In molti ci avete segnalato un articolo pubblicato sul sito ReteNews24 dal titolo “Terrorsimo, WhatsApp a rischio chiusura: L’annuncio del primo ministro inglese“.
Secondo quanto riportato dall’articolo, le famose App di messaggistica istantanea come Whatsapp, iMessage, Telegram e Cyberdust, potrebbero diventare fuorilegge se le agenzie governative britanniche e gli organi di polizia non potranno accedere alle conversazioni crittografate. In Gran Bretagna sono in piena campagna elettorale, l’attuale Premier David Cameron lancia questa proposta sull’onda emotiva “Charlie Hebdo” e la lotta al terrorismo.
Come avrete ben capito la questione non riguarda l’Italia, ma la Gran Bretagna, quindi è inutile creare al momento inutili allarmismi nel nostro Paese.
Le informazioni relative ad una possibile lettura dei messaggi da parte dei servizi segreti è confusionale. Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano potrebbero farlo anche senza mandato:
Al momento i servizi di sicurezza, anche senza mandato, possono leggere i messaggi di Whatsapp che ha introdotto la la crittografia end-to-end.
La Stampa, lo scorso novembre 2014, dichiara il contrario:
[…] … il monitoraggio appare un po’ più difficile, dato che nemmeno WhatsApp disporrebbe della chiave di cifratura.
Sul piano tecnico, dietro il nuovo sistema di crittografia end-to-end utilizzato da WhatsApp, c’è la tecnologia sviluppata da Open Whisper Systems, un’associazione no-profit che già ha ideato il popolare protocollo di messaggistica TextSecure, usato finora però per lo più soltanto da smanettoni ultra sensibili al tema della privacy.
Sul piano ideologico, dietro la svolta sembra esserci anche la particolare esperienza di vita del fondatore di WhatsApp Jan Koum che, cresciuto nell’Ucraina degli anni ’80, quando il paese ancora faceva parte dell’Unione Sovietica, è comprensibilmente insofferente di tutto quanto ha a che fare con la sorveglianza delle persone. Criticato al momento della vendita del prodotto a Facebook, aveva giurato che non sarebbe cambiato niente, e che avrebbe difeso i propri valori. Pare che abbia mantenuto la parola.
Anche il Post riporta un’informazione simile aggiungendo:
Se WhatsApp ricevesse un’ingiunzione da parte della magistratura, per esempio, non potrebbe rendere noto il contenuto delle comunicazioni tra due o più suoi utenti perché non avrebbe i mezzi per decodificarli.
Ricordiamo che ora Whatsapp è di proprietà Facebook, ma Koum ricorda sempre un suo vecchio appunto con tre regole fondamentali: “Niente pubblicità! Niente giochi! Niente trucchetti!”. Staremo a vedere se Facebook darà in qualche modo accesso e quale sarà l’eventuale reazione degli utenti. Capirete, inoltre, che una proposta del genere potrebbe far cambiare App di messaggistica istantanea o sistemi di comunicazione ai terroristi che prima ne facevano uso.
Qualcuno ha contestato un’eventuale “abolizione” del protocollo di sicurezza Secure Sockets Layer (SSL), ma se si puntasse il dito su questo punto sarebbe un autogoal clamoroso per chiunque visto che attraverso quello stesso protocollo si svolgono operazioni delicate come le operazioni bancarie.
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