Ci segnalano un articolo pubblicato dal sito Dionidream nella giornata di ieri, 11 maggio 2015, dal titolo “L’anticoncezionale con effetti collaterali disastrosi“.
L’articolo parla della morte di una ragazza di 24 anni in seguito ad un’embolia polmonare nel 2011 causata dall’utilizzo del Nuvaring, un contraccettivo ormonale prodotto dalla Merck “presumibilmente collegato a centinaia di altre morti”:
Erika Langhart, 24 anni, stava per cominciare a studiare legge all’Università di Georgetown, a Washington D.C., quando è stata stroncata da un’ embolia polmonare nel 2011. Quando i dottori hanno chiamato i genitori in Arizona per informarli della tragica notizia, la prima cosa che hanno voluto sapere era se Erika stesse usando qualche contraccettivo. Karen, sua madre, ha affermato che Erika usava Nuvaring e il dottore affermò che era possibile un legame tra l’anello vaginale e l’embolia polmonare. Ad oggi all’azienda produttrice, la Merck, sono state intentate più di 4000 cause legali e il loro prodotto è satto collegato a 224 morti.
LE OMISSIONI DEL BUGIARDINO
A sostenere la stessa tesi è Kristine Kraft, fra gli avvocati che rappresentano l’accusa nel processo. Kraft ha ricordato che nel 2000, l’anno successivo alla commercializzazione dell’anticoncezionale, la Fda voleva includere la trombosi fra i rischi, dato che aveva colpito tre donne dopo alcuni giorni di utilizzo sperimentale. L’azienda però «non ha agito responsabilmente, facendo pressione affinché il bugiardino non parlasse chiaro». E quando nel 2003 il foglio illustrativo del NuvaRing è stato revisionato, la Merck si è rifiutata di prendere in considerazione lo studio di Ojvind Lidegaard pubblicato dal British Medical Journal, che dimostrava come il rischio di trombosi legate ai contraccettivi di quel tipo fosse duplicato rispetto a quelli di seconda generazione, comunque pericolosi.
Riportiamo, invece, quanto scritto nel sito della CNN il 7 aprile 2013:
NuvaRing users are on the higher end of that risk. Two studies conducted in 2011 and 2012 reveal the risk of developing a serious blood clot among NuvaRing users is 11.4 and 8.3 per 10,000 women in a year, respectively. The NuvaRing’s label was updated in 2013 by the FDA with information about both studies.
Già dal 2013 NuvaRing riporta nella propria confezione i dati in merito al rischio di trombosi e il prodotto non è stato per niente tolto dal mercato, neanche in Italia. Inutile generare ulteriori allarmismi a distanza di 2 anni, dove è già ben nota la controindicazione, con titoli degni di TzeTze.
Ogni medicinale deve assolutamente riportare le controindicazioni, così come ogni medicinale può avere reazioni diverse da persona a persona. Infatti è sconsigliato l’uso di questo contraccettivo in presenza di:
L’uso è sconsigliato anche alle donne con più di 35 anni di età che fumano o durante il periodo di allattamento, così come per le donne affette o con precedenti familiari di:
I medici li prescrivono a cuor leggero? Prima di prendere un contraccettivo andate da un ginecologo, fatevi fare gli esami del sangue e tutte le altre analisi necessarie per rispondere ad ogni vostro dubbio. Imparate a fare le domande giuste al ginecologo (così come anche ai vostri medici per qualunque medicina), chiedete loro se ci sono delle controindicazioni e discutetene assieme. Nel caso non vi bastasse potete sempre chiedere un secondo o terzo parere.
L’articolo in analisi, inoltre, parla del risarcimento stabilito da un giudice del New Jersey:
Così, come accaduto in precedenza alla Bayer per la pillola anticoncezionale Yasmin, anche per la Merck un giudice distrettuale del New Jersey ha stabilito un risarcimento collettivo per “chiudere” l’ondata di cause: 100 milioni di dollari in tutto, un prezzo ridicolo se si considera che l’azienda nel 2013 ha guadagnato dalla Nuvaring 686milioni di dollari, cifra che rappresenta meno del 2% degli incassi totali della Merck. «È terribile che vogliano comprarsi così la via d’uscita per sbarazzarsi di ogni responsabilità. Vogliono ottenere la nostra omertà», ha commentato Joe Malone, il papà di Brittany, un’altra vittima del contraccettivo morta a 23 anni.
Nel 2014 i denuncianti hanno accettato l’offerta e si sono spartiti i 100 milioni di dollari.
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