Categorie: Allarmismo

ALLARMISMO Previsto un terremoto devastante in Italia, ma la popolazione non viene allertata – Bufale.net


Circola un articolo dal titolo “Previsto un terremoto devastante in Italia, ma la popolazione non viene allertata“, pubblicato il 26 aprile 2015 da un sito facente parte della galassia “free” dell’hosting internazionale, Altervista.org. Parliamo del sito Telegrafo.altervista.org, nato di recente visto che il suo primo articolo risale al 18 aprile 2015 dal titolo “Come conquistare una donna“.
L’articolo in esame è il classico esempio di allarmismo misto complottismo, dove si preannuncia un disastro naturale imminente di cui la popolazione non viene allertata. Immaginate, probabilmente Renzi in questo momento sta preparando la scialuppa di salvataggio assieme agli altri capi di Stato come nel film “2012”, violando il copione visto che in quel film il Premier italiano preferisce rimanere in patria invece di imbarcarsi.

Torniamo seriamente al’articolo, partendo da un dato di fatto: il 26 aprile 2015 tutti parlavano del terremoto avvenuto in Nepal, era inevitabile che qualche presunto “burlone” avrebbe sfruttato l’occasione di parlare di un terremoto anche in Italia, infatti paura e allarme sono ottimi elementi che rendono una notizia virale. L’articolo in analisi è stato pubblicato la sera del 26 aprile 2015, precisamente alle ore 23:40 e 38 secondi, e ad oggi ha raccolto oltre 6 mila condivisioni su Facebook.

 
Riportiamo la prima parte dell’articolo in analisi:

È partito il conto alla rovescia, sono passati ormai 4 mesi da quando l’Istituto Nazionale di terremoti e movimento terra ha lanciato l’allarme rosso “il nostro Paese verrà investito da un terremoto devastante, pari al nono grado della scala magnitudo”, il sisma è previsto tra la fine del mese di maggio e la prima decade di giugno.

È già evidente un “errore”, probabilmente voluto, nel citare l’Istituto nazionale di competenza: non si chiama “Istituto Nazionale di terremoti e movimento terra“, bensì “Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia” (www.ingv.itCnt.rm.ingv.it). Capite subito la serietà dell’articolo.
Per garantire il livello di allarmismo sufficiente sono stati citati due mesi a noi vicini sul piano temporale, maggio e giugno. È davvero possibile prevedere il lasso di tempo in cui un terremoto potrebbe manifestarsi e la sua potenza distruttiva?
Se bisogna parlare di terremoti bisogna affidarsi a chi di questo tema se ne intende. Parliamo di Marco Mucciarelli, direttore del Centro Ricerche Sismologiche dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS), che già nel 2013 trattò il tema e dell’allarme nato da articoli simili che circolavano all’epoca nel web.
Ecco alcuni pezzi dell’intervista rilasciata a Caffè News il 25 giugno 2013:

Professore, ci spieghi: i terremoti si possono prevedere? Qualcuno ha letto nel suo post un tentativo in questa direzione.
Sorride. “Certo che no, i terremoti non si possono prevedere, se per prevedere s’intende dire con esattezza il quando, il dove e il quanto forte. Ma la statistica non è un’opinione, ma a modo suo una scienza esatta. Viviamo nel secondo periodo più lungo, in epoca storica, vale a dire da quando abbiamo notizie certe, senza forti terremoti. Dobbiamo prepararci, perché le probabilità che un sisma disastroso ritardi ancora sono ogni giorno più basse”.

I terremoti non si possono prevedere, ma ciò non vuol dire che non possano accadere. Pochi giorni prima dell’intervista rilasciata a Caffè News, precisamente il 15 giugno 2013, Marco Mucciarelli pubblicò nel suo blog un interessantissimo articolo dal titolo “Il prossimo terremoto forte in Italia e la Confederation Cup“, di cui riportiamo alcuni punti:

Non si tratta però di previsione (luogo, data e magnitudo precisi) quanto di una stima molto ragionevole.
In Italia ci sono stati tra il 1100 ed oggi 59 terremoti catastrofici (con magnitudo maggiore o uguale a 6.3). La loro distribuzione nel tempo è quella della figura qui sotto.

Il conto della serva ci dà una media di un terremoto ogni 900/59=15,25 anni. Ora, il terremoto dell’Irpinia nel 1980 è stato l’ultimo di questa classe di eventi, ormai 33 anni fa. Sono quindi passati più del doppio della media degli anni da quel terremoto, e già questo sarebbe preoccupante.
[…]
Se guardiamo quante volte ci sono stati intervalli più corti di 33 anni scopriamo che sono stati il 90%. Dovremmo essere molto fortunati per sperare che terremoti così forti ritardino ancora molto.

