Con un titolo al limite con l’Allarmismo, il Giornale introduce alla notizia della scoperta di un nuovo virus che rappresenterebbe una minaccia seria per l’umanità (il 30 Dicembre 2015). La faccenda è vera, ma occorre andarci con le pinze, poiché ancora troppo recente per incominciare a temere il peggio.
La faccenda è ancora molto complicata e può venir fraintesa, col rischio di gridare al lupo prematuramente (o, peggio, confondendo l’influenza stagionale con la “nuova febbre suina” e spacciando rimedi naturali come rimedio sicuro). A parlarne sono anche il sito IBTimes (30 Dicembre 2015) e l’U.S.News (29 Dicembre 2015), mentre nei siti nostrani ritroviamo Il Mattino (citato nello stesso articolo de Il Giornale) e il Corriere della Sera che hanno ripreso la notizia dall’articolo del sito AdnKronos (cambiandogli di poco il titolo e qualche parola il testo). Quest’ultimo ha preso la notizia dal sito Xinhua, più precisamente dall’articolo del 28 Dicembre 2015. Anche nel South China Morning Post viene riporta la medesima notizia.
Stando all’articolo del Xinhua, questo virus starebbe circolando tra i maiali dal 1979 e solo di recente ha dimostrato di essere in grado di infettare anche l’essere umano. Il dr. Chen Hualan, direttore del China’s National Avian Influenza Reference Laboratory, ha dichiarato al periodico che i maiali sono importanti ospiti intermedi per i virus influenzali. Sono stati analizzati e valutati i vari virus influenzali animali: H1N1, H3N2, H5N1, H7N9, H9N2 e EAH1N1 e quest’ultimo si è dimostrato il più probabile agente virale che potrebbe dar luogo alla prossima pandemia. La sigla del virus sta per Eurasian Avian-like H1N1, ovvero Influenza simil-Aviariara Eurasiatica, poiché questo virus è stato riscontrato nei maiali di alcune regioni euroasiatiche. Al momento, questo virus è riuscito ad infettare alcuni esseri umani ed in Cina. Al momento, esiste un unico caso di decesso riportato per colpa di questa tipologia.
La faccenda è ancora più complicata: il team di Chen ha eseguito il sequenziamento del genoma di 40 virus rappresentativi di EAH1N1 provenienti da differenti fattorie e sono arrivati a dividerli in 5 genotipi differenti, i quali hanno acquisito la capacità di infettare l’uomo.
I vaccini stagionali non sono progettati per affrontare questi genotipi della EAH1N1, ma prima di lanciare un allarme su scala globale occorre mettere dei puntini sulle “i”: benché si siano presentati dei ceppi in grado di infettare l’essere umano, non è ancora il momento per parlare di pandemia sicura. Gli avvisi degli scienziati, al momento, sono rivolti agli enti governativi e agli organi responsabili della produzione di carne di maiale, in particolar modo la Cina in quanto è la principale esportatrice di carne di maiale, con inviti a maggiori controlli affinché il virus possa venir contenuto fino a quando non verranno trovate delle soluzioni del caso, come suggerisce il dr. Yoshihiro Kawaoka all’U.S.News:
“Kawaoka says countries could take action by ramping up surveillance to identify where the viruses are and to warn the public to keep their distance from pigs.”
“Kawaoka ha detto che le regioni potrebbero agire diramando azioni di sorveglianza per identificare dove si trovano i virus e avvertire il pubblico di tenersi a distanza dai maiali.”
La ricerca su queste nuove varianti è ancora in svolgimento e i vari media, come il South China Morning Post, continueranno a monitorare la situazione per eventuali aggiornamenti. Ma per adesso, nulla per cui preoccuparsi.
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