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Anche Benito Mussolini profeta del Covid? No, la citazione sul “pericolo giallo” è un falso

Stiamo terminando il debunking sulle varie profezie attribuite a Nostradamus. Abbiamo imparato che ai complottisti resta ancora tanta strada da fare prima di arrivare alla visione in prospettiva di Piero Fassino, ma non restiamo sorpresi. Il mendicante del web ha sempre bisogno di cercare nuove firme autorevoli alle quali inventare attribuzioni, e quando non si tratta di Oriana FallaciVladimir PutinPier Paolo Pasolini ecco che dal cilindro fa capolino Benito Mussolini. A questo giro il complottista opera lo sforzo di attribuirgli una profezia sulla pandemia del Covid-19 con tanto di collocazione nel tempo e nel contesto.

Attenzione al pericolo giallo! Nei prossimi decenni ci dovremo guardare dall’espansionismo cinese! Invaderanno il mondo con la loro smisurata prolificità, con i loro prodotti a basso costo e con le epidemie che coltivano al loro interno!

Benito Mussolini, 1927. Discorso di saluto a Galeazzo Ciano nominato ambasciatore a Shanghai

Anche a questo giro il complottista a caccia di autori credibili arriva tardi. Durante la scorsa ondata Vittorio Di Battista aveva pubblicato la stessa citazione e anch’egli era caduto in errore. Parliamo di errore perché Benito Mussolini non pronunciò mai tale discorso. Soprattutto è errata la collocazione temporale di Galeazzo CianoShanghai come ambasciatore nel 1927. Andiamo con ordine.

Nel 1927 Galeazzo Ciano era a Pechino come segretario di legazione, non a Shanghai come ambasciatore

Nel 1927 Galeazzo Ciano non era stato nominato ambasciatore italiano a Shanghai, ma fu inviato a Pechino come segretario di legazione alle dipendenze di Daniele Varè, ministro plenipotenziario. Per intenderci, si definisce segretario di legazione il primo step della carriera diplomatica mentre un “ministro plenipotenziario” è di norma un solo grado al di sotto la carica di ambasciatore.

In poche parole Galeazzo Ciano non aveva ruoli di importanza rilevante e per questo motivo non esiste traccia di un discorso pubblico fatto da Mussolini per onorare la sua partenza a Pechino.

1930: Galeazzo Ciano sposa Edda Mussolini e parte per Shanghai come console italiano

Il 24 aprile 1930 Galeazzo Ciano sposò Edda Mussolini e nel mese di maggio partì per Shanghai come ambasciatore. Il loro soggiorno fu documentato dall’Istituto Luce di cui vi riportiamo un documento presente negli archivi e trasmesso anche dalla Rai nel 1994.

I colleghi di Facta e gli autori di Historical Eye, in ogni caso, ricordano che i discorsi pubblici pronunciati da Benito Mussolini nel 1930 sono consultabili in un volume pubblicato nel 1931 e consultabile online a questo indirizzo cliccando sul tasto “sfoglia”. Ora, prendiamo come punti di riferimento i mesi di aprile (matrimonio tra Galeazzo ed Edda) e maggio (partenza della coppia per Shanghai) e nonostante la ricerca di parole come “pericolo giallo” all’interno del documento non porti risultati concentriamoci anche sull’indice dei discorsi, presente alla fine del documento.

Il 22 aprile 1930 Benito Mussolini pronunciò un discorso “Per l’inaugurazione del Consiglio Nazionale delle Corporazioni” a Roma, più precisamente nell’aula magna del Palazzo Senatorio in Campidoglio. Se consultiamo la trascrizione di quel discorso, a pagina 39 del documento, non troviamo alcun riferimento alla Cina, a Shanghai e tanto meno a Edda Mussolini e Galeazzo Ciano.

Dal 5 al 26 maggio 1930 Benito Mussolini pronunciò vari discorsi, e in nessuno di questi viene menzionata la Cina né il matrimonio tra i due neo sposi, tanto meno il viaggio della coppia a Shanghai. Possiamo consultare tutte le pagine riportate nell’indice dei capitolo e ci accorgeremo di non trovare alcun riscontro sul discorso contro il “pericolo giallo”.

Mussolini sulla Cina nel 1927: il Discorso dell’Ascensione

Per continuare la nostra analisi facciamo un passo a ritroso per ritornare al 1927, anno in cui effettivamente si trova un riscontro su un discorso del Duce in termini di lotta alla mafia in cui compaiono riferimenti alla Cina. Sì, ci avviciniamo a quanto riportato nel meme: Mussolini parla della Cina nel 1927, ma ciò che troviamo non corrisponde in alcun punto a una profezia sulla pandemia.

Esiste un riferimento a ciò che Mussolini indica come “Oriente” in un documento conservato nell’archivio storico della Camera a questo indirizzo. La data riportata è 26 maggio 1927. Il Duce parlava di sanità pubblica e indicava l’“Oriente” con queste parole:

Le malattie cosiddette sociali segnano una recrudescenza. Bisogna preoccuparsene e preoccuparsene in tempo. Intanto, che cosa ha fatto la Direzione generale di sanità? Moltissime cose, che io vi leggo, non fosse altro per la documentazione necessaria. Ha, prima di tutto, intensificata la difesa sanitaria alle frontiere marittime e terrestri della Nazione. Sotto la diretta sorveglianza degli organi della sanità pubblica, si sono derattizzati novemila bastimenti, cioè si sono uccisi quei roditori che portano dall’Oriente malattie contagiose: quell’Oriente donde ci vengono molte cose gentili, febbre gialla e bolscevismo.

Nient’altro. In nessuna altra parte del documento (CTRL+F, digitare “oriente” e premere invio) si trovano riferimenti all’Oriente e in nessun punto del discorso (sempre CTRL+F, digitare “pericolo giallo” e premere invio) si trovano riferimenti al “pericolo giallo”. Benito Mussolini, in poche parole, ricordava che dall’Oriente era arrivata la peste nera veicolata dai roditori dall’Asia Centrale.

Conclusione: si tratta di una bufala

Una frase inventata resta una frase inventata. Non esiste alcun riscontro di un discorso di Benito Mussolini sul “pericolo giallo” nemmeno nel famoso Discorso sull’Ascensione e tanto meno in riferimento alla partenza di Galeazzo Ciano, che nel 1927 non partì per Shanghai come ambasciatore ma per Pechino come segretario di legazione, un ruolo di sicuro inferiore rispetto a quello dell’ambasciatore e per questo non meritevole di discorsi pubblici.

Mussolini non fu profeta della pandemia e per questo, data l’inesistenza del discorso a lui attribuito da un’immagine creata ad hoc, parliamo di bufala.

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