ALLARMISMO E DISINFORMAZIONE Ecco il farmaco che provoca il cancro, illegale in tutta Europa, ma libero in Italia

di Bruce McFrank |

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ALLARMISMO E DISINFORMAZIONE Ecco il farmaco che provoca il cancro, illegale in tutta Europa, ma libero in Italia Bufale.net

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Ci è stato segnalato il seguente articolo, pubblicato in data 19 luglio 2016 dal sito curiosity2015.altervista.org:

Perché il governo italiano e il ministro Lorenzin non vietano un farmaco per diabetici già illegale in Francia e Germania? Perché le aziende che lo producono sono state multate per nove miliardi di dollari negli Stati Uniti e in Italia è ancora possibile trovare questo principio attivo nelle nostre farmacie?

Stiamo parlando del pioglitazone, elemento utilizzato nella cura dei pazienti affetti da diabete e commercializzato nel mondo dalla giapponeseTakeda Pharmaceutical e dalla statunitense Eli Lilly, all’interno di Actos, un farmaco che da anni provoca effetti collaterali gravissimi, ma di cui in Italia nessuno sembra accorgersi.

A lanciare l’allarme, per ultimo, è il medico Domenico De Felice, che sul Fatto Quotidiano accusa il ministro della Salute del governo Renzi di non aver preso le misure necessarie per prevenire la diffusione di questo farmaco così pericoloso. Eppure le gravi controindicazioni sono note da tempo.

Già nel 2007, l’Agenzia del Farmaco italiana metteva in guardia “sui rischi associati all’assunzione di rosiglitazone e pioglitazone”, farmaci che aumentano la sensibilità dei tessuti all’azione dell’insulina:

Negli anni successivi alla loro commercializzazione”, si legge sul Bif, Bollettino di informazione sui farmaci, “sono state segnalate nuove reazioni avverse associate all’assunzione di questi farmaci, quali edema maculare con diminuzione della vista, fratture distali e infarto del miocardio per quanto concerne il rosiglitazone, e cancro alla vescica per il pioglitazone. Queste segnalazioni hanno stimolato l’attenzione della comunità scientifica e hanno portato le agenzie regolatorie a rivalutare il rapporto rischio-beneficio di questi farmaci”.

Alla luce di tutte queste ricerche, il medico De Felice già nell’aprile dell’anno scorso ha lanciato un’accusa forte al ministro Lorenzin – ma che potrebbe essere estesa a tutti i suoi predecessori:“Signora Lorenzin vuole ascoltare, informarsi oggi e ritirare dalle farmacie italiane immediatamente un farmaco rischioso che tranquillamente può essere sostituito da altri? Signora Lorenzin lei è a capo di un ministero per curare o per far ammalare i cittadini italiani?”.

Tra l’altro, ricorda lo stesso De Felice, “la Società Italiana di Diabetologia (Sid), sponsorizzata con soldi pubblici dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), sin dal lontano 2008 ha praticato in Italia una costosa, inutile e a tutti gli effetti pericolosa sperimentazione clinica multicentrica denominata Tosca, a base soprattutto di Pioglitazone-Actos”. Una sperimentazione che fino ad oggi, secondo i calcoli del medico, sarebbe costata ben 200 milioni di euro.

Cosa aspetta il ministro Lorenzin a prendere provvedimenti? In attesa che si adoperi per trovare alternative sicure, ricordiamo che il diabete si combatte soprattutto attraverso l’alimentazione, con alimenti e frutti che aiutano a prevenirlo.

Viene più volte citato un articolo del Fatto Quotidiano, pubblicato il 9 novembre 2015, che riportiamo qui sotto:

E’ talmente “poco innocuo”, che uno studio a 10 anni, ordinato dalla Fda americana (il massimo organismo mondiale sui farmaci), commissionato e finanziato dalla stessa Takeda, ha finito per associare lo stesso farmaco addirittura al tumore al pancreas.
In tale studio, che ha coinvolto esclusivamente pazienti diabetici, oltre 200mila, dividendoli fra utilizzatori e non utilizzatori del farmaco, è emerso che fra gli utilizzatori il letale tumore al pancreas si è manifestato con frequenza decisamente maggiore (soprattutto entro il primo anno di assunzione) di 81 casi annuali ogni 100.000 pazienti contro una normale incidenza che è di poco più di 12 casi annuali ogni 100.000 persone. Un aumento di rischio spropositato, non certo giustificabile con il risaputo rischio aumentato che i diabetici presentano verso molti tumori che per quello al pancreas si assesta attorno a un più 50%.

