Il 28 agosto 2015 il sito Centrometeoitaliano pubblica un articolo dal titolo “Peste bubbonica, è allarme negli Stati Uniti“, il quale riporta la notizia secondo cui negli Stati Uniti sono state registrate quattro morti di peste bubbonica. Ne riportiamo il testo:
Salgono a 4 i decessi per l’epidemia che ha coinvolto 7 stati americani
Peste bubbonica, è allarme negli Stati Uniti – Un anziano nello Utah è morto di peste bubbonica e aumentano negli Stati Uniti i timori di epidemia. Il caso è l’ultimo di una insidiosa malattia che ha provocato da aprile undici contagi e un totale di quattro decessi. Colpiti sette stati: oltre allo Utah, il Colorado, Arizona, New Mexico, California, Georgia e Oregon. L’ultima vittima aveva contratto la peste ai primi di agosto. La persona aveva passato di recente tempo in aree rurali e campeggi. Gli altri morti di peste nel corso dell’anno avevano 16, 52 e 79 anni.
Il picco di casi di peste del 2015 (già il doppio della media annuale) ha messo in allarme i Centers for Disease Control federali: «Non è chiaro perchè il numero di casi quest’anno è più alto del solito», ha detto un portavoce, mettendo i medici sul chi vive: è facile scambiarne i primi sintomi, che appaiono pochi giorni dopo l’esposizione, per una banale influenza o una infezione virale. La peste è una rara malattia infettiva causata da pulci infettate del coccobacillo Yersinia pestis, che vive nel loro apparato digerente, ed è stata per millenni uno dei flagelli più temuti e catastrofici del mondo.
Secondo l’Organizzazione Mondiale per la Sanità (Oms) ogni anno si registrano nel mondo dai 1000 ai 3000 casi di peste ogni anno. La malattia è fatale se non trattata prontamente con terapia antibiotica. Il tasso di mortalità per peste bubbonica va dal 66% al 93%, percentuale che scende al 16% se la malattia viene diagnosticata subito.
Rendiamoci conto che per epidemia si intende la manifestazione collettiva di una malattia che rapidamente si diffonde fino a colpire un gran numero di persone in un territorio più o meno vasto. L’articolo parla di 11 casi (in verità 12, con il decesso registrato nello Utah) registrati in 7 stati degli Stati Uniti, e non raggiungono nemmeno il picco più alto registrato negli ultimi anni.
La notizia riguardo ai 4 decessi venne diffusa dalla CNN il 27 agosto 2015, seguita da USAToday e dal The Guardian. In questi articoli viene citato solo il numero elevato di decessi rispetto alla media, ma nessuno ipotizza alcun timore di un epidemia, al contrario affermano che è una malattia conosciuta e si registrano casi ogni anno soprattutto nelle zone rurali, dove viene contratta la malattia tramite pulci e morsi di roditori:
CNN: “People are usually infected after a flea becomes infected from a rodent such as a rat, squirrel or chipmunk, and then transmits it to a person by biting them. […] The state has cases of animal plague almost every year, especially in rural areas.”
Il picco di casi di peste è già il doppio della media annuale? Ecco quanto riporta il The Guardian:
Anywhere between one and 17 cases of the illness have been reported each year in the US since 2000, according to the CDC.
Parliamo, quindi, di un numero di casi annuali che varia da 1 a 17 (registrati nel 2006).
Ecco quanto riportato dal Centers for Disease Control and Prevention (CDC) nella relazione “Human Plague — United States, 2015” (PDF) pubblicata il 25 agosto 2015:
Plague is a rare, life-threatening, flea-borne zoonosis caused by the bacterium Yersinia pestis. During 2001–2012, the annual number of human plague cases reported in the United States ranged from one to 17 (median = three cases)
Riportiamo di seguito la mappa, pubblicata nell’articolo del 25 agosto 2015 dal sito della CNN, con i casi registrati tra il 1970 al 2012 negli Stati Uniti.
“We don’t want people to panic but we do want people to be aware of the heightened risk,” said Dr. Natalie Kwit, a veterinarian with the division of vector borne diseases at the CDC.
Insomma, niente panico, ma è meglio che la popolazione americana si renda conto che questo problema esiste da decenni, che la peste non è mai scomparsa e che bisogna imparare a conoscerla e prevenirla.
Dello stesso avviso è il Dr Paul Mead del CDC nell’articolo del The Guardian:
However Dr Paul Mead said four deaths so far this year was not necessarily a cause for alarm. “Yes it’s twice as many, but when you’re dealing with small numbers, you have that kind of variation.”
Siamo di fronte ad un numero di casi doppio rispetto ad una media di casi tra il 2001 e il 2012, ma non ha raggiunto picchi come quelli registrati nel 2006 con ben 17 casi. Non si tratta di un epidemia e il CDC non ha lanciato alcun allarme, bensì cerca di informare gli americani che i casi di peste non sono una novità e che bisogna prevenire.
La foto ritrae l’opera dell’artista britannica Eleanor Crook (sito – pagina Facebook) dal titolo “Bubonic Plague Sculpture“, commissionata ed esposta al Gordon Museum di Londra.
Autori dell’articolo: Tiziano Marasco e David Tyto Puente.
Si ringrazia la gentile consulenza di Saverio Bellizzi, epidemiologo di MSF.
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