ALLARMISMO Clandestini del Mali “importano” la bilharziosi in Italia, una malattia sconosciuta nel nostro paese

Ci segnalano questo articolo pubblicato il 23 Gennaio 2017 su Curiosandoonline.net:

Ecco la ricchezza che ci portano i migranti in Italia come dice la Boldrini. In un centro di accoglienza del salernitano due clandestini del Mali hanno importato la bilharziosi, una malattia rara e sconosciuta in Italia.

Due immigrati del Mali, ospiti in un centro di accoglienza del salernitano, sono stati ricoverati in ospedale per via della bilharziosi, una malattia sconosciuta nel nostro paese. Chiamata anche “febbre della lumaca“, questa particolare patologia è tipica dell’Africa: è originata da un parassita che vive dentro i molluschi di acqua dolce, ma che può infestare anche il corpo umano, depositandoci dentro le proprie uova. Questo è in assoluto il primo caso diagnosticato in Italia di bilharziosi, tant’è che i medici hanno dovuto contattare una farmacia di Città del Vaticano al fine di farsi inviare i farmaci giusti per combattere il morbo.

Il fiele di curiosandoonline cita come fonte questo articolo de Il Populista, datato 21 Gennaio 2017. Come riporta La città di Salerno del 19 Gennaio 2017, il caso è stato registrato a Eboli e i due cittadini del Mali sono stati ricoverati presso l’Unità Operativa di Oncodermovenereologia e Medicina delle Migrazioni. La malattia diagnosticata è la Schistosomiasi e si tratta dei primi due casi in Italia. La malattia infettiva è di origine tropicale ed è conosciuta, appunto, con il nome di Bilharziosi, febbre di Katayama o Febbre della lumaca. Due giorni prima del loro arrivo ad Eboli, i due extracomunitari erano stati ricoverati nel reparto di malattie infettive dell’ospedale “Luigi Curto” di Polla, e considerati i sintomi sono stati poi trasferiti a Eboli.

I due Maliani hanno contratto la tipologia che intacca le vie urinarie e sono in continuo miglioramento. Tale variante della malattia è riconosciuta come forma lieve, e troviamo dettagliate definizioni sul sito Tropicalmed, specializzato nelle malattie tropicali. La forma contratta dai due ventenni è denominata Schistosoma haematobium, che appunto viene localizzata nell’apparato uro-genitale ed è tipica dell’Africa. Si contrae con l’immersione in acque dolci contaminate: le larve di Schistosoma penetrano la cute e nell’organismo si sviluppano in vermi adulti. Le femmine producono le uova che vengono escrete tramite feci o urine.

I titoli de Il Populista, Curiosandoonline e del Giornale, dunque, possono allarmare il lettore. I due ventenni si trovano in Italia da sei mesi e stanno ricevendo le cure con i farmaci fatti pervenire dalla farmacia di Stato della Città del Vaticano. Seppur infettiva, la malattia si trasmette dal contatto con acque dolci contaminate da feci o urine di soggetti infetti, che liberano le uova attraverso le loro deiezioni. Le uova liberano le larve (miracidi) che si moltiplicano e si liberano nell’acqua diventando forme infestanti per l’uomo.

È dunque necessario entrare in contatto con acque infette da soggetti parassitati per contrarre la bilharziosi. Come è stato possibile, per i due immigrati, contrarre la malattia dal momento in cui vivono in Italia da 6 mesi? L’infestazione può manifestarsi in meno di un mese, ma in alcuni casi ciò può verificarsi anche a distanza di diversi mesi o anni.

Allarmismo, dunque. La situazione dei due pazienti infetti è sotto controllo e in progressivo miglioramento. Se non si entra in contatto con acque infestate dalle deiezioni soggetti colpiti si è al sicuro.

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