Bufala

Approssimazione sull’aborto a nascita parziale a New York: la bufala dei 9 mesi va chiarita

Tocca nuovamente analizzare da vicino la questione inerente l’aborto a nascita parziale a New York, in riferimento ad alcune segnalazioni che ci riportano l’attenzione sulla possibilità di interrompere la gravidanza anche dopo 9 mesi. Come accennato, abbiamo affrontato la questione anche un paio di settimane fa, con alcuni chiarimenti doverosi che evidentemente non sono giunti a destinazione. Come stanno realmente le cose? Ci sono differenze tra l’Italia e quanto avviene a New York? Necessario un ripasso oggi 9 febbraio.

Parlare di aborto a nascita parziale a New York, utilizzando fonti imprecisate, è quantomeno in parte sbagliato. Anche dopo le 24 settimane è possibile interrompere la gravidanza, arrivando addirittura a 9 mesi. Questo occorre premetterlo, ma a fare la differenza in questo caso sono le motivazioni e “chi deve prendere decisioni”. Cosa vuol dire questo? La fonte migliore resta Butac, quella che abbiamo citato a fine gennaio, ricordando a tutti che una donna può interrompere la gravidanza nel caso in cui dovesse essere a rischio la sua vita. O comunque la sua saluta.

La palla può passare anche ai medici. Qualora dovesse esserci pericolo di morte per la madre e al contempo del bambino, il compito di un dottore è quello di salvare più vite possibili. Cerchiamo dunque di giungere a conclusioni, in seguito alla disinformazione che si fa su un argomento tanto delicato. In Italia, come a New York, si può decidere di abortire anche per motivi sociali ed economici, senza alcun vincolo, durante i primi tre mesi della gravidanza.

Successivamente, come ci viene riportato anche da una fonte autorevole come La Legge è per tutti, si parla di un caso molto meno complesso rispetto all’aborto a nascita parziale a New York. Fino ai 9 mesi, infatti, è ugualmente possibile interrompere la gravidanza qualora siano accertati processi patologici, come quelli riguardanti possibili anomalie o malformazioni del nascituro, dai quali si potrebbe generare un grave pericolo per la salute fisica o psichica della mamma. E per la cronaca, siamo al cospetto di casi molto rari.

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