La notizia della donna arrestata per un post su Facebook nel quale si opponeva al lockdown sta rimbalzando su tutte le testate. Secondo i titoli pubblicati dai quotidiani, in effetti, la storia di Zoe Buhler fa pensare che la donna sia stata arrestata dopo aver pubblicato un dissenso – di quelli più comuni che possiamo trovare sui social – contro le misure anti-covid del governo. I nostri lettori ci segnalano l’articolo pubblicato su Fanpage che nel titolo scrive: “Australia, pubblica su Facebook post contro misure anticovid: la polizia la arresta in casa”.
Continuando la lettura dell’articolo di Fanpage leggiamo:
Come ricostruito dai media locali, tutto sarebbe nato con un post su facebook in cui la donna avrebbe incoraggiato le persone a partecipare a una manifestazione di protesta contro le misure anticovid. In Australia gruppi di manifestanti anti-blocco hanno organizzato per il 5 settembre una serie di proteste pianificate in tutto il paese ma non autorizzate dalle autorità così la polizia ha deciso di intervenire severamente individuando tutti i possibili partecipanti. L’arresto della donna residente con marito e due figli a Miners Rest, nel nord-ovest di Melbourne, infatti è solo l’ultimo di una serie di fermi di polizia effettuati negli ultimi giorni nello stato di Victoria con l’accusa di istigazione a delinquere tra cui anche un uomo ultrasettantenne.
Il problema non era, dunque, un qualsiasi post di dissenso pubblicato su Facebook, ma l’incitamento a partecipare a una manifestazione non autorizzata. Il suo arresto è balzato all’attenzione dei media in quanto il marito ha ripreso il momento in cui la moglie veniva ammanettata. Come scrive la stampa locale Zoe Buhler aveva creato il gruppo Facebook Freedom Day Ballarat nel quale invitava le persone a ribellarsi al lockdown. La data fissata, come riporta Fanpage riferendosi alla stampa internazionale, era il 5 settembre.
Come riporta il Guardian durante l’arresto Zoe, visibilmente e comprensibilmente in ansia, aveva promesso agli agenti che avrebbe eliminato il gruppo creato su Facebook. Il Guardian, ancora, pubblica una nota della polizia di Victoria, criticata anche da Craig Kelly del partito liberale, fortemente contrario alle leggi di contenimento per la pandemia. La polizia ha dichiarato:
Qualsiasi manifestazione di questa natura è in palese violazione delle indicazioni del Ministero della Salute e mette a rischio le vite del Victoria. La polizia del Victoria ha già preso provvedimenti come parte di un’indagine in corso sulla pianificazione e l’incoraggiamento delle attività di protesta a Ballarat. Chi sta ancora pensando di partecipare alla protesta a Ballarat sabato può aspettarsi una risposta rapida e decisa dalla polizia.
Quello di Zoe Buhler è stato il quarto arresto. Tuttavia, come scrive il Daily Mail un’altra attivista australiana, Jessica Pinkstone, ha ricreato il gruppo vantandosi di essere intoccabile in quanto attualmente vive a Los Angeles.
Zoe è già libera ma rischia una multa di 20mila dollari e dovrà presentarsi in tribunale il 25 gennaio 2021. Il reato contestato è istigazione a delinquere. Per sostenere la sua causa era stata creata una campagna su GoFundMe che però è stata eliminata.
Parlare di Zoe Buhler “arrestata per un post su Facebook” è riduttivo e potrebbe far pensare alla violazione di una libertà di espressione: la donna è stata arrestata per aver istigato a una protesta non autorizzata nella quale si sarebbero violate le norme di sicurezza del governo.
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