Ci segnalano i nostri contatti una serie di varianti, anche sulla stampa nazionale, della velina Attenzione alle chiamate dal 1510: è l’Istat che vi vuole intervistare. Se non rispondete scatta la multa
Il consiglio è di tenere bene a mente, d’ora in poi, il numero 1510. Si tratta del numero telefonico che il Garante delle Comunicazioni (l’AgCom) ha assegnato all’Istat su sollecitazione del governo. Con quel numero l’Istituto di statistica potrà contattare persone fisiche, famiglie o aziende per effettuare indagini o rilevazioni. E sarà obbligatorio rispondere, altrimenti si rischiano multe fino ai 2mila euro (fino a 5mila euro nel caso si tratti di imprese) in base all’articolo 11 del decreto in materia.
Una volta che il sistema sarà attivo, le telefonate in questione potranno arrivare anche da call center privati incaricati dall’Istat di svolgere la rilevazione. Va detto inoltre che anche i cittadini potranno chiamare quel numero per fornire risposte o chiedere chiarimenti.
E la notizia è formalmente corretta, ancorché va precisata per evitare scenari da incubo secondo cui basta lasciare incustodito il telefono per un paio d’ore per incorrere in pesanti sanzioni.
Chi vi scrive sovente non è in casa, ed a volte è l’incubo dei corrieri e dei postini che dovrebbero consegnargli la mole di giornali e testi necessaria per una sana attività di fact checking (nonché, per ottemperare ad un sano miglioramento della qualità dell’informazione personale), e la notizia non lo preoccupa di un atomo.
Ma partiamo dalle basi
Certo, è quello che fa. E in questo caso, mediante una raccomandazione della Presidenza del Consiglio risalente al 4 Luglio, è stata introdotta anche una modalità di contatto telefonico.
Contando che abbiamo un servizio telefonico in Italia dal 1881, ricordarsi nel 2019 della possibilità di istituire un numero unico ISTAT suona un po’ come ricordarsi nell’era degli aerei supersonici di impiantare le slitte per i tram e i vetturini, ma senza divagare passiamo ai risultati
Il meccanismo funziona così. L’Istat pesca – dagli elenchi ufficiali, dalle banche dati – i nomi degli italiani e delle aziende che vuole intervistare, creando dei campioni attendibili e rappresentativi. Questi italiani e queste aziende ricevono poi una lettera del presidente dell’Istat oppure del loro sindaco, che invitano a collaborare con i funzionari o con i call center dell’Istituto, ovviamente nel pieno rispetto del diritto alla riservatezza.
Questa procedura genera – in capo alle persone e alle aziende – un obbligo di risposta e collaborazione. Questo obbligo è previsto dal decreto legislativo 322 del 1989 (all’articolo 7). Le sanzioni amministrative (scritte all’articolo 11) – in caso di mancata collaborazione – possono arrivare fino a 2000 euro per le persone fisiche e fino a 5000 euro, per le aziende.
Chi paga entro 60 giorni, una volta ricevuta la contestazione con la multa, beneficia di uno sconto. Verserà il “doppio della multa minima”, come permette la legge 689 del 1981.
D.L.vo 322/89, noto, appunto, dal 1989 ed archiviato sul sito dell’ISTAT, contro il quale non è ammesso un ricorso “in autotutela” alla stessa ISTAT.
Sostanzialmente, se doveste essere multati, non dovete scrivere all’ISTAT esprimendo doglianza, ma direttamente al Prefetto o al Giudice di Pace, semplicemente l’ISTAT non sarebbe in grado di togliervi la sanzione di suo.
Un attimo, miei allarmistici amici.
Proprio perché la norma invocata esiste ormai da 30 anni l‘ISTAT ha avuto modo di precisare un paio di cose:
In più occasioni l’Istat ha spiegato che le multe saranno emesse soltanto dopo che “siano messe in atto tutte le iniziative ritenute opportune dall’ufficio comunale di censimento per convincere la famiglia a collaborare”, e solo dopo che una procedura di accertamento avrà evidenziato che il rifiuto a rispondere alle domande è “netto e consapevole”.
Quindi, non è assolutamente vero che basti saltare una telefonata, come in un episodio di The Ring al Contrario, per ottenere la gravosa sanzione di 2000 euro, ma semplicemente l’ISTAT richiamerà.
Solo chi dovesse ostentare malafede sottraendosi ad ogni tentativo di contatto sarà verosilmente sanzionato.
Prestate dunque attenzione ai numeri di telefono in entrata, non considerate il 1510 uno spammer, bensì un numero utile per voi stessi e per la nazione tutta, ma non entrate nel panico se doveste incontrare una chiamata persa.
Non è certo interesse dell’ISTAT irrogare sanzioni capziose e non necessarie.
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