ALLARMISMO E CLICKBAIT Avviso della Polizia: “Se lo trovate vicino alla vostra auto, chiamateci subito. E’ pericoloso! Fate circolare l’avviso, grazie.”

di Luca Mastinu |

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ALLARMISMO E CLICKBAIT Avviso della Polizia: “Se lo trovate vicino alla vostra auto, chiamateci subito. E’ pericoloso! Fate circolare l’avviso, grazie.” Bufale.net

allarmismo clickbait rfidCi segnalano questo articolo pubblicato da Daily-best il 5 Ottobre 2016:

La Polizia sequestra un microchip più piccolo di una monetina, capace di aprire un’autovettura e metterla in moto in barba a ogni antifurto.

Ecco come si apre un’auto e la si mette in moto senza chiavi. Basta un pezzetto di plastica più piccolo di una moneta di due centesimi, ma se usato correttamente è in grado di consentire l’accensione di qualsiasi automobile nel giro di pochi secondi.

Il minuscolo dispositivo elettronico è stato sequestrato ieri sera dagli agenti della squadra di Polizia Giudiziaria della Stradale di Roma che, nel garage di una casa rurale di Palombara Sabina, hanno rinvenuto due auto rubate e denunciato tre romani di 40 anni, per ricettazione.

Le autovetture, pronte per il mercato nero dei pezzi di ricambio, sono state ritrovate grazie al sistema di antifurto e sono sequestrate insieme al piccolo congegno elettronico usato per il furto. Le autovetture, pronte per il mercato nero dei pezzi di ricambio, sono state ritrovate grazie al sistema di antifurto e sono sequestrate insieme al piccolo congegno elettronico usato per il furto. Un chip in grado di violare la vulnerabilità di molti sistemi d’allarme.

Come si fa a rubare l’auto col micro dispositivo Rfid
Di cosa si tratti è presto detto: di un chip Rfid che mette in comunicazione la chiave e il telecomando. Dalla chiave parte al telecomando una sequenza crittografata che lo aziona. Basta un dispositivo simile nelle mani giuste e in meno di un’ora di lavoro la vettura è vulnerabile e pronta per essere sottratta al legittimo proprietario, alla faccia di qualsiasi antifurto.

Possiamo già affermare che il titolo di Daily-best ha chiari intenti di clickbaiting, in quanto la Polizia non ha mai chiesto di far circolare un tale avviso. Non esistono comunicati né sul sito ufficiale della Polizia di Stato né sui vari profili social delle forze dell’ordine. Non è dunque la Polizia a volere la diffusione del messaggio, ma gli autori stessi di Daily-best.

Andiamo al dunque.

La notizia del sequestro del microchip e del ritrovamento di due autovetture rubate è vera, e troviamo conferma in questo articolo pubblicato dal Messaggero il 25 Febbraio 2016. All’interno dell’articolo vengono riportate le iniziali dei tre romani arrestati: L.G. di 47 anni, S.R. di 37 e V.A. di 40, in stato di fermo con l’accusa di ricettazione. In merito al microchip, il Messaggero scrive:

Una vulnerabilità che si trova all’interno del sistema di sicurezza delle auto che impedisce al motore di accendersi se non c’è vicina la giusta chiave. La chiave infatti contiene un chip Rfid che mette in comunicazione auto e chiave-telecomando. In teoria – spiegano i tecnici – i due sistemi dovrebbero scambiarsi una sequenza crittografica impossibile da indovinare. In pratica basta un dispositivo simile in mano ai ladri e in meno di un ora il gioco è fatto.

Alla ricerca di maggiori dettagli abbiamo trovato questo articolo di Roma.fanpage.it, pubblicato sempre il 25 Febbraio 2016. Ci siamo resi conto che l’articolo di Daily-best ha fatto un copia-incolla da alcune parti dell’articolo di Roma.fanpage, specie sull’ultimo capoverso. Leggendo i commenti, però, abbiamo trovato un botta e risposta tra due utenti:

Utente 1: Non vedo alcun nesso tra Rfid e il fatto che con esso possano rubarti l’auto. Il trasponder contiene il codice univoco per quella macchina specifica e per funzionare deve essere clonato da quello originale…devono venire in possesso della chiave originale quindi per farlo…e se hanno la chiave in mano, spiegatemi, che minchia ci fanno con l’Rfid?

