Questo audiomessaggio viene spesso accompagnato da una foto ritraente un documento datato 1 Gennaio 2017 che tratta di «un possibile attacco terroristico di matrice islamica» che potrebbe essere compiuto «anche con l’impiego di droni nonchè di autovetture rubate», usato dal condivisore per dare forza all’allarme precedente.
Dividiamo le due cose, perché siamo di fronte all’ennesimo caso di disinformazione Voltron: un allarme evidentemente debole e viralizzato viene sostenuto da un elemento reale reintrerpretato ad arte esattamente come, nella nota serie animata prima, di Netflix poi, Voltron cinque leoni robot si uniscono per formare un invincibile guerriero meccanico.
Entrambi i due elementi sono stati esaminati dal Messaggero Veneto.
Per quanto attiene la reale informativa, l’autorevole testata precisa come
Dopo l’attentato di Capodanno a Istanbul «l’attenzione rimane altissima, ma il livello della minaccia non cambia per l’Italia».
È quanto è emerso al termine di un vertice al Viminale tra il ministro dell’Interno Marco Minniti e i responsabili delle Forze di polizia e dei Servizi di Intelligence.
E che effettivamente, ci sia un alert, legato ai recenti attentati in Germania e Turchia
Il “Casa” (Comitato di analisi strategico antiterrorismo) è riunito permanentemente con «l’obiettivo – sottolineano al Viminale – di garantire, anche in questi giorni di festa, il massimo impegno per la sicurezza e la tranquillità degli italiani».
In realtà sono moltissime, e provenienti da più parti, le segnalazioni arrivate al Casa e agli organismi di intelligence e di polizia in questi giorni.
Numerosi gli “alert” diramati per informare in tempo reale gli uffici di frontiera, chi vigila su aeroporti e ferrovie, e i comandi delle forze dell’ordine sul territorio.
Nella ridda di allarmi, uno datato 1 gennaio fa riferimento alla possibilità di attentati con l’uso di droni.
In un alert diramato da un Comando di polizia di frontiera del Friuli alle stazioni di confine, infatti, viene raccomandata la «massima attenzione e cautela nei servizi di vigilanza» a causa di «un possibile attacco terroristico di matrice islamica» che potrebbe essere compiuto, appunto, «anche con l’impiego di droni nonchè di autovetture rubate».
L’alert, che sarebbe nato da attività tecniche compiute nell’ambito di un’indagine, sarebbe stato ricevuto anche a Milano e, secondo indiscrezioni, sarebbe stato diffuso a tutti i commissariati cittadini e alle specialità come Polfer, Polaria e Polizia scientifica.
Su intercettazioni e monitoraggi le forze di polizia stanno producendo il massimo sforzo già dal 23 dicembre, quando nel conflitto a fuoco con una pattuglia della Polizia a Sesto San Giovanni, è stato ucciso Anis Amri, il tunisino ritenuto autore della strage di Berlino, bloccato dopo aver scorrazzato per mezza Europa.
Il condizionale è d’obbligo, e, in questi tempi, il criterio prudenziale diviene necessario, ed è cronaca di questi giorni come in occasioni di aggregazione, che vengano predisposte misure di sicurezza per tutto quello che potrebbe accadere.
Ciò comporta che il testo “accompagnatorio” potrebbe corrispondere all’alert indicato, ma anche che vada vagliato con attenzione, cosa che i giornali faranno in questi giorni.
È quindi corretto parlare di una mobilitazione degli enti preposti alla sicurezza per garantire un celere intervento in caso di necessità.
È invece l’ennesima variante della bufala dell’attentato mediante Whatsapp il messaggio vocale accompagnato alle informative.
Le forze dell’ordine, interpellate a proposito, confermano e ribadiscono che non esistono al momento elementi che facciano ritenere fondato l’allarme lanciato attraverso il messaggio. Ogni segnalazione è in ogni caso verificata con attenzione da Polizia e Carabinieri.
L’allarme è quindi infondato, e le forze dell’Ordine sono mobilitate per rispondere con celerità ad ogni potenziale allarme o minaccia.
Potete affidarvi con certezza, e senza allarmismi, alle forze dell’Ordine.
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