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Avevano aperto un “Tribunale Popolare” per notificare loro denunce: denunciati

Avevano aperto un “Tribunale Popolare” per notificare loro denunce: denunciati. Questo l’epilogo di una storia che in altri tempi sarebbe apparsa in un film quantomeno. Ma invece finisce sulla stampa. Alla sezione cronaca.

Avevano aperto un “Tribunale Popolare” per notificare loro denunce: denunciati

Ed è un fenomeno che avevamo già visto essere accaduto in America, e importato anche in Italia più volte. Lo scorso agosto avevamo visto un gruppo di persone “costruire da zero” uno Stato che non c’è dove i vaccini non erano legali e le tasse inesistenti o quasi.

Questa volta siamo arrivati al “Tribunale Popolare”.

Avevano aperto un “Tribunale Popolare” per notificare loro denunce: denunciati

La teoria alla base di tutto questo è sempre quella del c.d. “Popolo Unico”. La teoria del complotto per cui in realtà gli Stati Nazionali non esistono in quanto pignorati dai Poteri Forti che li avrebbero iscritti in Borsa per poi mandarli falliti.

Ovviamente il corollario è che se gli stati non esistono essi non possono chiederti niente. Non devi pagare tasse, non devi pagare multe, i poliziotti sono da considerarsi ostili, però lo Stato (che non esiste) deve fornirti comunque servizi.

I tuoi figli continuano ad andare a scuola, tu continui ad usufruire delle strade e della sanità, molti onori ma ben pochi oneri.

Perché sì. Anche se ti dichiari “Trust di te stesso”, “Cittadino libero” e nomini casa tua ambasciata di uno stato che, ovviamente, non può avere riconoscimento.

Ma qualcuno si è spinto oltre, in quello che la Questura descrive essere “teorie di natura complottista che hanno alla base il disconoscimento di ogni istituzione, vero e proprio organo giudicante deputato a difendere i propri esponenti, definiti ‘uomini vivi o naturali’, dai soprusi subiti da provvedimenti di natura amministrativa o giudiziaria che a vario titolo li coinvolgono”.

Ovvero creare un proprio tribunale per notificare condanne a professionisti e altre persone della zona.

Per questo, tre guardie popolari’, tutti uomini tra i 47 e i 57 anni residenti tra le province di Bergamo, Milano e Novara, sono stati indagati dalla procura di Bergamo per i reati di usurpazione di funzioni pubbliche e minaccia a pubblico ufficiale, ed hanno subito la perquisizione della DIGOS.

Le indagini sulle attività del c.d. “Tribunale Popolare” continuano ancora adesso, e non aiuta una attività di “schedatura” dei loro nemici.

Non aiuta affatto.

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