Ci è stato segnalato che circola da un paio di giorni la curiosa notizia, collegata strettamente alla notizia di tafferugli a Roma coinvolgenti un autobus di linea e taluni individui, identificati come immigrati, in attesa, secondo cui il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, avrebbe addirittura deciso di creare autobus blindati per respingere le “feroci orde di immigrati” male intenzionate verso gli autisti.
Si rende evidente al lettore più scafato come un simile scenario echeggi gli autobus blindati apparsi nel noto film del terrore L’Alba dei Morti Viventi di Zack Snyder, reboot della celebre saga cinematografica di Romero.
Come sovente accade la notizia, arrivata su Facebook, ha ricevuto salaci commenti ed “ornamenti”, tali, effettivamente, da descrivere per certa l’esistenza di cotali mezzi blindati, soffermandosi a descrivere gli immigrati con accenti e toni da ricordare le creature non-morte dei film di Romero, orde assetate di sangue e che solo un potente, e costoso, mezzo blindato può fermare.
Ma è davvero quello che il Prefetto ha dichiarato? Lo scrivente esprime dei dubbi, e, come sempre in questi casi, consiglia di andare alla fonte saltando le ricondivisioni. Scopriamo infatti dall’Huffington Post, che, secondo il testo citato apparso sull’edizione cartacea de Il Messaggero:
d’ora in poi ci sarà ancora più protezione per i mezzi Atac e, allo stesso tempo, miglioreremo l’informazione con i municipi coinvolti nei programmi di accoglienza per gli immigrati”. La rivolta in quella che alcuni considerano la piccola Lampedusa della Capitale, al centro di diversi centri di accoglienza per gli immigrati, sembra aver aver indotto il prefetto e l’ad di Atac Danilo Broggi a lavorare a un nuovo piano per la sicurezza degli autisti: da un lato corsi di autodifesa per i conducenti con agenti delle forze dell’ordine come tutor; dall’altro, rivela ancora il Messaggero, ‘blindare’ il posto di guida con una cabina in plexiglass che oggi esiste solo su alcuni bus.
Lo scrivente, in questo caso, preferisce non pronunciarsi: mi dica piuttosto il lettore dove, da queste semplici parole, si deduce l’esistenza degli autobus blindati descritti dalla vivace fantasia di Zack Snyder.
Commendevole è la creazione e la comunicazione di programmi di integrazione per evitare le tensioni (che, se leggete l’articolo indicato fino in fondo, sono, purtroppo, presenti ed evidenti in ogni caso in cui si cerca artatamente di dividere i residenti in “fazioni”, con gli immigrati da un lato e gli “italiani purosangue” dall’altro), e non è certo cattiva l’idea di promuovere corsi di autodifesa per chi, per lavoro, si reca sovente in quartieri periferici.
Ma ora lo scrivente vi chiede di soffermarvi sull’ultima frase:
dall’altro, rivela ancora il Messaggero, ‘blindare’ il posto di guida con una cabina in plexiglass che oggi esiste solo su alcuni bus.
Notato niente? Giustamente la parola “Blindare” è un virgolettato. Ed altro non potrebbe essere: chi viaggia abitualmente sui mezzi ATAC avrà già notato che, quantomeno gli automezzi più recenti, sono già notati di una cabina in plexiglass (che non è certo la “costosa blindatura” che già la rete paventa) allo scopo di isolare meglio l’autista consentendogli di concentrarsi sulla guida evitando il contatto fisico facinorosi ed importuni. Ed avrà notato come minime siano le differenze nell’abitacolo tra i mezzi muniti di tale semplice, economico e comodo strumento e gli altri: la “cabina” può essere fissata con poco lavoro su ogni mezzo.
E teoricamente bene sarebbe stato inserirla prima, data la sua utilità: il Prefetto, rettamente, ha “colto la palla al balzo” per invocare delle misure che di certo non suonano antiimmigrati, ma tutelano una categoria preziosa come quella degli autisti da ogni facinoroso ed ogni importuno.
Ed è bene che così sia fatto. Lo strumento della cabina divisoria in Plexiglass è infatti stato riconosciuto dalla cronaca e dai fatti efficace in casi simili, anche lontani nel tempo e nello spazio, e la Sasa, ditta di autotrasporti operante a Bolzano, già ne caldeggiava l’uso per tutelare gli autisti delle tratte notturne da babygang ed altri facinorosi (a prescindere dalla nazionalità degli stessi) nel 2010, e numerosi mezzi ATAC, si ricorda, ne sono già muniti.
Come al solito, si discetta di un problema che non esiste.
Vi assicuriamo comunque che resteremo sul pezzo, e se mai avvisteremo (o i nostri lettori Romani ci segnaleranno) l’apparizione di questi blindati di stampo Romeriano, sarete i primi a saperlo.
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