Un commentatore pone una domanda in merito ai recenti terremoti dell’Aquila e dell’Emilia Romagna: sono stati dimenticati nella stesura dell’articolo? La risposta da parte di Marco Mucciarelli è stata la seguente:

Entrambi rientrano nei conteggi dei terremoti forti, ma non sono stati terremoti catastrofici come quelli di Friuli o Irpinia, o prima ancora Avezzano o Messina. E’ di questa classe di terremoti che parla nella prima parte.

Continuiamo con l’analisi dell’articolo pubblicato dal sito Telegrafo.altervista.org, che conclude con una perla di complottismo utile a renderlo virale:

Perché lo Stato italiano si prepara all’ennesima strage annunciata? Perché i media non ne parlano e nessuno avvisa la popolazione? È in atto infatti un appalto targato Protezione Civile per 12 mila “soluzioni abitative in emergenza”, ovvero prefabbricati per terremotati. L’operazione è affidata ufficialmente alla Consip, una società per azioni, costituita nel 1997, che dipende dal Ministero dell’Economia e Finanze. Particolare significativo: questa Spa ha in mano il controllo del bilancio statale, nonché la sicurezza informatica della Pubblica Amministrazione.

Come abbiamo spiegato in precedenza, non è possibile prevedere ne luogo, ne data ne la forza di un terremoto, è quindi inutile allarmare la popolazione. L’unica cosa che si può fare è prevenire, ed è quello che è stato fatto dalla Protezione Civile con le citate 12 mila “soluzioni abitative di emergenza”. L’articolo parla di un appalto “in atto”, ma in realtà è stato pubblicato l’11 aprile 2013 con il termine di consegna fissato per il 10 giugno 2013. Bastava cercare nel sito della Consip e leggere il documento “gara SAE “Soluzioni Abitative in Emergenza” per la Protezione Civile, bando da 684 milioni di euro“:

Roma, 11 aprile 2013
Saranno individuati i fornitori di 12mila moduli abitativi da impiegare in caso di calamità naturale nell’arco dei prossimi sei anni. La convenzione si tradurrà in acquisto solo al verificarsi di effettive situazioni di emergenza

Parliamoci chiaro, l’articolo in questione non è altro che un insieme di copia e incolla di altri articoli pubblicati nel 2013, tra cui quello pubblicato da Gianni Lannes, di cui abbiamo parlato in alcuni articoli su Bufale.net, che parla proprio dell’appalto dei 12 mila moduli abitativi:

Articolo del 22 maggio 2013 del sito di Gianni Lannes


Un ritorno dal passato 2013 all’odierno 2015, sfruttando il recente terremoto avvenuto in Nepal, oltre 6 mila condivisioni e un guadagno in termini di monetizzazione tramite i banner pubblicitari grazie alla paura e alla paranoia generata online.
Evitiamo inutili allarmismi, preveniamo informandoci adeguatamente visitando anche il sito iononrischio.it e seguendo i consigli di Marco Mucciarelli nell’intervista rilasciata a Caffè News il 25 giugno 2013:

“I cittadini, per esempio. Invece di andare dai propri sindaci a chiedere l’ennesima deroga al piano regolatore generale, li incontrino per chieder conto del fatto che in pochi hanno adottato un piano di prevenzione sismico come prevede la legge. I primi cittadini sono i primi ufficiali di protezione civile. Nei fatti, invece, il rischio sismico aumenta giorno dopo giorno. Per fare un esempio, lo stesso terremoto di Avezzano del 1915, oggi farebbe ancora più morti, e più danni, perché da allora non è che non sia cambiato nulla, ma anzi la situazione è peggiorata”.
Peggiorata, in che senso?
“Nel senso che dagli anni quaranta agli anni sessanta i comuni facevano carte false pur di uscire dalla classificazione di rischio sismico, per poter edificare liberamente, e indiscriminatamente, producendo la devastazione del territorio che tutti conosciamo”.
Quindi, il suo non è allarmismo.
“Quanto ho scritto non è allarmismo. La parte peggiore la fanno i siti di sismologia commerciale, che per un click in più sui loro banner a pagamento sono disposti ad uscire con titoli fuorvianti e sensazionalistici. Quanto ho scritto è un dato di fatto. Bisogna capire che il terremoto non è un evento magico, anche se evoca da sempre le peggiori paure e i più grandi fantasmi. Ma il tempo degli indovini che, scrutando il cielo, vaticinano il volere degli Dei s’è concluso da un pezzo”.

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