Annullato il visto di Djokovic: e in ogni caso la partecipazione dell’atleta agli Open è sempre meno probabile. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di fare il punto di una telenovela giudiziaria.
Novak Djokovic, suo malgrado nuovo idolo e vitello d’oro dei Novax, è arrivato in Australia per giocare gli Open senza un certificato vaccinale.
Al suo posto, aveva un certificato di esenzione rilasciato da Tennis Australia.
All’inizio erano ignote le motivazioni: col montare delle proteste, e un processo ormai vicino, si è scoperto che Djokovic aveva dichiarato di aver contratto la malattia con tampone rivelatosi positivo il sedici Dicembre, per poi guarire nel corso del mese, potendo così partire per l’Australia.
Spiegazione che anziché risolvere i problemi relativi al visto di Djokovic ne introduceva altri.
Se Djokovic era positivo il giorno sedici (se il tampone era positivo allora, poteva esserlo nell’immediato) non si spiega come mai fosse presente a eventi pubblici sin dal giorno 17.
E nonostante la vittoria processuale in un procedimento per consentire a Djokovic di restare, una successiva indagine riportata da Der Spiegel mostrò delle anomalie nella data dei test PCR di positività e guarigione, le cui date risultavano “invertite”.
Sostanzialmente il test di positività aveva un “datecode”, un codice identificato di data e protocollo successivo rispetto a quello della guarigione, che a norma di logica avrebbe dovuto essere successivo esso stesso.
Nonostante tutti questi dubbi, eravamo in una situazione in cui Djokovic aveva ottenuto in tribunale il diritto di restare. Con esultazione dei novax che ne avevano fatto il paladino.
Ma adesso siamo al redde rationem.
Le criticità continuavano a impilarsi, con Djokovic pronto a archiviarle come meri errori di compilazione dello staff.
Criticità in grado di farlo tornare sotto lo scrutinio delle severe leggi australiane per una pena detentiva di anni cinque.
Interviene in tutto questo il ministro dell’immigrazione Alex Hawke che ha annullato il suo visto di ingresso “per motivi di salute e ordine pubblico, in quanto era nell’interesse della popolazione farlo”.
Il problema ora sono i tempi: Djokovic sarà nuovamente sentito dinanzi alla Corte Federale domenica.
E dovrebbe giocare il suo primo match Lunedì.
Il tutto con una richiesta di fermo che secondo fonte ANSA potrebbe aleggiare sul suo capo.
Tutto questo porta ad un risultato: il tempo di manovra per proporre gravame diventa sempre di meno.
Ci avviciniamo allo scenario per cui, per quanto i legali possano opporsi alla decisione per cui è stato annullato il visto di Djokovic, il risultato potrebbe arrivare ben oltre la data utile, costandogli quindi in ogni caso la partecipazione agli Open.
Tre infatti gli scenari possibili al momento, e due non favorevoli all’atleta
Come si vede, le possibilità per Djokovic di ottenere quello che desidera si fanno sempre più lontane.
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