Ogni tanto ci capita tra le segnalazioni il link di uno dei gruppi Telegram di vendita di Green Pass. Naturalmente, non vi daremo qui i link. Quelli sono per le autorità competenti. Speriamo che chi ci manda le segnalazioni del caso l’abbia già fatto, provvederemo noi stessi in ogni caso a segnalare sia sul social che ove di rito.
Perché comprare un Green Pass falso è un reato. Anche un reato particolarmente stupido: sarete scoperti, darete in mano i vostri documenti a “sensali del falso” e potreste finire ricattati a vita da persone senza scrupoli pronte a trasformarvi nel loro bancomat.
Questo è un riassunto della vicenda. Ora entreremo nel dettaglio.
I gruppi funzionano tutti allo stesso modo, un po’ come le truffe relative al Phishing.
Una descrizione altisonante, spesso (citiamo da una segnalazione ricevuta), la promessa di “produrre carte e passaporti COVID19 verificati e autentici”.
Come abbiamo visto, autentici non tanto, ma verificati può essere possibile.
La metodologia usata dai sensali del Green Pass falso, e non a caso usiamo il termine sensali (intermediario mercenario).
Spesso il sensale del Green Pass dichiara (o millanta) di avere amici che lavorano nel settore medico o che hanno avuto contatto con personale di tale settore.
Come abbiamo già visto, il punto debole del sistema è l’essere umano. Il Sensale dichiara di aver contatto con medici compiacenti (purtroppo, esistono), con personale addetto al servizio di segreteria e registrazione (le persone dietro i computer che raccolgono i vostri dati prima e dopo l’inoculazione) o fantomatici “hacker” che in qualche modo, spesso con ingegneria sociale, hanno ottenuto le chiavi di accesso dei secondi.
E per ingegneria sociale intendiamo non la presenza di una miracolosa “macchina che genera i Green Pass”, ma brutalmente nomi utenti e password ricopiati in qualche modo.
Come i sensali truffaldini dei tempi andati, diventa giusto una questione di “allungare la 150 euro alla persona giusta”, in modo che i soldi scivolino di mano in mano trovando chi è disposto a inserire i dati per te.
Insomma, la tecnologia aiuta l’incontro tra disonesti inserendo un intermediario tra il disonesto in cerca di Green Pass facile e il medico che inietta vaccini nel cotone o l’infermiere o farmacista disonesto che tra una registrazione corretta e l’altra registra qualcun altro, magari anche abusando del sistema delle anteprime.
Se dici così sei solo uno stolto. E pregherai, pregherai perché qualcuno ti arresti. Anzi, sono pronto a scommettere che una volta entrato nel tunnel dei Green Pass falsi sarai tu stesso, non noi, ad autodenunciarti e denunciare i sensali pregando di essere arrestato per essere salvato dalle gravi conseguenze delle tue azioni.
“Non c’è onore tra i ladri”, recita un antico proverbio.
Quindi analizziamo un attimo la situazione. Tu, Tizio in caccia di Green Pass falso, hai contattato uno sconosciuto su Telegram. Tu, Tizio che magari farnetichi su Internet che ti lancerai in improbabili denunziequerele perché il Green Pass viola la tua privacy (falso), ti rivolgi ad un sensale.
Sensale che ti chiederà un pagamento in valuta non rintracciabile ma anche copie in chiaro di documento di identità, tessera sanitaria con codice fiscale ben visibile e recapiti per consegnare la desiderata certificazione.
In questo momento uno sconosciuto che millanta frequentazioni abituali con “hacker russi” o medici corrotti ha in mano tutti gli elementi necessari per aprire, ad esempio, un conto corrente a tuo nome e usarlo per comprare droga e armi, adescare dei bambini su Internet per ottenere foto a scopo pedopornografico e venderle e usare la tua identità virtuale.
Siccome sei stato così generoso da fornirgli anche una foto del suo volto in chiaro, magari lo farà anche aprendosi account di messaggistica coi tuoi dati.
Dite che vi stiamo solo spaventando? È esattamente quello che è accaduto a molti “clienti dei gruppi Telegram di vendita dei Green Pass”, spingendo loro stessi ad autodenunciarsi per paura delle conseguenze ben più gravi di essere diventati il bancomat di un sensale.
