ALLARMISMO DISINFORMAZIONE Non compratelo e non mangiatelo mai più! Guardate cosa hanno scoperto sul salmone di allevamento – bufale.net
Ci segnalano i nostri contatti un articolo di Attivo.tv sul Salmone, che oseremmo definire una astuta mistura di disinformazione del Giorno della Marmotta, quel fenomeno (pari agli eventi del film Ricomincio da Capo) per cui per i bufalari una notizia viralizzabile, per quanto antica e desueta, sia sempre e comunque una scoperta recente e, per quanto la stampa vi abbia dato risalto, sarà sempre qualcosa che i giornali non ci dicono e allarmismo, in quanto l’articolo è confezionato nel solito modo atto a suscitare allarme nella popolazione in cambio di click sonanti.
Ma andiamo con ordine, e leggiamo l’articolo
Si consiglia la diffusione massima di questo articolo, tutti devono essere informati.
Ormai è sempre più difficile pescare salmone selvatico, dato che lo stock dell’Atlantico è in estinzione e quello del Pacifico è in declino. Il salmone che finisce sulle nostre tavole è, quasi sempre, salmone d’allevamento intensivo, che, spiega Slow Food, “non costituisce una buona alternativa, né per noi, né per ambiente ed ecosistemi“. Lo scienziato americano David O. Carpenter in un articolo del 2004 affermava che “bisogna evitare il salmone come la peste” e una dottoressa norvegese, Anne-Lise Bjørke Monsen, ha rischiato la carriera per averne sconsigliato il consumo a bambini e mamme. Secondo l’associazione, la cui missione è “ridare il giusto valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con ambiente ed ecosistemi” ci sono almeno 10 motivi per cui non dovremmo mangiare salmone d’allevamento. Eccoli di seguito:
1) Negli allevamenti intensivi i reflui non vengono mai lavati via e si lasciano semplicemente cadere attraverso le reti. Pensateci, è come se non cambiaste mai la sabbietta al vostro gattino… Il risultato sono migliaia di tonnellate di escrementi e rifiuti che si depositano nel fondale intorno agli allevamenti che non vengono mai rimossi.
2) 600 000 salmoni che nuotano in una zuppa di muco ed escrementi alimentano le mutazioni di agenti patogeni che si diffondono dall’Atlantico fino al nostro supermercatino sotto casa.
3) Uno scienziato statunitense dopo un lungo studio sugli allevamenti intensivi di salmone ha dichiarato ai media: «Si dovrebbe evitare il salmone di allevamento come la peste».
4) I salmoni di allevamento spesso sono colorati di rosa per imitare i salmoni selvaggi. I produttori utilizzano Salmo Fan per ottenere il colore che il mercato richiede. Come fanno? Aggiungono il colorante nel mangime, facile
5) Ad aprile 2013, la Norvegia ha ottenuto il consenso dell’Unione Europea per aumentare le quantità di Endosulfano nei mangimi. Sapete che cosa sia? Un pesticida mega tossico bandito in numerosi Paesi.
6) Se il mangime dato ai salmoni contiene derivati animali (soprattutto dai maiali) il salmone affumicato è Kosher?
7) Foche, uccelli e leoni di mare spesso rimangono intrappolati nelle reti che delimitano gli allevamenti
8) Una cosa che vi ripetiamo sempre: gli allevamenti intensivi non sono assolutamente efficienti e per ottenere un kg di salmone ne servono almeno 5 di altri pesci. E contribuiscono largamente alla riduzione degli stock ittici che sta portando all’estinzione di molte specie.
9) Ovunque ci siano allevamenti di salmone intensivi si è registrato un calo drastico dei salmoni selvatici
10) I medici norvegesi consigliano alle mamme in attesa di evitare il salmone a causa dell’alto livello di tossine contenute in quelli da allevamento intensivo. Sostanze conosciute per provocare danni allo sviluppo del cervello nei bambini. La dottoressa Anne-Lise Bjørke Monsen ha rischiato la sua carriera per aver divulgato questa informazione. Ma dal momento che migliaia di persone mangiano salmone convinti che faccia bene alla loro salute dovrebbero invece conoscere tutti i rischi collegati.
(Video: Natalino Balasso sul salmone)
Si consiglia la diffusione massima di questo articolo, tutti devono essere informati.
Noterete già una piccola, ma sostanziale difformità tra il testo e l’anteprima clickbait: se l’anteprima parla di “salmoni di allevamento da non mangiare più”, il testo si concentra su una parte dei salomi di allevamento: quelli Norvegesi.
Segnatevelo, ci torneremo.
