Arrestato candidato sindaco a Trieste: è la notizia che sta girando sulle testate, con tanto di video di un alterco sostenuto e grida dei sopraggiunti. Eventi che, per ovvi motivi legati alla dignità dei presenti, non sbatteremo in prima pagina in questo brano.
Ci limiteremo al fatto: siamo a Trieste, e due individui entrano nell’Ufficio Postale rifiutando però di indossare la mascherina. La questione si fa convulsa e controversa: secondo l’ufficio postale agli stessi è stato consentito l’accesso al servizio richiesto, invitandoli all’uso dei dispositivi di protezione individuale. Secondo uno dei due individui il direttore ha intimato l’uso dei DPI, chiamando i carabinieri.
A questo punto della vicenda entra in scena il candidato sindaco del movimento 3V, vicino agli ambienti novax, accorso per dare sostegno ai due individui alla posta.
Tale sostegno devolve rapidamente dapprima in una ferma resistenza all’invito e poi obbligo dei Carabinieri di esibire i documenti, poi in un vero e proprio alterco, anche violento.
Nella circostanza, due Carabinieri sono rimasti feriti e sono stati trasportati al pronto soccorso del Cattinara. Il candidato è stato poi caricato a fatica su un’auto e portato alla caserma di Via Hermet, dove è stato dichiarato in arresto. Lo stesso ha poi accusato un malore, e dopo gli accertamenti di rito è stato condotto agli arresti domiciliari.
Un comunicato dell’arma descrive un vero e proprio “scontro fisico” causa dei citati eventi, e dai video si ode la voce del candidato esclamare ad alta voce che in caso di vittoria i carabinieri avrebbero dovuto eseguire i suoi ordini e quindi non si sarebbero verificate simili situazioni.
Cominciano ad arrivare le prime reazioni anche dal mondo della Politica:
“Le gesta del candidato sindaco di 3V hanno tutto l’aspetto di una squallida provocazione e gettano una brutta luce sulla campagna elettorale a Trieste. Esprimo il vivo auspicio che questo episodio rimanga isolato e trasmetto piena solidarietà ai carabinieri rimasti contusi facendo il loro dovere. Si sappia che difenderemo strenuamente il diritto di affermare opinioni che non condividiamo, ma sempre e soltanto nei termini stabiliti dalla legge”,
Dichiara la presidente del gruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani.
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