Sì, ci risiamo.
Era il 17 novembre 2016 quando pubblicavamo un nostro articolo su una vecchia versione della catena allarmista di messaggi che mettono in guardia sulla possibilità di vedere il proprio profilo duplicato. Nella versione precedente, il viralizzatore scriveva:
Quasi tutti i profili FB sono stati duplicati. Siete pregati di non accettare una mia seconda richiesta di amicizia con il mio nome e la mia foto. Non due profili. Copiate ed incollate sul vostro diario.
Il viralizzatore preferisce il copia-incolla alla condivisione per il semplice motivo di rendersi non rintracciabile e non sentirsi dire “Ma va’? Ma dai? Serio?”.
Oggi lo stesso messaggio è stato riformulato e diffuso con queste parole:
Allarme… occhio! È stato scoperto un nuovo modo di giocare con la tua vita. Prendono la tua foto dal tuo profilo, copiano il tuo nome e creano un nuovo account su FB. Poi chiedono ai tuoi amici di nuovo l’amicizia per aggiungerli. I tuoi amici pensano che sei tu e accettano. Da quel momento possono scrivere e pubblicare quello che vogliono con il tuo nome.Cari amici miei, che avete già la mia amicizia su Facebook, non accettate nessuna richiesta nuova da parte mia. Non ho nuovi profili. Copia questo messaggio nella tua bacheca per informare il più possibile ma non condividere su Facebook. Far circolare. NON ACCETTATE ALTRE RICHIESTE CON IL MIO NOME
Come nel precedente articolo, vi ricordiamo che una tale pratica è sempre esistita e il sottoscritto ricorda i tempi di MSN Messenger, quando già andava di moda rovinare la reputazione di un utente duplicando il suo profilo e chattando con i suoi contatti. Avevamo scomodato un articolo di Optimagazine: «Far circolare questi annunci serve a poco – scrivono – mentre è buona regola effettuare sempre le opportune verifiche quando riceviamo richieste di amicizia da parte di persone che in realtà abbiamo tra i contatti su Facebook da molto tempo».
È sempre d’uopo verificare sempre l’affidabilità dei contatti che aggiungiamo alla nostra lista di amici. Esiste anche una copertura legale, secondo l’articolo 494 del Codice Penale sul reato di sostituzione di persona. L’avevamo riportato nel vecchio articolo, ma ve lo riproponiamo:
Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all’altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, è punito, se il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino ad un anno.
Non è dunque necessario diffondere catene e obbedire alla richiesta di copia-incolla che si riceve dal proprio cugino o il proprio vicino di casa (quello a cui manca sempre il sale), considerando che si tratta di un’ovvietà intrisa di allarmismo sensazionalistico.
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