Un assalto all’Agenzia delle entrate di Torino non è mai cosa da poco.
Avevamo scritto qualche tempo fa un editoriale sui pericolosi effetti delle Fake News, eppure non era bastato.
Capita sovente sulla nostra pagina il fenomeno di turno con la giustificazione sempre in canna per i suoi istinti bufalari più bestiali:
“Buffale deve dire la buffala o non la buffala, non fare la morale! Buffala? Non Buffala? Booooooooo!”
“Buffale deve dire la buffala dei professoroni e dei giornali della kasta, mica delle persone comuni che scrivono la buffala e voi fate l’articolo! Voi non avete il diritto di parlare della buffala della povera gente”
“Io condivido perché me le manda l’amico mio le cose! L’amico mio è uomo di onore, e se Buffale dice che è la Buffala non si deve permettere di mancare di rispetto all’amico mio! Lui è uomo di onore e condivide con onore”
Tutte belle giustificazioni. Vi fanno sentire meglio.
Ma attenzione, non comportano che le vostre azioni non abbiano conseguenze, anche gravi. E proprio perché voi siete “persone comuni e non giornali”.
In pieno lockdown si attribuisce a condivisioni virali come falsi allarmi sulla chiusura dei negozi di generi alimentari uno dei volani della prima onda del contagio, la più letale.
Oggi Torino si sveglia assediata. Letteralmente.
Assalto di cittadini stranieri stamane all’ufficio regionale dell’Agenzia delle Entrate in corso Bolzano, convinti da un passaparola che sarebbero stati distribuiti i redditi di cittadinanza e solidarietà con la semplice presentazione di un modulo fiscale. Una fake news urbana.
Così si è formata una lunga coda di fronte all’ingresso: sono scoppiati litigi, sono intervenuti i carabinieri, i funzionari del Fisco hanno cercato di dare informazioni e spiegare l’equivoco. «Allontanatevi, state facendo la coda inutilmente». In cento, più o meno, hanno cercato di entrare negli uffici, spingendosi e accalcandosi all’ingresso di corso Bolzano, di fronte alla stazione Porta Susa.
Con momenti di tensione, dovuti anche al fatto che la bufala, trasversale, aveva colpito anche persone dalle conoscenze di italiano incerte, rendendo difficile e malagevole la spiegazione.
Oltre all’intervento dei Carabinieri si registra il disservizio recato non solo all’ufficio, ma a tutti coloro che erano lì per i reali adempimenti della giornata, come il ritiro dei moduli per chi aveva preparato i 730 dai Caf territoriali e doveva ricevere i rimborsi fiscali.
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