ALLARMISMO La Polizia avvisa: “Arriverà a tutti un avviso della Procura, sarete colpiti anche voi per colpa di un hacker”
Ci segnalano un articolo pubblicato il 15 Marzo 2017 su Giornale24h:
Le forze dell’ordine stanno diffondendo un avviso al popolo del web. Negli ultimi tempi sta circolando in rete un messaggio, ovviamente fasullo, che invita a credere che il mittente sia la Procura della Repubblica. È un truffa ben elaborata dagli hacker, ma con un po’ di attenzione si può evitare.
Ovviamente, vi invitiamo a condividere l’articolo sulla vostra bacheca taggando i vostri amici e i vostri parenti per metterli in allerta. Più la notizia si diffonderà, prima si arresterà la diffusione del messaggio stesso. Molti utenti hanno già affermato di aver ricevuto questa mail. Nell’oggetto di questa missiva, si fa riferimento ad arresti che ovviamente mettono in allerta il destinatario che si affretta a leggere il messaggio aprendolo.
Qui di seguito, troverete un esempio del messaggio che gli hacker vi invieranno. La Polizia di Stato invita a non aprirla nemmeno. Con questa mail, finiscono per appropriarsi di dati sensibili ed usarli per scopi impropri. Bisogna essere molto prudenti sulla posta elettronica. Non tutti i messaggi devono essere presi in considerazione, e soprattutto quelli di spam dovrebbero essere destinati alla casella “posta indesiderata”. Riconoscerli non è difficile. Spesso sono scritti in un italiano improvvisato e sgrammaticato, poiché solitamente vengono architettati da hacker dell’est Europa.
Condividete questo articolo con tutti i vostri amici ed informate anche loro, affinché non cadano in questa truffa. E’ molto importante che tutti conoscano questo tipo di truffa, per evitare problemi.
L’articolo compare anche su altri siti a noi noti per i nostri interventi, quali Attivo.tv, News24Italia e NewsVideo24.
Ovviamente, vi invitiamo a condividere l’articolo sulla vostra bacheca taggando i vostri amici e i vostri parenti per metterli in allerta. Più la notizia si diffonderà, prima si arresterà la diffusione del messaggio stesso.
Si fa molto presto a sensibilizzare i lettori con una notizia vecchia e scontata invitandoli a condividere l’articolo e a taggare i propri contatti. A tal proposito abbiamo sentito telefonicamente Marcovalerio Cervellini della Polizia di Stato, nonché curatore della pagina Una vita da social che offre al popolo di Facebook consigli da parte della Polizia delle Comunicazioni. Cervellini ci ha comunicato che si tratta di un allarme vecchio e ormai decaduto, in quanto ogni giorno si presentano pericoli di phishing pervenuti via e-mail. Per difendersi da questi attacchi è sufficiente verificare prima di tutto il mittente. Se questo è a noi sconosciuto è bene non clickare sugli allegati e cestinare il messaggio.
C’è da aggiungere che lo screenshot inserito nell’articolo preso in esame riporta la data dell’e-mail, che risale al 26 Maggio 2016. «È un falso allarme – dice Cervellini – farlo girare adesso è una ovvia strategia per fare traffico e attirare utenti. Oramai è una storia vecchia». Pur trattandosi di un messaggio proveniente dalla (falsa) Procura della Repubblica, se in nostra coscienza non abbiamo avuto motivo di ricevere da essa un comunicato, ancor di più siamo motivati a ignorare e cestinare. È per di più strano, consideriamo, ricevere un comunicato della Procura solamente sulla posta elettronica e non vederlo domiciliato al nostro indirizzo in forma cartacea, trattandosi di documenti ufficiali.
Allarme vecchio, quindi, che oramai diviene falso. La Polizia invita sempre e comunque a prestare attenzione alla posta in arrivo, perché il phishing è una realtà di tutti i giorni. Diffondere oggi un messaggio del genere significa fare allarmismo per procacciare click. Allo stesso modo eravamo intervenuti per una Catena di Sant’Antonio che diffondeva l’allarme sui profili Facebook duplicati, fenomeno sempre esistente ma che, in quell’occasione, serviva a fare condivisioni.
Allarmismo, sotto (s)mentite spoglie. Quelle dello share necessario.
Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o
con una donazione PAYPAL.