Bambina in orfanotrofio per critiche a Putin: polizia smembra famiglia. Sembra uno scenario da film sulla Guerra Fredda, quelli dove il “Blocco avversario” era descritto come composto da spietati e disumani mostri senza cuore pronti a sacrificare umanità, famiglia e decenza al “Partito”, ma sembra che la macchina bellica di Putin stia ormai facendo a gara con l’immaginazione.
Restituendo una Russia che a causa della martellante campagna delle “fonti russe” non solo sembra ormai perdere il contatto con la realtà, ma pronta a donarci immagini di crudele abbrutimento.
Comincia tutto quando Masha, ragazzina che nel corso di studi Russo sarebbe all’equivalente delle scuole medie inferiori, rifiuta di partecipare ad una non meglio precisata “lezione patriottica” mostrando invece il suo disegno di una “famiglia ucraina distrutta dalle bombe”.
Come dimostra il simile caso di Olesya Krivtsova, studentessa universitaria critica verso il conflitto che rischia una condanna a dieci anni per essere stata consegnata alle autorità da una vera e propria “chat di Delatori Universitari filoPutin”, la ribellione della piccola non passa inosservata.
Di fatto col lancio “dell’operazione speciale” la Duma ha introdotto diverse norme che di fatto criminalizzano il dissenso condannano a severe pene detentive chi getta “discredito sui soldati Russi” e chi parla in modo non appropriato della “presunta operazione speciale”.
In una mossa che eclissa in un colpo solo tutti gli scenari più turpi di abuso dell’assistenza sociale di cui abbiamo sentito parlare, questo atto innesca una lunga catena di eventi.
La bambina rifiuta di partecipare alla “Lezione patriottica” inviando disegni e lettere ai soldati russi in un tripudio di Z ad Aprile. Nell’immediato la maestra interpella la preside che contatta i servizi sociali per “correggere” la piccola.
La bambina viene duramente interrogata e il padre convocato e minacciato di essere privato della bambina stessa.
Successive indagini dimostrano che il padre stesso aveva scritto in passato un post di condanna dove definiva i soldati russi “stupratori”, relativo assai probabilmente alle notizie provenienti dall’Ucraina e relative a numerose segnalazioni di stupri di guerra da parte dell’esercito invasore e riceve una prima multa.
A Gennaio le autorità nuovamente si presentano a casa del padre della piccola, portando via tutti i suoi risparmi e la bambina stessa.
Durante un brutale interrogatorio di oltre tre ore al padre viene detto che sarà sbattuto in cella, che è colpevole anche di aver “cresciuto male” la sua bambina e che ella sarà portata in un orfanotrofio dove sarà cresciuta “correttamente”.
Cosa che verosimilmente implica essere strappata ai suoi affetti per essere rieducata al putinismo, cosa confermata dai “benevoli” avvertimenti dell’FSB, il Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa che aveva invitato il padre a spedire la figlia in campi e organizzazioni patriottiche.
Alcuni abitanti della città si sono offerti di prendersi cura della bambina mentre il padre sarà in prigione: ma l’orfanotrofio e la “rieducazione post-Sovietico/Stalinista” sembrano sempre più vicine…
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