. Infatti, arriva nel giorno di una illustre querela
Boldrini querela Meluzzi
Ricordate la fake news della Boldrini che definisce le decapitazioni dei cristiani secondarie rispetto alle sofferenze dei Musulmani?
Noi la ricordiamo bene, i colleghi di BUTAC la ricordano bene, ma pare qualcuno non se ne sia ricordato.
Ancora una volta, la Boldrini che, ricordiamo, secondo il popolo della Rete è colpevole di gravi colpe come avere sorelle supereroine che gestiscono 340 cooperative e guadagnano miliardi, invocare la Sharia ed altri capi di imputazione ancora più grotteschi, si ritrova accusata da un tweet dello psicologo Alessandro Meluzzi di aver proferito quella frase
Boldrini: Le decapitazioni dei cristiani secondarie rispetto alle sofferenze dei musulmani | Imola Oggi https://t.co/yE9RgIDoeM
— Alessandro Meluzzi☦️?? (@a_meluzzi) 21 luglio 2019
E la risposta non si fa attendere di certo
Meluzzi, sono un collaboratore di Laura Boldrini, che è occupata in Aula.
La informo che la stiamo per querelare per la bufala che ha diffuso con il suo tweet.
Buona giornata
— laura boldrini (@lauraboldrini) 22 luglio 2019
Probabilmente i moderatori di Twitter e l’ufficio stampa dell’interessata dovranno fare qualcosa anche a proposito dei commentatori che, nonostante l’annuncio della querela e l’intervento dei colleghi di BUTAC celeri a ricordare la natura di bufala del testo linkato hanno deciso di unirsi al coro con accenti ben poco idonei alla Rete nei confronti di Laura Boldrini.
Leggiamo quindi Tweet come
Vattene nei paesi mussulmani ad allietargli le sofferenze. In Italia stiamo bene anche senza di lei
— mariagiulia vandelli (@mary68bo) 21 luglio 2019
nonché
Questa TRADITRICE del Popolo Italiano, va presa e DECAPITATA, tanto è una punizione secondaria! Se penso che l’abbiamo avuta come 3^ carica dello Stato per 5 anni mi si contorcono le budella!
— Raffaele Marich (@MarichRaffaele) 22 luglio 2019
Riteniamo quindi che ci sia un grande bisogno dell’hashtag #odiareticosta.
Riteniamo che solo sui social ormai attossicati si possa, in risposta alla giusta rimostranza di qualcuno che decide di tutelare se stesso, accogliere con toni censurabili la sua logica richiesta.
E riteniamo senz’altro che #odiareticosta, o quantomeno dovrebbe farlo.
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