E’ bene non dimenticare che con questo farmaco, definito il più mortale negli States,  già ritirato nel 2011 da Germania e Francia, la Società Italiana di Diabetologia (Sid), sponsorizzata con soldi pubblici dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) sin dal lontano 2008 ha praticato in Italia una costosa, inutile, e a tutti gli effetti pericolosa sperimentazione clinica multicentrica denominata Tosca, a base soprattutto di Pioglitazone-Actos. Se si volesse, in prima approssimazione, valutare l’impatto negativo di tale inutile e dannosa sperimentazione sulle casse pubbliche, associato al conseguente mantenimento del farmaco Actos-Pioglitazone sul nostro mercato, basti considerare come si evince a pag. 290 di questo Rapporto Ufficiale AIFA sui Farmaci in Italia che nel 2012 il Pioglitazone era all’ultimissimo posto in Italia come “scatolette” vendute (un trentesimo delle dosi DDD della Metformina) con una spesa nettamente superiore corrispondente a circa 27 milioni di euro (solo nel 2012) che altri illuminati paesi europei hanno saputo risparmiarsi. Se moltiplichiamo per i 7 anni (dal 2008 al 2014 compresi) di sperimentazione Tosca (unita al mantenimento del Pioglitazone sul mercato italiano) arriviamo a una spesa non molto lontana dai 200 milioni di euro.

Nel Rapporto del 2011 sulla farmacovigilanza di Ema (Ente Europeo sui farmaci) si leggevano i rischi e problemi di non molti farmaci, per lo più vaccini. I rischi del Pioglitazone erano i più eclatanti di tutti. A pag. 16 di questo rapporto ufficiale si trovano i dati che inchiodano Aifa, Sid e Ministro Lorenzin alle loro responsabilità: Germania e Francia si sono subito adeguate, ritirando Actos dal mercato (2011), noi abbiamo continuato a spendere soldi per lo studio Tosca fino al 2014 e troviamo ancora oggi in farmacia prodotti a base di Pioglitazone.
Aspettiamo con ansia la pubblicazione del lavoro eseguito dalla società diabetologica italiana per sapere quanti di quei pazienti hanno avuto le complicanze che altri studi hanno dato. Avremmo potuto risparmiare denaro e qualche vita umana signora Lorenzin?

Insomma, la molecola “imputata” è il pioglitazone, farmaco largamente usato per la cura del diabete mellito di tipo II e che agisce modificando la risposta delle cellule all’insulina.

Ora, tralasciando il fatto che alcune delle fonti citate da Il Fatto Quotidiano siano quantomeno di dubbio valore scientifico (abbiamo, per esempio, un sito divulgativo che fa pubblicità a un libro dell’autore, che propone di curare l’artrite con le punture di ape e le allergie con le foglie di tè, e un sito sciachimista), è citato uno studio realmente esistente risalente al 21 luglio 2015. Queste sono le conclusioni del suddetto:
L’uso di Pioglitazone non è correlato a un aumento statisticamente significativo del rischio di cancro alla prostata, anche se un aumento del rischio, come precedentemente osservato, non è da escludere. L’aumento del rischio di cancro al pancreas e alla prostata associato all’uso di pioglitazone meritano ulteriori indagini per valutare se ci sia un rapporto di causa o una correlazione, confondimento residuo, o causalità inversa.
Per chi di voi fosse un po’ a digiuno di nozioni di statistica, un breve ripasso:
  • Causa e correlazione non sono la stessa cosa: si ha un rapporto di causa quando B succede a causa di A, e non quando semplicemente si è prodotto A e poi B;
  • Per confondimento si intende il caso in cui la misura di associazione tra un’esposizione e l’esito è “confusa” dall’effetto di un altro fattore;
  • Per casualità inversa si intendono i casi in cui non solo X causa Y, ma è anche Y a causare X.

In buona sostanza cosa ci dice lo studio? Semplicemente, che trarne delle conclusioni definitive al momento è impossibile: gli stessi ricercatori non lo fanno, ma bensì spiegano come siano necessari ulteriori studi per verificare se effettivamente ci sia una relazione di causa. Di fronte a tale situazione, le soluzioni sono due: o si decide di vietare o limitare il farmaco per principio di precauzione, come hanno fatto Francia e Germania, o si svolgono studi di migliore qualità statistica.

La cancerogenicità del pioglitazione è quindi ancora da dimostrare, e al momento non esistono normative europee a riguardo, che è il motivo per cui è vietato in alcuni Paesi, mentre in altri no.

Attendiamo quindi nuovi studi da cui trarre conclusioni definitive.

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