In questi giorni circolano alcuni articoli allarmistici in merito ad un presunto “spegnimento” del sole e l’arrivo di una mini era glaciale nel 2030. Citiamo quindi l’articolo de Il Giornale dal titolo “Lo studio sul clima: Il sole si spegnerà del 60 per cento nel 2030” e quello di Rainews.it dal titolo “Rischio di una nuova mini era glaciale nel 2030. Il sole va a dormire“. Avevamo trattato un argomento simile in passato.
Ecco quanto riporta Il Giornale:
Gli scienziati mettono in guardia: il sole andrà a “dormire” nel 2030, causando un crollo delle temperature e una possibile ’mini era glacialè per la Terra.
È quanto emerge da un nuovo studio – riportato dal Daily Mail – secondo il quale fra il 2020 e il 2030 i cicli solari si cancelleranno uno con l’altro, e questo porterà a un fenomeno chiamato ’Maunder Minimun’, conosciuto come mini era glaciale quando ha colpito fra il 1646 e il 1715, causando fra l’latro il congelamento del Tamigi.
Il modello usato nello studio – secondo la professoressa Valentina Zharkova, che lo ha presentato al National Astromy Meeting a Llandudno – suggerisce che l’attività solare calerà del 60% durante il 2030. E sulle incognite climatiche per il futuro è intervenuta anche Confagricoltura: “Abbiamo davanti uno scenario di medio periodo inquietante. Il cambiamento climatico non è più qualcosa che accadrà in futuro, è già qui e sta manifestando i suoi effetti. Le imprese agricole sono state le prime a confrontarsi con questo problema. E non esiste, infatti, altra attività umana così dipendente dal clima come l’agricoltura e il nostro Paese, non può sottrarsi a questa sfida”, ha affermato Antonio Boselli, componente della Giunta di Confagricoltura.
Si tratta in realtà di inutile allarmismo, molto vicino alla disinformazione.
A spiegare come vanno le cose è Lorenzo Colombo della pagina Facebook “Chi ha paura del buio?“, pagina italiana di divulgazione scientifica su queste tematiche legate al Sole:
Il Sole si spegne! Andremo incontro a una nuova era glaciale nel 2030, e dobbiamo prepararci! Questo è quello che si sta leggendo su una notizia che in queste ore sta diventando letteralmente virale. Tutte le testate giornalistiche italiane, ed estere, stanno riportando questa scoperta sconvolgente.
E come al solito, il giornalismo italiano si rivela mero sciacallaggio di click, like e condivisioni. Scandaloso. In neanche mezz’ora sono risalito ai comunicati originali della Royal Astronomical Society inglese, cosa che chiunque abbia pubblicato la notizia si è ben guardato dal fare, limitandosi a renderla il più catastrofica e peggio tradotta possibile.
Ora: i fatti. L’astrofisica Dott.ssa Valentina Zharkova, rinomata studiosa di eliofisica della Northumbria University, ha presentato all’annuale meeting della società astronomica inglese i più recenti risultati del suo team sul modello solare. Il comportamento del Sole sul lungo periodo è sempre stato una grande sfida modellistica predittiva, e abbiamo sempre fatto fatica a ricostruire i dati osservativi lontani nel tempo. Un modello teorico che non ricostruisce i dati storici non può quindi essere utilizzato per formulare previsioni, no? Da qui la cautela secolare degli scienziati nel fare affermazioni sul ciclo solare. Ora il suo team ha elaborato un nuovo modello solare, in cui la dinamo che genera il campo magnetico (e il ciclo solare) non è singola, ma bensì doppia: una più profonda e una superficiale. Le due dinamo magnetiche hanno cicli di attività molto simili, di circa 11 anni, ma sono leggermente diverse e oscillano tra i due emisferi.
Grazie a questo nuovo modello sono riusciti a ricostruire con l’inedita precisione del 97% tutta l’attività solare dal 1978 ad oggi. Fantastico! Siccome il modello si dimostra stabile per almeno 30 anni, dal 78 ad oggi appunto, è possibile utilizzarlo per fare previsioni per almeno altrettanto nel futuro. E i risultati sono parimenti incredibili: le due dinamo si sfaseranno sempre di più durante il ciclo solare 25, giungendo a cancellarsi quasi perfettamente nel corso del ciclo solare 26, a cavallo della decade 2030-2040. Il risultato è la probabile riduzione dell’attività solare di oltre il 60%, a livelli inediti da quattro secoli: il cosiddetto minimo di Maunder. Badate, ho detto attività solare. Non luminosità solare. Già dire che il sole si spegnerà del 60% è quindi prendere fischi per fiaschi.
A questa notizia sono quindi stati associati concetti come la piccola era glaciale, specialmente da chi non vedeva l’ora di giustificare teorie fantaclimatiche in circolazione da anni. Certo, al ridotto regime solare è associata una ridotta emissione di energia, che quindi contribuisce al raffreddamento del clima. L’influenza del minimo di Maunder sul clima europeo di fine ‘600 è ancora in discussione, ma le cose da allora sono cambiate: l’uomo. Tutti i modelli climatici moderni pongono l’influenza solare sul recente riscaldamento a meno dell’1,6%.
Ringraziamo Lorenzo per la sua segnalazione e ringraziamo la pagina Facebook “Chi ha paura del buio?“.
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