Anche Stephen King in coda per il vaccino contro COVID19: sfida all’Infodemia
Abbiamo anche Stephen King in coda per il vaccino contro COVID19. Per sua stessa ammissione
As a kid of 5 or 6, I lined up with other little people to get the Polio Vaccine. As a man of 73, I’ll line up for the Covid Vaccine as soon as I’m told it’s time.
— Stephen King (@StephenKing) December 4, 2020
“Quando ero un bambino di cinque o sei anni mi sono messo in coda con altri bimbi per vaccinarmi contro la Poliomielite. Ora che sono un uomo di 73 anni, sarò in coda per il vaccino contro COVID19 appena mi diranno che è il mio turno
In un tweet che al momento della stesura ha superato i 4000 retweet e le 69000 reazioni.
Alcune, al momento in minoranza, di negazionisti antivaccinisti pronti a svilire il suo gesto. Molti di speranza, molti altri di ricordi: la generazione della Polio riunita per ricordare i piccoli rituali di quei tempi così lontani e così vicini.
Come la zolletta di zucchero, la piccola cicatrice sul braccio, la paura di chi avendo un bambino temeva di non arrivare in tempo al vaccino e che la Polio lo colpisse per primo rendendolo invalido fino alla fine dei suoi giorni, e chi ricorda che se il prezzo dell’immunità di gregge da vaccino è solo una puntura o due, il prezzo dell’immunità di gregge “naturale” è una intera generazione decimata dalla morte e resa vulnerabile da malattie gravi e invalidanti.
Anche Stephen King in coda per il vaccino contro COVID19: i precedenti
Stephen King è solo l’ultimo, e speriamo non il solo personaggio che annuncia il suo intento vaccinale.
Segue infatti il dottor Pregliasco in Italia, disponibile a vaccinarsi in diretta (e, per quel poco che contiamo, anche noi tutti dello Staff di Bufale, come Stephen King saremo in coda per il vaccino un’ora prima dell’appuntamento previsto), il Ministro della Sanità Inglese Matt Hancock nel Regno Unito e gli ex presidenti Obama, Clinton e Bush negli USA.
Non è la prima volta peraltro, ricordiamo, che un volto amato o un personaggio del mondo istituzionale si presta alla lotta all’infodemia. Celebre fu la vaccinazione in diretta televisiva nel 1956 di Elvis Presley all’Ed Sullivan Show.
Anche in quei tempi l’infodemia e l’antivaccinismo rampante rischiavano di gettare immotivati dubbi tra i giovani, condannati dalla Poliomielite ad una vita di invalidità e troppo spesso di prigionia nei “polmoni di acciaio”.
Elvis Presley, idolo dei giovani, riuscì nel suo intento e a seguito del suo gesto le vaccinazioni risalirono fino a consentire l’abbattimento e infine la sconfitta del terribile flagello.
Il problema è sempre quello: l’unica risposta da dare a chi cerca di affossare lo sforzo vaccinale con l’Infodemia, è un momento collettivo di dimostrazione del loro torto.
E se qualcuno continuerà a dire che “il famoso X si è iniettato i vaccini falzi” (sic!), buona fortuna quando l’intera società civile dimostrerà il suo valore vaccinandosi.
Foto: (Stephanie Lawton [CC / Flickr])
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