Ci è stato segnalato un appello, condiviso da oltre trecento persone in un giorno, relativo a un signore che si spaccia per dirigente bancario (BPM)…
Appello naturalmente da non condividere, a meno che i prossimi querelati per diffamazione non vogliate essere proprio voi.
ATTENZIONE
c’è un signore che si spaccia per dirigente bancario(BPM) che finge di essere interessato all’acquisto di quello che privatamente mettete in vendita ( es. auto). Ti chiede di darti subito un acconto e di farlo tramite ricarica dal bancomat ma in realtà preleva.
Ovviamente usa falso nome ma con questo ha già fatto diverse truffe.
Recita l’appello che, naturalmente, in originale aveva foto e nomi in chiaro del soggetto che noi ci siamo peritati di censurare e i condivisori compulsivi no.
Gli amici di La Legge Per Tutti parlano chiaro: decidere chi è colpevole ed innocente spetta solo ai Tribunali, nelle forme e nei modi previsti da essi, e non all’Altissimo Tribunale di Facebook.
Ciò è vero persino quando si tratta di colpe accertate in tribunale, figurarsi quando, in questo caso, non vi è traccia dell’intervento delle autorità ma solo delle “Ronde 2.0”, i “cittadini indinniati” che non si capisce in base a quale motivo hanno deciso che un individuo fosse colpevole degli addebiti.
Provate a fare uno sforzo di immaginazione. Immaginate che un giorno mentre passeggiate per la via uno sconosciuto, un perfetto sconosciuto del quale non sapete niente, se non il fatto che ovviamente non è un poliziotto né un giudice, vi fermi con biasimevole petulanza sciorinando le foto di qualcuno che vive nel vostro paese e, sbracciandosi e urlando, ripeta
Attenzione! Questo signore di cui ti mostro la foto è un pedofilo assassino criminale terrapiattista che ha compiuto diverse truffe e crimini! Prendi anche tu una foto di questo pedofilo assassino criminale terrapiattista e fai girare le foto del criminale, così la gente ci penserà.
Se foste cittadini responsabili avreste il dovere civico di prendere una copia della foto, andare in Questura e denunciare la presenza di un soggetto che pubblicamente diffama un soggetto terzo diffondendo foto e voci lesive del suo onore della sua onorabilità importunando persone sulla pubblica piazza.
Ma su Facebook, stranamente, questo non accade.
Ogni volta troviamo un numero di condivisioni nell’ordine di grandezza delle centinaia di persone che condividono simili appelli. Raramente con inviti a cessare simili condotte, spesso con persone fomentate dal loro desiderio di diventare Giudice, Giuria e Boia contente di avere un cattivo da punire.
A parte che è diffamazione aggravata dal mezzo, quindi un reato l’hai compiuto, e questo è assai male, evidentemente del male l’hai fatto.
In un nostro precedente editoriale abbiamo parlato di diversi casi in cui bufale come queste non si sono arrestati qui. Abbiamo avuto gente in India inseguita e linciata dalla folla urlante perché qualcuno aveva pubblicato una descrizione del loro preciso modello di automobile millantando di averci visto dei pedofili dentro.
In Italia abbiamo avuto un giovane barista costretto a chiudere la sua attività, ripetutamente vandalizzata assieme alla sua automobile, perché qualcuno aveva deciso di dargli del pedofilo su Internet.
Voi non avete mezzo di sapere da dove venga il documento di identità della persona che vi hanno esibito dichiarando che appartiene ad un truffatore, e dovreste provare anche solo per un istante a pensare se quella foto sia stata presa dai documenti di vostro figlio, vostro marito o vostra moglie.
Cosa avete fatto di male quindi?
State contribuendo ad una cultura malata e crudele in cui la Giustizia è sostituita dal giustizialismo forcaiolo più feroce che prima distrugge una vita, e poi si ferma a pensare.
Chiunque di voi abbia condiviso appelli simili a questo ha compiuto un atto assai grave di cui, in ogni caso, sarà chiamato a risponderne comunque agli occhi della legge.
Punto primo, non avete prove che il soggetto nella foto abbia compiuto alcun reato, è innocente fino a prova contraria e state diffamando un innocente.
Punto secondo, non siete voi certo il giudice che dovrebbe essere chiamato a dichiarare colpevole qualcuno.
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