Arriva l’European Digital Identity Wallet, e come al solito giocheremo di anticipo su complottismi e inevitabili teorie di rimando.
Esattamente come la torma dei no-GreenPass e dei no-SPID si sono fatti vivi in periodo di pandemia, anche per il Digital Identity Wallet è assai prevedibile vaticinare complotti di ogni sorta.
Ma partiamo dalle basi
Il Digital Identity Wallet nasce da una realtà che chi parla (a sproposito) di “modello cinese” e controllo dei suoi dati ignora. Ogni volta che compriamo qualcosa da un portale di e-Commerce, ci iscriviamo ad un servizio, facciamo il test “che zucchina dell’orto sei” consegniamo i nostri dati, volontariamente, a persone che non conosciamo.
Col Digital Identity Wallet ogni cittadino europeo avrà modo di accedere a diversi servizi in modo del tutto controllato.
Potete pensarlo come uno SPID, che in compenso funziona ancora meglio, in tutta Europa e in modo verificato.
Come lo SPID il DIW è sostanzialmente un contenitore di documenti con possibilità di evolvere in un sistema di interoperatività, e non un “documento stile cinese”.
Non si sostituisce ai documenti che avete, esattamente come il fatto che SPID trasmetta dati come nome e cognome, codice fiscale e indirizzo e l’App IO possa utilizzare il vostro IBAN per i pagamenti verso la PA non ha comportato la sostituzione di Carta di Identità, Tessera Sanitaria e IBAN con IO e SPID.
Con l’EDIW sostanzialmente potrete aggregare i dati indicativi già forniti con lo SPID, aggiungendo qualifiche professionali, IBAN e quanto di utile e indicarli dove serve con una password, senza sostituirsi ai documenti che già avete.
Ci spieghiamo ancora meglio: i meno avvezzi a vedere complotti ovunque hanno già SPID, IO e Google/Apple Pay sul cellulare.
Possono quindi accedere ai servizi digitali della pubblica amministrazione senza andare fisicamente allo sportello a mostrare ad un altro operatore il documento di identità, pagare sia un oggetto da Amazon che il bollo dell’auto con una “carta virtuale” inserita in Google Pay associata alla loro carta fisica o con un collegamento all’IBAN e accedere alla propria cartella sanitaria senza mostrare la tessera sanitaria in farmacia.
Il che non vuol dire che le autorità gli abbiano portato via i documenti e possano “cancellare la loro identità con un click”.
Chi usa Google Pay o altri servizi di pagamento ha sicuramente una carta di credito in casa, che sceglie di non portarsi appresso per evitare furti. Chi usa SPID e app IO dispone senz’altro di carte di identità e tessere sanitarie.
Ma sa benissimo che tecnicamente è maggiore il rischio di lasciare i propri documenti, anche solo “in fotocopia” ad un essere umano che usare un sistema elettronico criptato.
Arriva l’European Digital Identity Wallet, e se siete abituati a SPID e IO non è nulla di così diverso.
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