All’Inferno ascoltano Rihanna: parola di prete resuscitato
All’Inferno ascoltano Rihanna: questa è una delle cose che scopriamo da quel TikTok che ci ha purtroppo donato molte “sfide virali” di dubbio gusto e diverse fake news.
TikTok che ora tracima nel teologico. E un teologico decisamente curioso.
All’Inferno ascoltano Rihanna: parola di prete resuscitato
L’ormai desueta teoria del rock come musica di Satana, che ormai sembra aver coinvolto il Pop trasformando Satanasso nel produttore musicale più prolifico di ogni tempo, si unisce ai social ed alla predicazione in un messaggio 2.0 che sta invadendo i nostri social e la nostra stampa.
In un post TikTok di Dicembre, ma viralizzato nel mondo solo in questi giorni, un predicatore e sacerdote americano dichiara di essere finito all’Inferno dopo un attacco cardiaco, producendosi in una serie di informazioni.
Scopriamo che l’Inferno è un posto fisico, che si trova al centro della Terra (astenersi terrapiattisti dunque) e popolato da demoni che trascinano le catene di dannati in fiamme dopo averli tentati per tutta la loro vita.
Sopratutto, i demoni pare siano fan di Rihanna, o almeno all’Inferno ascoltano Rihanna come parte delle punizioni, o forse come musica di ambiente. Ovviamente, per mancanza della vera Rihanna, è più tipo la serata delle cover di Sanremo, con dei diavoli che si cimentano nella produzione dell’artista, soffermandosi su “Umbrella” di Rihanna e “Don’t worry, be happy” di Bobby McFerrin.
Le canzoni infernali
Va detto che parliamo di canzoni decisamente allegre, oserei dire inadatte ai tormenti eterni: ma il nostro predicatore ha una spiegazione per tutto. Si tratta di cover sataniche, il cui scopo è “punire gli uomini per non aver adorato Dio tramite la musica”.
Il tutto però senza dirci qual è il genere di musica preferito dalle sfere celesti, lasciandoci un po’ nel dubbio, ad esempio, su dove classificare Mahmood, i Maneskin, Tananai, Ultimo e Orietta Berti con Sanremo 2023 che si approssima.
Anche questo però ha una spiegazione quasi filosofica: se per Rimbaud il poeta era un “ladro di fuoco” che non creava la Poesia, ma la portava nel nostro mondo da universi lontani, il cantante è più un “ladro di droga” che grazie agli spinelli ruba le canzonette ai satanassi per venderle alle Major musicali e incitare comportamenti peccaminosi nel pubblico.
Anche il nostro predicatore confessa di essere stato lì per un motivo, dato che i satanassi gli comunicavano telepaticamente nozioni infernali e i peccati dei presenti: la sua incapacità di perdonare profondamente il prossimo.
Peccato che comporta come pena aggiuntiva l’ascolto forzato di Rihanna: e anche qui ci scappa una citazione musicale. Già Elio e le Storie Tese, nel celebre “Il Vitello dai Piedi di Balsa” avevano previsto come pena per l’invenzione di una storia falsa, oltre all’asportazione dei piedi stessa, l’ascolto forzato di Pulun Vage Sudu Raula Digay dall’album “The Los Sri Lanka Parakramabahu Brothers featuring Elio e le Storie Tese”.
Quegli Elii che avevano anche loro dedicato una canzone agli orrori dell’Inferno, “Dannati Forever”, popolandolo di “Onanisti, Comunisti e Genghis Khan”.
E alla fine tutto torna.
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