Armenia: due ragazzi si gettano da un ponte, vittime di omofobia
Armenia: due ragazzi si gettano da un ponte, vittime di omofobia. Non dovrebbe accadere da nessuna parte, ma è accaduto, secondo la denuncia di Pink Armenia, associazione che si occupa del contrasto all’omotransfobia.
Parliamo dei giovani Tigran e Arsen, e del loro testamento affidato ai social
Dove, ovviamente, il lieto fine è dolorosamente ironico perché la vicenda non è lieta e non finisce bene. La foto ritrae i due giovani intenti nell’ultimo bacio.
L’ultimo prima di gettarsi da un ponte di Yerevan, in Armenia.
La tragedia è duplice: in Armenia oggi c’è uno stigma doppio contro l’omosessualità e contro servizi di sanità e di igiene mentale. In un posto dove l’omosessualità è un tabù spesso deriso e il suicidio è sempre una colpa, il malessere che ti porta ad un gesto estremo deriso e criticato.
Anche il testamento spirituale dei due giovani è macchiato da quei due stigma (che invero vediamo anche da noi). Tra i commenti c’è infatti chi spera in un aldilà solo per dare a Tigran ed Arsen il vero lieto fine che la loro storia ha loro ripetutamente negato, o chi spera che la loro storia sia da monito per i sopravvissuti per creare un mondo migliore.
Ma anche chi elogia quel suicidio, dichiarando a gran voce che nel suo piccolo mondo perfetto l’omosessualità non ha diritto di esistere e chi soffre deve essere accantonato e morire.
Lo vediamo spesso anche nei commenti da noi, dinanzi a storie di dolore e sofferenza: “selezione naturale”, ripetuto con la sciocca brutalità di chi si sente superiore e ostenta disumana cattiveria.
Due ragazzi si gettano da un ponte, vittime di omofobia, e a troppe poche persone sembra importare.
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