Utente 2: basta che la chiave sia nelle vicinanze! ad esempio ti fregano la macchina sotto casa,o al centro commerciale ecc ecc! tu sei ad un po di metri di distanza, loro ti clonano e amplificano il segnale e..via!

Utente 1:  ti assicuro che l’Rfid ha un campo di funzionamento che rientra nell’ordine dei centimetri ergo la clonazione necessita del trasponder originale in mano. Qui si parla di trasponder e non di telecomandi RF che viceversa sono clonabili a distanze di decine o centinaia di metri.

Per verificare abbiamo visitato il sito RFIDglobal.it e abbiamo trovato preziose informazioni.

Che cos’è un RFID?
Dal sito rfidglobal.it 

Acronimo inglese di Radio Frequency Identification, la tecnologia RFID di identificazione automatica è basata sulla propagazione nell’aria di onde elettro-magnetiche, consentendo la rilevazione automatica (hand free), massiva ed a distanza di oggetti, animali e persone sia statici che in movimento. Le tecnologie RFID si identificano in due grandi famiglie che si distinguono in base alla sorgente di energia che le alimenta: passive e attive.

Le RFID passive possono operare in tre tipi di frequenze: bassa (LF), alta (HF) e altissima (UHF e VHF).

RFID passivo LF (123-135 KHz), con distanza di lettura limitata e applicata per antifurti, chiavi ecc.
RFID passivo HF (13,56 MHz) con distanza di lettura di  un massimo di 1,20 metri, utile per libri, pallet, controllo accessi, abbigliamento ecc.
RFID passivo UHF e VHF(868-915 MHz) per applicazioni su container la prima, per transponder attivi e applicata su veicoli la seconda.

Le RFID attive hanno i tag (transponder) autoalimentati da una batteria a lunga durata e le loro frequenze hanno una copertura per distanze maggiori, che variano dai 100 ai 500 metri.

Notiamo che «la tecnologia RFID passiva a bassa frequenza (LF) viene applicata ad antifurti e chiavi, data la distanza di lettura limitata». Troviamo maggiori dettagli nelle FAQ. Alla domanda Qual è la distanza di comunicazione di un tag / transponder RFID passivo? troviamo che «Le tecnologie LF sono tipicamente di prossimità da 5 a 10 cm; utilizzando controller Long Range si possono raggiungere anche distanze superiori: es. 80 cm». Possiamo dunque trovare un riscontro all’affermazione dell’Ascoltatore 1 che abbiamo incontrato nei commenti all’articolo di Fanpage.

Troviamo delucidazioni in questo articolo del portale informatico Tom’s Hardware, partner di Repubblica. Ciò che si viene a scoprire è che nel 2012 un gruppo di ricercatori olandesi ha eseguito una serie di test di sicurezza su chiavi e transponder di molti veicoli Volkswagen, Audi, Fiat, Honda e Volvo. Il risultato è stato una serie di falle e una denuncia dei produttori d’auto nei confronti dei ricercatori. Le falle compaiono nel protocollo di cifratura e autenticazione del transponder. Il lavoro è consistito nell’intercettazione della comunicazione wireless tra chiave e immobilizer di bordo, che ha concesso l’identificazione del codice alfanumerico di sblocco. I tentativi, con questo metodo, sono stati ridotti a 196mila e, in poche parole, i ricercatori hanno impiegato 30 minuti per sbloccare l’auto.

Insomma, alcune concessionarie avrebbero messo sul mercato alcuni modelli di autovetture con evidenti falle di sicurezza nei chip RFID presenti sia sulle chiavi che nei transponder delle auto.

Tornando all’articolo di partenza di Daily-news, abbiamo a che fare con puro allarmismo. Perché? Non dando indicazioni sul contenuto già dal titolo, quel “è pericoloso” potrebbe essere interpretato in tutti i modi immaginabili.

Ciò che vi abbiamo riportato finora è a scopo informativo, dunque deriva dall’intento di informare sul metodo di sicurezza RFID. Non esiste alcun allarme così grave da venir diffuso sia dalla Polizia di Stato che dalle forze politiche, tantomeno dalle testate ufficiali. La notizia è vera, ma Daily-best e Attivo.tv la diffondono nel  pieno stile dell’ allarmismo. Titolare in modo scandalistico, poi, è clickbait.

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