ALLARMISMO “Altamura, non mangiate gelato artigianale, allarme latte non pastorizzato”

Il 31 maggio avevamo pubblicato una nostra smentita su un messaggio virale che allarmava circa la presenza di un batterio presente nei latticini in commercio ad Altamura. Il messaggio faceva riferimento a due casi di infezione da sindrome emolitico-uremica (SEU) su due bambini di 15 e 18 mesi, ricoverati all’Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII di Bari. Oggi il messaggio virale è stato modificato secondo quanto segue:

Ragazzi non mangiate gelato artigianale perché è stato venduto del latte non pastorizzato e ad Altamura una bambina è morta e l’altra è in condizioni gravi, mentre a Montalbano ieri una signora dopo aver mangiato un gelato è stata ricoverata con urgenza a Matera e adesso è in fin di vita! Questa malattia si chiama SEU ed è la causa di questo latte non patotizzato quindi fate attenzione!

(Refusi copiati dall’originale)

Purtroppo ci troviamo a riportare la notizia del decesso di una bambina di 16 mesi (NanoPress) nello stesso ospedale dei due bambini ricoverati nel mese di maggio. La piccola si è spenta Domenica 4 giugno per un blocco renale provocato dalla Seu (Il Fatto Quotidiano), mentre per gli altri due bambini si è parlato di condizioni gravi ma non di pericolo (La Repubblica). La stessa sindrome è stata diagnosticata a un bambino campano in transito ad Altamura (Il Corriere del Mezzogiorno) e ora ricoverato a Napoli. ASL, Arpa e Carabinieri del Nas stanno procedendo con gli accertamenti per individuare l’origine dell’infezione. Le analisi di laboratorio sono condotte su campioni di cibi, gelati e altri prodotti caseari reperibili nei bar, nei supermercati in alcuni caseifici.

Nel pomeriggio di Lunedì 5 giugno il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha riunito un tavolo di crisi al quale hanno partecipato rappresentanti della ASL Bari, del Policlinico, dell’Arpa Puglia, dell’Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata, dell’osservatorio epidemiologico e dei Nas. Dall’incontro è emerso che la contaminazione è derivata dall’uso non corretto del latte crudo, che non può essere assunto come alimento senza un previo trattamento termico. Il tavolo di crisi era presieduto dal Direttore del Dipartimento Politiche della Salute e del Benessere Sociale Giancarlo Riuscitti. Dall’incontro è emerso che allo stato attuale non c’è un’emergenza Seu in Puglia. Vi riportiamo di seguito il testo integrale del comunicato stampa pubblicato nello stesso giorno:

Su indicazione del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano si è riunito questo pomeriggio presso la sede della Regione Puglia in via Gentile, il tavolo di crisi sulla sicurezza alimentare della Regione Puglia presieduto dal direttore del Dipartimento Politiche della salute e benessere sociale Giancarlo Ruscitti. Al termine della riunione, alla quale hanno partecipato rappresentanti della Asl Bari, del Policlinico, dell’Arpa Puglia, dell’Istituto zooprofilattico di Puglia e Basilicata, dell’osservatorio epidemiologico e dei Nas, si è convenuto che allo stato attuale non c’è nessuna emergenza Seu in Puglia. Ci sono due casi confermati di sindrome emolitica uremica (di cui un caso è relativo alla bambina deceduta) e un caso sospetto con sintomi molto lievi, entrambi ricoverati all’Ospedale Giovanni XXIII di Bari. I casi arrivano dalla città di Altamura. Probabilmente la contaminazione deriva dall’uso non corretto di latte crudo che non può essere assolutamente utilizzato per l’alimentazione umana se non previo trattamento termico. Pertanto la Regione Puglia, tramite i suoi organi competenti, la Asl di Bari, l’istituto zooprofilattico di Puglia e Basilicata e l’Arpa, sta monitorando la situazione che in questo momento non desta preoccupazione. La Asl di Bari ha preallertato i pronto soccorsi in modo che vi sia un’attenzione particolare su casi anche lievi di gastroenterite emorragica in tutte le classi di età per monitorare l’insorgenza di eventuali nuovi casi e trattarli precocemente. Si raccomanda vivamente alla popolazione che tutti gli alimenti vanno consumati previa adeguata cottura per ciascuna categoria, evitando di somministrare prodotti crudi in specie ai bambini in età pediatrica.

Le indagini sono dunque ancora in corso e si esclude il fattore emergenza. Creare messaggi virali con l’intento di diffondere panico e dissuadere dal consumo di gelati artigianali, per lo più motivando il messaggio con un italiano stentato e con informazioni imprecise, è protagonismo inzuppato nell’allarmismo. Finché non saranno gli organi competenti a offrire informazioni e aggiornamenti, tutto si riduce alle più inutili Catene di Sant’Antonio. L’accurato lavaggio degli alimenti e la giusta cottura prima della loro consumazione sono l’ABC dell’alimentazione. Sempre.

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