Il resto dell’articolo è un florilegio di “spesso”, “potrebbe” e metafore basate sul pieno concetto di Analfabetismo Funzionale, nella misura in cui l’Analfabeta Funzionale viene descritto come colui che
e quindi capace solo di “comprendere” il meccanismo di un allevamento ittico se gli viene paragonato alla lettiera del gatto (siccome quasi tutti nella nostra vita abbiamo visto un gatto, ma pochi un pesce in allevamento) e credere a scenari apocalittici descritti a caso.
Ma andiamo con ordine ed ammettiamo che, effettivamente, il resto dell’articolo era, sottolineo, era, quasi corretto.
Almeno per quanto pertiene le criticità sul consumo del salmone da parte di soggetti delicati, al netto delle varie aggiunte.
Corretto sì, ma per la situazione Norvegese del 2013, quando varie testate locali, tra cui Dagbladet riportarono la serrata di scudi di chef e medici, tra cui la citata Monsen, basata sui dubbi e sulle criticità che da anni si affastellavano sugli allevamenti intensivi di salmone Norvegese.
Va inoltre notato che laddove Attivo.tv giustifica il bisogno di viralità con censure mediatche e governative e il sacrificio degli interessati che “hanno rischiato la carriera” questa parte della notizia si è dimostrata in realtà una semplice scaramuccia tra ricercatori risoltasi con l’impegno alla cooperazione su questo delicato tema.
Va comunque ricordato che gli allevamenti citati, comunque, non corrispondono alla totalità degli allevamenti di Salmone, né di Norvegia, né del mondo.
Ad esempio, come ci ricorda Catrina Storrs per Health.com, gli allevamenti di salmoni Statunitensi e dell’Alaska riescono a garantire un prodotto perfettamente affine al prodotto selvatico in tutti i casi, mentre per il prodotto Atlantico raccomandava di fare attenzione all’allevato Cileno per prediligere prodotti Canadesi e del Maine, e, nel dubbio, ricordando come l’inscatolato possa differire nell’aspetto, ma non nella sostanza.
E non è neppure detto che la situazione descritta nel 2013 e riportata da Attivo.tv (unitamente alle precitate “aggiunte”) come attuale lo sia ancora.
Stimolato dalle richieste del mercato e delle citate autorità mediche, l’indotto dell’allevamento peschiero Norvegese ha compiuto grandi cambiamenti, sfociati nel biennio 2014-2015 in
The data are also included in the report from the Norwegian Scientific Committee for Food Safety (VKM), which was published in December 2014. The report concludes that farmed salmon is safe to eat, and that, with the current level of environmental toxins in farmed fish and wild fish, not even hearty fish eaters consume harmful amounts of PCBs, dioxin and mercury from fish. It also underlines that there is no longer any reason to limit the consumption of fatty fish, not even among pregnant women.
I dati sono stati incorporti nel report del comitato scientifico Norvegese per la sicurezza alimentare, pubblicato a dicembre 2014. Il report dichiara che il salmone di allevamento è sicuro per l’alimentazione e che, attualmente, col livello raggiunto di tossine ambientali contenuto nel pesce sia selvatico che di allevamento neppure consumatori massivi di pesce potranno assorbire quantità di PCB, diossina e mercurio nocive. Evidenzia che non vi sono più ragioni per limitare il consumo di pesce grasso, neppure per le donne gravide.
E la situazione si sta ancora evolvendo, come riporta il Guardian, con imprenditori che corrono ai ripari chiedendo le necessarie certificazioni di sicurezza.
Per quanto riguarda il “pesticida ipertossico che vuole l’Europa!111”, inserito probabilmente come contentino al vocale pubblico euroscettico uso alla condivisione degli allarmismi in cui gli “Eurocrati” vengono descritti come latori di divieti assurdi o atti inutilmente onerosi e crudeli
There is no MRL for endosulfan in salmon fillet in Europe. The MRL for endosulfan in meat is 0.1 mg/kg. Data from the annual monitoring programme on certain substances and residues in farmed fish conducted by NIFES for the Norwegian Food Safety Authority, in accordance with Council Directive 96/23/EC showed that in 2014 farmed Norwegian salmon contained between 0.00006 and 0.0025 mg/kg (minimum-maximum) with an average level of 0.00014 mg/kg.
Non vi è un limite di residuo massimo per l’endosulfano nel filetto di slamone europeo. Il limite massimo per l’endosulfan nella carne è di 0,1 mg/Kg. I dati per il monitoraggio di alcune sostanze nei pesci di allevamento condotti da NIFES per l’autorità Norvegese della salute sul cibo, in osservanze della direttiva del Consiglio 96/23/EC dimostra che nel 2014 il salmone di allevamento conteneva circa dai 0,00006 ai 0,0025 mg/Kg, con un livello medio di 0,00014 mg/kg
Ben al di sotto del limite di rischio.
Possiamo quindi concludere dicendovi di cercare sempre informazioni aggiornate, e non fermarvi alla prima camera dell’eco in cui vi imbattete.
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