Amber Heard intende ricorrere in appello: lo spettro della bancarotta, prospettive economiche

di Bufale.net Team |

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Amber Heard intende ricorrere in appello: lo spettro della bancarotta, prospettive economiche Bufale.net

Amber Heard intende ricorrere in appello, questo lo sapevamo. E potrebbe essere l’unica soluzione per rimandare una situazione che buona non è.

Premesse essenziali: nessuna delle due parti rischia conseguenze penali da un procedimento civile. Obiettivo della causa non è mai stato discutere delle accuse di maltrattamento scagliate tra gli ex coniugi, ma decidere se le dichiarazioni di entrambi abbiano danneggiato chi e come.

Ciò posto, sappiamo che anche a fronte di una riduzione del danno riconosciuto a Depp di cui abbiamo parlato, la somma dovuta è comunque decisamente consistente.

Abbiamo anche anticipato che lo scotto economico che Depp ha pagato in questi anni, tra perdita di proficui contratti, spese di giudizio e i riconosciuti due milioni di dollari ha senz’altro avuto un peso sulla sua carriera e vita futura non da sottovalutarsi.

Ma il risarcimento danni imposto ad Amber Heard, pari al netto del risarcimento ottenuto da Depp e delle “riduzioni” di cui abbiamo parlato ad oltre otto milioni di dollari rischia di essere un macigno sulla sua carriera e vita economica.

L’avvocato Sandra Spurgeon, dell’omonimo studio nel Kentucky, ha rilasciato una possibile e ragionata analisi a CBS Legal, riportata da Daily Mail, difficile da non sposare in toto.

Amber Heard intende ricorrere in appello: lo spettro della bancarotta, prospettive economiche

Per esaminarla partiamo da ciò che conosciamo anche noi. Ricordiamo che si tratta di un processo civile per danni, il cui scopo è appurare l’esistenza di un debito nei confronti di qualcun altro.

Una delle possibili scelte è dichiarare di non avere soldi con cui pagare. Cosa che succede in ogni tribunale di ogni parte del mondo.

Cosa che i legali di Heard hanno fatto, annunciando l’appello e dichiarando la loro cliente “assolutamente incapace di pagare”.

Somma pari a più del doppio di quanto ottenuto in divorzio: vi risparmieremo la linea di difesa di Heard secondo cui la “potenza” di Depp avrebbe causato la soccombenza processuale. Se infatti nel Penale nessuno può essere obbligato ad accusarsi di un crimine, nel Civile nessuno sano di mente ammetterebbe a cuor leggero di dovere ad un’altra persona un vero e proprio patrimonio.

La scelta dell’appello sembra la più logica, ma non risolve e neppure sposta il problema.

I legali di Depp potrebbero chiedere in ogni momento di onorare la sentenza, e sia pur con una sentenza che consente alla Heard un tempo di trenta anni per pagare il debito, l’appello non influirebbe su tale somma e avrebbe con se il rischio di far lievitare le spese processuali.

Resta la possibilità aperta a tutti coloro dichiarati debitori di qualcun altro in una sentenza che non hanno di che pagare: proporre un accordo, una dilazione  o uno “sconto”, rimettendosi alla “carità” del creditore.

Depp del resto ha già ottenuto buona parte del suo obiettivo, una catarsi e pubblica riabilitazione in una mutevole opinione pubblica passata dal vederlo come un nemico pubblico da “cancellare” al vederlo come una figura da riabilitare. Questo, si intende, prendendo per buone le sue stesse dichiarazioni. Non possiamo sapere cosa passi nella mente delle parti, e francamente poco ci importa.

Dal punto di vista psicologico Depp potrebbe accettare “la sentenza che gli ha restituito la vita” come un successo e “venire incontro” alla richiesta dell’ex coniuge, contentandosi di meno. O potrebbe non farlo, non lo sappiamo.

Altra via possibile per gli americani ma non per noi è dichiarare bancarotta, cosa che in molti stati americani è possibile anche per il privato (cosa simile ma non del tutto sovrapponibile alla nostra esdebitazione, per provare a capirci).

Oppure il pignoramento di parte dei suoi futuri guadagni, cosa, per capirci, affine ad una cessione del quinto di stipendio legata alla sua carriera futura.

Il che ci apre al secondo problema: Amber Heard potrebbe non avere più una carriera, o quantomeno subire dagli esiti processuali un danno pari a quello che di fatto ha bloccato la carriera di Depp.

Le prospettive future (al momento poco rosee) per Amber Heard

Abbiamo già visto come il mutevole popolo della rete ha chiesto l’impossibile cacciata retroattiva di Amber Heard da Aquaman 2.

E di come il minutaggio contenente Amber Heard sia stato, a detta dell’attrice stessa, ridotto. Per motivi indipendenti dalla causa, sappiamo al momento. Ma quello che ci ricorda il Daily Mail è che in tempi di litigiosità, “cancellazione” e movimenti di opinione pronti a danneggiare la campagna promozionale migliore con l’attenzione intorno ad un determinato personaggio, sia Depp che Heard escono da questa vicenda con le ossa fratturate.

Secondo l’esperto di pubbliche relazioni inglese Mark Borkowski, l’intera vicenda renderà le major di Hollwood estremamente caute prima di rischiare le attenzioni della Rete che colpirebbero una produzione.

Sin dal momento del casting, si dovrebbe tenere in conto una petizione come quella per Aquaman 2 ed altre azioni controproducenti.

Per la consulente Alexandra Villa di In House PR Deep non è uscito dai guai, e la Heard potrebbe esserci finita.

Una grande produzione Hollywoodiana li eviterebbe per evitare un danno di immagine, una piccola produzione non potrebbe permettersi il danno economico di vedere un progetto potenzialmente in grado di mandarla in bancarotta franare perché il “popolo della Rete” ha deciso che i nomi sul cartellone gli sono diventati odiosi.

Situazione che per Janet Comenos (Spotted Media) potrebbe sostanzialmente migliorare per Deep (ci permettiamo di aggiungere, se la situazione non evolvesse magmaticamente) ma non può che peggiorare per la Heard.

Inoltre per far soldi bisogna avere soldi: prendendo per vere le parole dei legali della Heard sul non avere i soldi per pagare, e considerando che l’appello non rimuoverebbe il problema Amber Heard non avrebbe neppure i soldi da dedicare alle opere di carità necessarie per mantenere la propria immagine pubblica di filantropa e sostenitrice dei diritti.

Le carriere di entrambi si sono letteralmente autodistrutte, possiamo provare a ipotizzare chi riuscirà a ricrearne una prima ma, considerando le confesse difficoltà economiche della Heard, per lei le cose si mettono male.

Foto da ANSA

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