I nostri lettori ci segnalano un video violento e disturbante che mostra le immagini di un uomo che picchia violentemente un bambino facendo uso di calci e di un bastone.
Per ovvie ragioni non incorporeremo il video segnalato. Il filmato è stato postato il 30 giugno dalla pagina Facebook Zgoomklzlhoa con la didascalia «Vi prego, condividete questo video e fate in modo che la Polizia lo veda e farmi questo criminale». La violenza brutale dell’uomo ha scatenato i commenti da ogni parte del mondo. Il bambino vittima della violenza piange e grida terrorizzato.
Trovare informazioni sui motori di ricerca si rivela complicato, per questo parliamo di analisi in corso. Le fonti provengono dalla Cina, in particolare dal social network Weibo (il 30 giugno) ma anche da alcune conversazioni di WeChat (9 luglio):
Il 1° luglio il sito Sohu.com ha pubblicato una piccola indagine citando come fonte l’Ufficio di Pubblica Sicurezza della città di Ma’anshan, che ha dichiarato che il video virale è arrivato tramite la piattaforma WeChat. La Polizia di Netan, un distaccamento di Ma’anshan, il 28 giugno ha dichiarato che le immagini provengono dalla contea di Muyang e che l’uomo è il padre del bambino.
Sohu.com riporta che il bambino si stava per arrampicare su un palo dell’alta tensione e che il padre, per redarguirlo e spaventarlo, gli ha inflitto la violenta punizione.
La polizia di Changsha, poco dopo, ha invitato gli utenti a non condividere il video soprattutto perché, in circolazione, esistono varie versioni sul luogo di provenienza. Gli utenti, intanto, continuano a far girare il video e a sostenere che l’uomo sia il padre adottivo del bambino.
Il 2 luglio jfdailycom ha aggiunto elementi all’indagine. Secondo la Polizia di Jiangsu, il bambino ha 6 anni e il padre è biologico. Ancora, jfdaily.com riporta che il 27 giugno la polizia di Xianyang ha dichiarato che le riprese sono avvenute nel villaggio di Bujia Xifeng, ma non è possibile confermare. Le voci circa la natura del video, le riprese, il luogo e i protagonisti si rincorrono ma non emerge la realtà dei fatti.
Siamo dunque in Cina e le fonti convengono nel fatto che il brutale atteggiamento dell’uomo sia una punizione messa in atto per aver visto il bambino tentare di arrampicarsi su un palo dell’alta tensione.
Di fatto, però, non esistono ancora riscontri sulle fonti autorevoli (i siti citati non contengono collegamenti ipertestuali) e, per il momento, le immagini non trovano spiegazioni.
Saremo lieti di aggiornarvi in un prossimo articolo.
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