Fa discutere ed è motivo di fraintendimenti un comunicato pubblicato da Amnesty International su Covid-19 e vaccini, argomenti che creano forti divisioni anche di fronte alla chiarezza di un testo. La ONG ha pubblicato la nota il 14 gennaio 2022, e sui social viene dato largo spazio alle interpretazioni arbitrarie. In realtà la posizione di Amnesty International è molto chiara e per comprenderla è sufficiente leggere attentamente. Vediamo insieme i punti più salienti.
Anche gli amici di Giornalettismo in un articolo dedicato hanno fatto opera di semplificazione. Per meglio facilitare la lettura e la comprensione del comunicato divideremo questo nostro approfondimento in 3 punti fondamentali.
Come è noto, il 24 dicembre 2021 è stato emanato il decreto legge n. 221 nel quale lo stato di emergenza è stato prorogato al 31 marzo 2022.
Nella sua nota, Amnesty International ricorda che seppur lo stato di emergenza non sia previsto dalla Costituzione, è comunque garantito dal decreto legislativo 1/2018 (qui) e per questo chiede al governo di “riconsiderare la proroga di tali misure oltre il 31 marzo 2022” (“riconsiderare”, non “annullare”) e che tali disposizioni rispondano ai principi di necessità, temporaneità e proporzionalità.
Infine, affinché la popolazione sia sempre più responsabile, Amnesty incoraggia il governo, l’ISS, l’AIFA e la Protezione Civile a “promuovere forme di comunicazione chiare e inclusive”. In più occasioni, infatti, la popolazione si è lamentata per le comunicazioni lacunose su più aspetti delle restrizioni anti Covid.
Amnesty International non parla soltanto di vaccinazione obbligatoria, bensì – e soprattutto – di accesso ai vaccini. Prima dell’accesso ai vaccini da parte di ogni tipo di popolazione, la ONG chiede l’accesso a “informazioni accurate e tempestive”, prima ancora della vaccinazione obbligatoria.
Amnesty non è pienamente favorevole alla “vaccinazione obbligatoria generalizzata” ed esorta gli Stati a ricorrervi solamente come unica risorsa. Testualmente, Amnesty scrive:
Amnesty International riconosce che ci sono alcune eccezioni limitate che possono permettere agli stati di imporre l’obbligo di vaccinazione, purché questi requisiti soddisfino i principi di legalità, legittimità, necessità, proporzionalità e non discriminazione. Questo significa che ci sono casi in cui l’obbligo di vaccinazione può essere giustificato, purché sia stabilito dalla legge, ritenuto necessario e proporzionato a uno scopo legittimo legato alla protezione della salute pubblica.
Dopo restrizioni e vaccini, il green pass è il nuovo seme della discordia che divide il mondo intero. Anche su questo argomento Amnesty International dice la sua, e lo fa esortando il governo a utilizzare il green pass “per un tempo limitato” e senza ledere i diritti fondamentali della popolazione (lavoro, salute), soprattutto per i pazienti non Covid bisognosi di cure che “non devono essere penalizzati”.
A questo punto Amnesty International si pronuncia anche sui non vaccinati, per i quali chiede misure alternative (mascherine, test Covid) per permettere loro di lavorare e usare i mezzi di trasporto senza discriminazioni.
Nessuna opposizione alla proroga dello stato di emergenza, al vaccino obbligatorio e al green pass rafforzato: il comunicato di Amnesty International sul Covid-19 altro non che un promemoria sui diritti umani, con diverse sollecitazioni rivolte al governo affinché vi sia una comunicazione migliore ma soprattutto si rispettino proporzioni, temporaneità e necessità senza limitare i diritti della popolazione.
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