ALLARMISMO DISINFORMAZIONE Hai un libretto postale? Attento, potresti perdere i tuoi soldi: le ragioni di ciò che sta accadendo – bufale.net

La volontà di viralizzare ed un bagaglio tecnico ottenuto con numerosi copincolla sono una vera e propria miscela esplosiva, pronta a detonare in un allarmismo senza limiti, al confine con la clickbait.

Ci siamo imbattuti in questo articolo di SegretodiStato (una delle infinite Camere dell’Eco che prende il nome da concetti “ostici” o paroloni tecnici per ammantarsi di credibilità) dal titolo Hai un libretto postale? Attento, potresti perdere i tuoi soldi: le ragioni di ciò che sta accadendo

I conti dormienti, ovvero quelli che non vengono movimentati da molto tempo, ma anche gli assegni circolari non incassati, i fondi di investimento e i libretti postali dimenticati a breve verranno trasferiti in un fondo pubblico creato appositamente per risarcire il risparmio frodato e mai diventato operativo. In questi giorni infatti sia le banche che le poste stanno trasmettendo al Ministero del Tesoro le informazioni relative a tutti questi conti sopra nominati. Comunque, non vi allarmate ancora è possibile recuperare queste somme.

In primis, sarà necessario verificare appunto se si è titolari o meno di conti dormienti, o se magari se ne è ereditato uno. La Consap è l’incaricata dal Ministero del Tesoro di gestire le domande di rimborso dei conti. La domanda deve essere presentata sul sito online dell’ente appena citato.

Successivamente bisogna compilare il modulo di rimborso fornito dalla Consap sul rapporto trasferito al fondo vittime di reati finanziari. Questo modulo dovrà poi essere accompagnato per legge dal documento d’identità del richiedente e dall’attestazione di devoluzione delle somme al fondo stesso, rilasciata dall’intermediario finanziario presso il quale giacevano gli importi.

Una volta che si ha tutto il necessario e che il modulo è stato compilato – ricordandosi di indicare l’Iban dell’eventuale beneficiario – bisogna inviare la domanda alla società pubblica tramite raccomandata, posta certificata o consegnata a mano presso la sede Consap (Via Yser 14, 00198 Roma). Nel caso in cui i documenti fossero completi e l’istanza ricevibile, la Consap provvederà alla liquidazione degli importi entro 2 o 3 mesi sul conto indicato nelle domanda.

Il gioco è palese: innanzitutto il titolo è evidentemente pompato rispetto al testo, allo scopo di suscitare allarme e viralità in chi, leggendolo, sarà tentato dal cliccare e condividere convinto di salvare il prossimo da un pericolo descritto nell’anteprima immagine.

Anche l’articolo, che a ben vedere ridimensiona di molto la portata dell’allarme, è (volutamente?) mal posto, limitandosi a parlare di “conti non movimentati da molto”.

La notizia ormai passa di anno in anno sulle varie Camere dell’Eco: ad esempio Repubblica24 la riportava come Hai dei soldi alla posta? Attenzione, rischi di perderli tutti.

Ma quanto c’è di vero?

Innanzitutto il viralizzatore originario ha dato prova di non conoscere, o di voler mistificare, il concetto di conto dormiente.

Dicesi infatti conto dormiente

sono considerati “dormienti” i depositi di somme di denaro e i depositi di strumenti finanziari in custodia ed amministrazione, in relazione ai quali non sia stata effettuata alcuna operazione o movimentazione ad iniziativa del titolare del rapporto o di terzi da questo delegati per il periodo di tempo di 10 anni decorrenti dalla data di libera disponibilità delle somme o degli strumenti finanziari;

Solo per evocare l’immagine confidenziale e ruffiana del vecchietto coi soldi “in posta” si è deciso di caricare tutto il peso dell’articolo sulle Poste Italiane, ma in realtà tutti i depositi di somme e strumenti finanziari presso intermediari bancari, ove dormienti per dieci anni, vengono versati nel fondo pubbico (ex art. 1 comma 343 della L. 266/2005) per la tutela delle vittime di crolli finanziari.

Una sorta quindi, ci si perdoni l’improprietà ma è per farsi capire, di usucapione sociale, dove conti correnti e libretti bancari e postali abbandonati e negletti per un periodo lungo vengono usati per rimborsare le vittime dei crolli finanziari citati.

Si parla quindi di un tempo enormemente lungo, dieci anni, nel quale non deve avvenire alcuna operazione. Basta semplicemente chiedere un estratto conto o compiere un qualsiasi atto che dimostri che tu sia a conoscenza di avere un deposito, che non userai mai, perché il timer si resetti ripartendo da zero.

Inoltre, proprio dal sito delle poste, possiamo consultare un censimento dei libretti postali ed una serie di indicazioni su come censire eventuali conti, quindi effettuando le operazioni necessarie per reclamarne l’attività, oppure porre domanda di rimborso.

Si parla quindi sostanzialmente di ipotesi estremamente rare, su un tempo estremamente prolungato, in una “non notizia” su eventi che fanno parte della regolare attività bancaria dal D.P.R. 22 giugno 2007 n. 116 – Regolamento di attuazione dell’art. 1, c. 345, della legge 23 dicembre 2005 n. 266 in materia di depositi dormienti e le cui modalità esecutive non subiscono più alcun cambiamento, neppure minimo, dal 2012 (anno in cui intermediari bancari e CONSAP poterono cominciare a comunicare mediante PEC, abbattendo in parte i tempi).

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