Foodwatch lancia l’allarme sui coniglietti pasquali di cioccolato.
Dopo una serie di test tossicologici molti prodotti sono risultati contaminati da idrocarburi derivanti dal petrolio.Foodwatch ha effettuato una serie di test tossicologici sui coniglietti pasquali di cioccolato.
E i risultati non sono molto positivi, soprattutto tenendo conto che questi prodotti sono per lo più rivolti ai bambini!
Su 8 coniglietti pasquali su 20 si è riscontrata la presenza di idrocarburi, oli minerali derivanti dal petrolio. Tali tracce potrebbero essere cangerocene.
Tra le marche interessate ci sarebbero i prodotti a basso prezzo Lidl, Penny e Aldi Nord, ma anche più costosi come Lindt, Feodora e Niederegger.
Resta da capire se e quali di questi prodotti sono importati direttamente in Italia.
Viene riportato in un articolo che sarebbero stati trovati livelli pericolosi di idrocarburi nei coniglietti pasquali di varie marche. La fonte indicata è il sito di un’associazione tedesca privata (foodwatch.org) che si dichiara “al servizio del consumatore” e che afferma di aver effettuato uno studio per rilevare i livelli di idrocarburi, basandosi sui livelli accettabili di questi fornita dall’ente europea per la sicurezza alimentare, l’EFSA.
Lasciando perdere l’articolo in italiano, che non riporta la tabella originale fornita dall’associazione, andando ad analizzare quest’ultima ho potuto vedere come non fossero riportate le vere tabelle dello studio effettuato, ma solo una rielaborazione grafica dei risultati, facile da comprendere per chiunque ma, lasciatemelo dire, dal punto di vista scientifico affidabile come le suole bucate quando piove.
Sì, perché se questo “studio” fosse davvero scientificamente ben fatto, verrebbe citato anche da riviste specializzate del settore, e in particolare dalla sezione news dell’EFSA, la quale però non riporta nulla in merito alla notizia specifica.
Quello che l’EFSA invece riporta, e che è la linea guida su cui si basa il controllo degli alimenti in merito al rischio di contaminazione degli idrocarburi in tutta Europa, è il parere della commissione scientifica in merito alla dose giornaliera accettabile, agli studi di rischio pubblicati su riviste scientifiche e alle categorie di alimenti trovati contaminati.
Qui trovate il parere completo: http://www.efsa.europa.eu/en/press/news/120606
Per capire più facilmente come mai la notizia di foodwatch sia inutile disinformazione ed allarmismo, riporto anche una citazione che trovate in fondo alla pagina:
“ In 2009, EFSA’s Panel on Food Additives and Nutrient Sources added to Food published a scientific opinion on the safety of high-viscosity white mineral oils (HVMO) when used as food additives , establishing a Acceptable Daily Intake (ADI) of 12 mg/kg bodyweight/day.”
Il limite EFSA sono quindi 12 mg/kg di peso corporeo al giorno.
Se invece andiamo a leggere il rapporto di foodwatch, vedremo che qui si stabilisce come limite di pericolosità 5mg/kg, ma non si indica se questa quantità sia intesa al giorno o se i kg siano di peso corporeo o di prodotto alimentare o cosa. Già questo indica che il rapporto è redatto da qualcuno che non conosce bene le unità di misura necessarie per riportare i dati in uno studio scientifico di questo tipo. In ogni caso il parametro è ampliamente inferiore al limite EFSA, e sembra stimato appositamente per poter definire come eccessivamente contaminate alcune marche di prodotto.
Altro problema: nel rapporto viene detto che lo studio è stato fatto secondo determinati standard (gascromatografia bidimensionale) in un laboratorio accreditato, ma non è dato sapere quale sia questo laboratorio o se ci sia una qualche sorta di pubblicazione scientifica dello studio. Quindi resta un grosso punto di domanda: perché gli scienziati che hanno di fatto effettuato le analisi non vogliono prendersi la responsabilità di mettere il nome sotto le affermazioni fatte nel rapporto?
Infine,i prodotti più contaminati sono, secondo il parere scientifico dell’EFSA, pane e panificati, nonché i cereali ad uso umano. Altro gruppo di alimenti sono i prodotti dolciari ma non il cioccolato. Infatti ciò che concerne gli scienziati dell’EFSA è che l’ampio uso dei cereali, quello sì, pone il consumatore a rischio di passare quel limite di 12 mg/kg di peso corporeo al giorno. Curioso, perciò, che l’associazione privata questi alimenti non li citi, vero? Così come non riporta il fatto, indicato dell’EFSA, che anche le confezioni in carta riciclata possono contaminare il cibo, e che anche fonti ecologiche di idrocarburi come le biomasse possono essere causa di contaminazione. L’elenco completo (ben lungo) lo trovate nel link dell’EFSA che riportiamo sopra.
Riguardo al rischio cancerogeno ed all’impossibilità di raggiungere il livello zero di contaminazione, citiamo l’EFSA:
“From human studies it is concluded that mineral hydrocarbons have been observed in a number of human tissues and are believed to occur from both natural and man-made sources of mineral hydrocarbons in the diet. Published and unpublished reports dealing with studies of various white mineral oils (including high viscosity and Class I medium viscosity white oils) and waxes in both F344 and Sprague-Dawley rats were reviewed in 2001. The overall conclusions of this review were that granulomatous lesions are produced in F344 rats, especially in the livers, by feed containing certain low viscosity MHC but granulomatous lesions are not found in human tissues. This suggests a heightened and perhaps different type of toxic response in the rat compared to humans. The MHC-associated alterations in humans are present after a certain age in most, if not all, humans, and consist of intra-and-extra-cellular oil droplets with a minimal macrophage (including giant cells) response. These MHC-induced lesions were considered by the authors as incidental and inconsequential.”
Traducendo e riassumendo, dice quanto segue: negli studi su persone si è concluso che gli idrocarburi trovati nei tessuti umani derivano o da fonti naturali (di idrocarburi) o da fonti di lavorazione dei prodotti alimentari presenti nella dieta.
Le lesioni granulomatose trovate nei tessuti di ratti F344, specialmente nel fegato, erano dovuti all’alimentazione con cibi (cereali) contenenti alcuni idrocarburi a bassa viscosità, ma le stesse lesioni non sono state trovate nei tessuti umani. Questo ha suggerito che i ratti siano più sensibili dell’uomo. Inoltre, le lesioni presumibilmente associate agli idrocarburi trovate nell’uomo sono presenti in tutti o quasi gli esseri umani dopo una certa età, e consistono di piccole gocce intra- ed extra-cellulari di olio con una minima risposta dei macrofagi. Tali lesioni sono perciò considerate come non collegabili agli idrocarburi in un rapporto di causa-effetto e sono ritenute reperti accidentali (=trovati per caso, senza alcun sintomo associato) dagli studiosi autori degli studi scientifici.
Piccola nota a margine per chi non si intendesse di legislazione europea: il parere scientifico dell’EFSA è ritenuto vincolante per le leggi riguardo la sicurezza alimentare, ed i parametri indicati vanno adottati da tutti gli Stati europei, senza eccezioni.
Ecco perché, per esempio, la “petizione” di foodwatch per introdurre dei parametri di legge sugli idrocarburi non ha senso: i limiti di legge ci sono già e sono europei, nessun governo può decidere di non adottarli. Inoltre la “tolleranza zero”, ovvero livello di idrocarburi nel cibo pari a zero cui aspirerebbe l’associazione è nella pratica irraggiungibile dato che, come si è visto anche da quanto riportato dall’EFSA , gli idrocarburi sono presenti in natura.
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