Ci segnalano i nostri contatti un testo dal titolo Bill Gates ha pagato per far dichiarare il Coronavirus una pandemia
L’assunto è assai semplice, ed è lo stesso che abbiamo incontrato più volte in diverse bufale sul tema: Bill Gates ha donato dei fondi alla ricerca, chi dona dei fondi diventa in qualche modo “padrone della ricerca”, Bill Gates controlla l’OMS.
Partiamo pertanto dai presupposti dell’articolo
Non si dichiara “a tavolino” una Pandemia.
Anche di questo abbiamo già parlato in lungo e in largo.
Ad esempio invitando a rifarsi alla definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ovvero l’OMS. A tal proposito, si parla letteralmente di “diffusione mondiale di una nuova malattia”. Insomma, questione geografica, ma soprattutto l’incapacità dell’uomo di difendersi, se pensiamo che al momento la popolazione non ha immunità. Il quadro generale si conclude poi dall’elevata contagiosità e tasso di mortalità significativo, per quanto differente da Paese a Paese.
Tale stato di cose è stato dichiarato l’undici marzo, data in cui in tutto il mondo conosciuto sono stati rilevati casi di COVID19, contraddicendo le prime teorie del complotto per cui la Pandemia sarebbe stata “dichiarata” solo in seguito per motivi economici.
Torniamo a bomba al tema delle affermazioni suddette: nessuno dichiara una pandemia a tavolino, e nessuno la dichiara a cuor leggero.
Una pandemia non si “dichiara”: si prende atto del fatto che le misure dei singoli Stati per contenere la diffusione di una malattia nei loro confini ha fallito, la malattia ormai è diffusa sul Pianeta e da “problema di molti, ma non tutti” è ufficialmente diventata “Problema di tutto il Mondo, ma tutto per davvero”.
E sapete cosa altro è successo nel periodo in cui l’OMS ha dichiarato lo stato di Pandemia, ovvero accertato che COVID19 fosse ormai diffuso per il mondo?
COVID19 si diffondeva per il mondo facendo una strage, strage ancora in corso e della quale solo adesso, e neppure in tutte le zone del mondo, stiamo riuscendo a mitigare gli effetti conoscendo meglio la malattia e la sua diffusione.
Cosa che, come ricordano anche a chi ha la memoria corta, anzi cortissima, le scene di camion mobilitati, anche da noi, per portare via le bare delle vittime del COVID, a Marzo era uno scenario tristemente comune anche da qui, quando la maggioranza delle regioni contava vittime nell’ordine delle tre cifre e il resto del mondo non era certo messo meglio.
Quindi succede che il 10 Marzo 2020, mentre l’OMS è in procinto di dichiarare la Pandemia, ovvero di ammettere che tutto sta andando malissimo alcune imprese, tra cui Mastercard e Wellcome, annunciano di voler donare assieme alla Fondazione Gates cospicui fondi per la ricerca.
Cosa oseremmo dire normalissima: non solo per questioni di etica e morale, ma perché la morte è un pessimo modello economico.
Come tutti sanno, le salme hanno questo bruttissimo difetto di non aprire conti correnti, non richiedere carte di credito e di debito e non dedicarsi allo shopping, né fisico né online.
Un imprenditore può benissimo, in tempi di pandemia, voler donare soldi alla ricerca per il semplice motivo che meno persone muoiono, più possibilità ha lui stesso di non morire, o di tornare ad avere un posto di lavoro quando la pandemia sarà finita o quantomeno mitigata.
E parliamo della Fondazione Gates, che è nata proprio come strumento per agevolare finanziariamente e dal punto di vista tecnico la ricerca biomedica relativa alle malattie: è naturale che durante un’epidemia sull’orlo della Pandemia vengano donati dei soldi.
Anche questo è un bel volo pindarico.
Vi faremo qualche pratico esempio: siamo tutti frutto della teoria del
Se io ti pago, io divento il tuo capo perché io pago il tuo stipendio e ti controllo
Cosa antiscientifica, contraria alla logica, alla tecnica ed alle semplici regole di diritto ed economia, dato che omette il rischio di impresa.
Esempio: io tutti i giorni compro una determinata rivista. Questo mi da’ il diritto di dichiarare che ho facoltà, anzi diritto e dovere di decidere la linea editoriale del giornale perché
se io smetto di comprare la rivista e dico all’amico mio del cuore che siete brutti e non dovete comprare la rivista non avete più i soldi per pubblicare, quindi ordino e comando che si faccia uno speciale sull’emozionante vita della mia zia nubile che fa a fumare gli spinelli ad Amsterdam?
Direi proprio di no: il direttore della rivista si farebbe una grassa risata e cestinerebbe il vostro appello.
Dare dei soldi per una causa qualsiasi non significa possedere gli enti che di tale causa si occupano.
Altrimenti noi di Bufale.net, che come parte della famiglia Nexilia abbiamo donato fondi alla Croce Rossa Italiana e a titolo individuale tra i nostri collaboratori possiamo confermarvi di aver, coi nostri fondi personali, donato a diverse associazioni di beneficenza che non staremo qui a sciorinare perché come tutti sanno la vera virtù è quella che si pratica in silenzio e senza aspettarsi ricompensa alcuna, in questo momento saremmo proprietari della Croce Rossa Italiana e di svariate associazioni di carità sparse per il globo.
Ma così non è: da sempre il proprietario di un’impresa o di una associazione è colui che se ne assume il rischio.
Se io acquisto una rivista, anche se pretendo di “dire la mia perché vi pago”, non sarò mai (purtroppo) la persona a cui pignoreranno ogni avere se la rivista andrà male.
Se io dono dei soldi all’UNICEF per costruire dei pozzi ed una scuola in un villaggio remoto, non posso aspettarmi altro che ricevere una foto dei ragazzini che ho beneficato, non posso presentarmi in quel villaggio come in una nota gag del cartone animato La Famiglia Griffin e pretendere di dettare il bello e il cattivo tempo nel villaggio minacciando di abbattere la scuola perché essa è una mia proprietà.
Si chiamano donazioni, si chiamano regali.
E la coincidenza temporale è un classico esempio di fallacia di falsa causa.
Ad esempio immaginate ci sia un incrocio pericoloso in un quartiere. Esiste un gruppo di cittadini che dichiara che quell’incrocio è troppo pericoloso, e ogni mese scrive al Sindaco accorate lettere temendo che alla fine, anziché la media di un anziano in bicicletta all’ospedale ogni mese, succeda qualcosa di grosso, e acclude l’estratto conto di un libretto bancario sul quale stanno raccogliendo soldi promettendo che se la rotonda la fanno, doneranno loro stessi dei soldi perché la rotonda serve anche a loro.
Quantomeno per non morire spiaccicati male.
Un giorno l’incidente temuto accade, non siamo più al pulmino delle Suore del paese che mette sotto un anziano, ma il pulmino si schianta contro un autobus di turisti e decine di persone muoiono in un rogo orribile.
Cosa possiamo dedurre da tutto questo, che c’era una situazione di crisi e dei cittadini indignati e preoccupati stavano risparmiando soldi per l’evenienza, oppure che dei cittadini malvagi hanno pagato un Sindaco Corrotto per dichiarare che l’incidente è colpa dell’Incrocio quando in realtà la colpa è da attribuirsi esclusivamente alle male azioni delle Suore, dei Turisti se non dei cittadini che hanno pagato per ordire il tutto?
Il problema è tutto qui: nella fallacia di falsa causa.
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