ALLARMISMO Le gallette di riso fanno male alla salute – bufale.net
Ci segnalano i nostri contatti una notizia relativa ad un alimento ubiquitario, le gallette di riso, secondo cui
Con l’arrivo dell’estate il consumo di gallette di riso sembra aumentare, questo perché è un prodotto molto utilizzato nelle diete, ma purtroppo non è la scelta migliore in quanto sembra che queste facciano male alla salute.
Questa è l’ultima notizia riguardo i prodotti che sarebbe meglio limitare ed in questo caso le gallette di riso risultano nocive per la presenza di arsenico, quindi per il momento è preferibile cercare di mangiarne pochi.
E’ la FDA, The Food and Drug Administration ad avere eseguito alcuni test, si tratta dell’organismo statunitense che controlla periodicamente gli alimenti e i medicinali a fine di scoprire se sono pericolosi per la salute.
Le gallette di riso sono sotto osservazione già da diverso tempo con il risultato che al loro interno presentano arsenico inorganico in quantità minima che sommato a tante gallette possono arrivare ad un livello troppo alto in grado di avvelenarci e di dare effetti negativi a lungo termine.Il controllo ha interessato oltre 200 tipi di riso e più di 1000 prodotti che lo contengono, il livello di arsenico riscontrato varia molto da prodotto in prodotto e le gallette di riso sono quelle che ne contengono in quantità maggiore.Attualmente la FDA non ha lanciato allarmi ma continua a tenere sotto osservazione questi tipi di prodotti per capire l’eventuale livello di rischio.
Per ora si raccomanda di limitarne il consumo e di ricordarci che oltre al riso ci sono tanti altri cereali tra cui possiamo scegliere.
Ci ha pensato la rivista specializzata in diritto dei consumatori Altroconsumo ad esaminare già in tempi non sospetti questi allarmi, riscontrando una serie di elementi che giustificano la mancanza di allerte dell’FDA.
Preliminarmente ricordiamo le nozioni di chimica elementare, ed il fatto che l’arsenico esiste in forme allotropiche, ovvero, per usare un linguaggio banale, in diverse “varietà” di cui cui solo una, l’arsenio inorganico, è il tossico veleno di cui si parla (ed in dosi idonee ad innescare l’avvelenamento). L’arsenio organico invece risulta essere innocuo
Per concludere, l’arsenico inorganico puo’ danneggiare il DNA. Generalmente la dose di arsenico considerata letale e’ pari a 100 mg. L’arsenico organico non puo’ causare ne’ cancro, ne’ danni al DNA.
Ciò posto, riporta Il Fatto Alimentare:
Nel caso del cadmio, le analisi condotte mostrano che la grande maggioranza dei risi esaminati contiene tracce trascurabili del metallo: solo in 3 casi su 27 la concentrazione si avvicina ai limiti di legge (senza comunque superarli).
Per l’arsenico, invece, si richiamano le conclusioni di un’indagine precedente (Test salute aprile 2012), condotta su vari campioni di riso e prodotti derivati (bevande, gallette ecc.), secondo la quale “nessuno conteneva tracce di questo pericoloso metallo”. Non è proprio così. È vero che in generale non ci sono pericoli per il consumatore, ma qualche precisazione sull’arsenico è doverosa.
Le precisazioni, che riporteremo, vanno nel segno dell’ambiente. Piccole dosi di arsenico sono contenute naturalmente nel terreno, ed il riso spende una parte ingente del suo ciclo vitale immerso in acqua e terra (le risaie), quindi assorbendo quelle quantità. Ma, come visto, l’arsenio organico è inoffensivo e di quello inorganico, se presente, ve ne sono doti ridotte
Il riso, a differenza di altri cereali, è naturalmente soggetto ad assorbire arsenico dall’ambiente, per le particolari condizioni in cui viene coltivato ( sott’acqua, in assenza di ossigeno, per una parte del ciclo di vita della pianta). Com’è ovvio, più arsenico c’è nell’ambiente, più il riso ne assorbe, anche perché, a parte alcuni casi, la presenza è un fatto naturale, non legato ad attività umane. «Proprio per questo assorbimento fisiologico, è impossibile che il riso sia del tutto privo di arsenico: se ne trova sempre qualche traccia, anche se minima» afferma Francesco Cubadda, ricercatore dell’Istituto superiore di sanità, che si occupa di rischio arsenico negli alimenti. Forse il metodo di rilevazione usato nei test della rivista non era sufficientemente sensibile da identificare le tracce.
Allo scopo di evitare rischi ed allarmismi, comunque, la ricerca scientifica sull’argomento sta proseguendo.
«Anche l’Ente risi ha attivato tre linee di ricerca su questo argomento, in collaborazione con altri centri di ricerca, come l’Iss, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e l’Università di Hannover», dice Romani. Il progetto più avanzato riguarda il miglioramento delle tecniche di coltivazione. «L’introduzione di alcuni periodi asciutti, in cui il riso non è sommerso dall’acqua, riduce l’assorbimento di arsenico dal suolo» spiega il ricercatore.
«Stiamo valutando qual è il periodo migliore per questi momenti di asciutta e i risultati preliminari dicono che probabilmente è quello che precede la fioritura». Una seconda linea di ricerca riguarda l’identificazione di varietà di riso meno pronte a catturare arsenico. E infine si lavora sulla possibilità di concimazione con silicio, un elemento che funziona da antagonista per l’arsenico. «In questo modo – spiega il ricercatore – la pianta assorbirebbe silicio, che le è utile, e non arsenico».
Un consumo moderato di gallette di riso, di provenienza nota ed inserite in una dieta bilanciata pertanto riteniamo non sia una fonte di rischio per la salute: e non si creda che in questo vi sia sottovalutazione del problema, come abbiamo visto, la discussione di metodi produttivi diversi e più “rassicuranti” è in corso.
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