Il 12 Gennaio 2017 pubblicavamo la nostra conferma sul caso delle zampe d’orso servite in un ristorante cinese a Padova, al civico 9 di Corso Stati Uniti nel complesso del China Ingross.
Un breve riepilogo
Il 28 Novembre 2016 alcuni clienti del ristorante Yi Hia Ren notarono che a un tavolo di commensali cinesi veniva servito un piatto sospetto e allertarono i Carabinieri del Nas. Dalla perquisizione vennero rinvenuti 55 chili di carne di ignota provenienza. Lingli Zhu, moglie del ristoratore Xiaodong Feng, al Mattino di Padova spiegava che le zampe d’orso provenivano dalla Slovenia ed erano state portate da un amico commerciante, cinese anch’egli, con la richiesta di cucinarle per alcuni amici. Il pm Benedetto Roberti ha poi messo sotto inchiesta il titolare del ristorante e l’amico procacciatore per violazione delle norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio.
Oggi alcuni lettori ci segnalano una serie di notizie, quasi a integrare il caso, che riportano una novità. Sulla stampa internazionale troviamo:
Si dice, in sostanza, che la misteriosa pietanza non riguardasse zampe d’orso ma piedi umani. Un cliente del ristorante – di cui non viene fatto il nome – sarebbe riuscito a recarsi di soppiatto nelle cucine prima che la portata incriminata fosse pronta per il tavolo di cinesi che l’avevano ordinata, e avrebbe scattato una foto. Successivamente avrebbe postato online lo scatto per poi sottoporlo alle autorità. Nel corso del loro intervento, i Carabinieri dei Nas non avrebbero rilevato carne d’orso, ma cosce di rana e carne di granchio scadute dal mese di Novembre, unite a uno stato di sporco considerevole nelle cucine. Gli agenti avrebbero poi chiesto consulenza a un medico legale che constatò, dalla foto postata online, che quanto si vedeva era ben lontano dall’aspetto di zampe d’orso, essendo più riconducibile a piedi umani.
Troviamo riferimenti sulle testate nazionali Leggo, Il Giornale e Il Gazzettino. Sul Gazzettino, soprattutto, leggiamo che la foto era stata scattata dal ristoratore stesso prima di mandare in cottura le presunte zampe, e sempre lui aveva postato l’immagine su Facebook. Solo dopo la condivisione sul social network sarebbe scattata la segnalazione di un cliente. Si presenta anche la possibilità che la foto fosse scherzosa.
Non si dispone, al momento, di altro materiale. Sull’identità del cliente e del medico legale consultato dai Carabinieri non vi sono riscontri, e tutte le testate messe a confronto sono allineate sugli stessi contenuti. Possiamo affermare che la nostra analisi sia ancora in corso.
Saremo lieti di aggiornarvi in un prossimo articolo.
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