Arrestata in Iran Cecilia Sala: il giornalismo non è un reato
Arrestata in Iran Cecilia Sala: questo il caso del momento, e un momento che pone in pericolo le fondamente delle libertà occidentali stesse.
Il giornalismo non è un reato, ricordano i suoi colleghi del Foglio. E anche noi dovremmo ricordare, in un contesto dove spesso il “popolo della Rete” condanna il giornalismo di qualità e sembra privilegiare quel genere di “pseudogiornalismo” clickbait che cede alle pressioni dell’algoritmo per rinunciare alla sua funzione, che chi invece a testa alta compie il suo mestiere andrebbe aiutato e non abbandonato.
Arrestata in Iran Cecilia Sala: il giornalismo non è un reato
Dal 19 Dicembre Cecilia Sala è reclusa in Iran senza alcun capo di imputazione valido. Parliamo di quell’Iran che reprime con ferocia i diritti delle donne, in cui se una donna osa ribellarsi alle imposizioni del regime viene internata in manicomio e descritta come una “povera pazza”.
E parliamo ora di Cecilia Sala, reclusa in una cella d’isolamento nella prigione di Evin, dove vengono detenuti dissidenti iraniani e cittadini stranieri, spesso per avere leva di scambio per pressioni internazionali ed intimidire il giornalismo.
Un giornalismo libero fa paura ai regimi, e chi si riempie la bocca a sproposito delle “classifiche di libertà dei giornalisti” tende a dimenticare che sono proprio le intimidazioni e gli attacchi alla stampa, anche dal “popolo”, a far calare quegli indici.
L’arresto di una giornalista in un regime come quello Iraniano, si concorda col Foglio, è una prova muscolare. È il tentativo di un regime oppressivo e dei suoi sodali di essere più forte dei valori di libertà, democrazia e parola che noi diamo per scontati e spesso sperperiamo.
Bisogna riportare Cecilia Sala a casa: per lei, per noi tutti.
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