Non solo in tutti questi casi il Sensale tratteneva con se un archivio completo dei documenti rifiutando di eliminarli, ma spesso inoltrava ai clienti la richiesta di pagamenti addizionali.
In caso contrario avrebbe venduto sul Deep Web ad organizzazioni criminali compiacenti tutto il pacchetto di documenti in blocco.
Cosa che non è detto che non possa fare lo stesso, dato che un prestanome per un cartello criminale ha molto valore.
Con soli 150 Euro di media compri quindi un Green Pass falso che se va bene ti servirà per qualche settimana (vedremo come ormai vengono bloccati) e l’esilarante emozione di rischiare di svegliarti ancora nel cuore della notte coi tuoi figli che piangono perché la DIGOS ha sfondato la porta di casa tua e sta portando via il tuo computer e rovistando nei tuoi armadi alla ricerca della droga, delle armi e delle foto pedopornografiche che un narcotrafficante del Cartello di Sinaloa ha comprato usando un conto corrente aperto a tuo nome, adescando bambini con la tua foto su un finto account social e commettendo ogni reato.
E questo è il miglior scenario possibile per te: almeno la tua situazione verrebbe chiarita.
Nonostante le prime esultanze dei nopass militanti convinti che un Green Pass ottenuto con la frode non fosse annullabile, la cronaca ci ha dimostrato il contrario.
Abbiamo parlato come esperti di sicurezza abbiano individuato sui programmi peer to peer, di condivisione file almeno tre fonti di Green Pass falsi.
Green Pass comprati e venduti, Green Pass liberamente condivisi da utenti sviati e convinti di “star aiutando qualcuno a non perdere il lavoro” consentendogli di sfruttare la sua identità finché qualcuno non gli avesse chiesto il documento (sul posto di lavoro, letteralmente al primo tentativo…) e Green Pass carpiti da incauti che li custodivano in modo del tutto inadeguato.
Gli oltre mille Green Pass segnalati dagli esperti di sicurezza sono stati revocati: è possibile revocare i Green Pass in base alla chiave usata per la generazione (ricreando nuovi pass per i soli utenti legittimi), è possibile introdurre i Green Pass falsi in una blacklist, è sostanzialmente possibile privare di valore il Green Pass falso.
L’aspirante utilizzatore di Green Pass falsi ci perde quindi 150 euro puliti, più tutti quelli che il sensale potrebbe potenzialmente chiedergli sotto forma di “soldo del ricatto”, più tutti i danni del caso. Sanzioni, denunce.
In un caso abbiamo visto come un utente di Green Pass falsi, convinto di poter ingannare il proprio datore di lavoro e quello della moglie, si sia rinchiuso in una rete di menzogne dalla quale è uscito solo suicidandosi dopo aver brutalmente massacrato moglie e figli per paura che i secondi gli fossero portati via.
Abbiamo visto le responsabilità penali mediate. Qualcuno delinque col vostro Green Pass, sarete indagati voi. Sarete assolti, certo, ma innanzitutto vi siete rovinati per bene la vita.
Ma la vita ve la siete rovinata comunque.
Abbiamo detto che prima o poi un Green Pass falso viene scoperto e annullato. Più prima che poi.
E quando questo accade scattano dai sei mesi ai tre anni di reclusione per falsità in atti.
Chi invece acconsenta a prestare il proprio Green Pass ad un amico o “uno che ha bisogno per lavorare” proverà l’esaltante emozione di diventare correo e accessorio nel reato di sostituzione di persona.
Perché vuoi rispettare le leggi?
In questo caso ti conviene farlo perché due dosi di vaccino più booster sono senz’altro una soluzione migliore rispetto a pagare 150 euro ad uno sconosciuto che ti ricatterà a vita, avere un narcotrafficante colombiano che gira con copie dei tuoi documenti in tasca che usa per comprare droga, armi, foto pedopornografiche e andare per bordelli con schiave bambine pagando tutto con moneta tracciabile a tuo nome e trovarti una bella mattina a biascicare scuse al tuo datore di lavoro o al barista mentre ti vengono contestati i reati di falsità in atti e sostituzione di persona.
Non molto guerriero, non molto leonino.
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