Alexander Dugin dall’economia di guerra all’economia di bosco
Parliamo di una dichiarazione di Alexander Dugin, filosofo e ideologo del Putinismo.
Alfiere di una filosofia per cui sostanzialmente l’Occidente è l’alfiere del decadentismo capitalista corrotto, e lo scopo della Russia è spazzare via i “decadenti valori occidentali” in modo tale da sconfiggere, assieme al popolo Ucraino, “l’anticristo e il satanismo”.
Una filosofia che agli occhi di chi è abbastanza “profano” per togliere il mantello invisibile al re suona una delle matrici primarie di tutte le teorie del complotto sorte intorno alla guerra, almeno nelle interpretazioni facilmente offerte dall’onnipresente “popolo della Rete”.
È all’applicazione bellica della “Quarta Teoria Politica”, la “fine delle ideologie occidentali” che dobbiamo la visione della NATO come origine di ogni male, “mostro finale” da battere per vincere al gioco del “Grande Reset”.
Ma anche l’idea dell’Ucraina come laboratorio non solo dei “virus e delle armi chimiche NATO” (nota fake news) ma di una cultura profondamente disturbata e piena di perversione, incarnata in improbabili eserciti di terroristi nazigay armati di parrucche dai boccoli colorati e videogame con tematiche LGBT pronti ad omosessualizzare i fieri maschi Russi.
Cultura che, per reazione, stimola incel e ultramaschilisti a far fronte comune benedicendo l'”operazione speciale” come mezzo per riportare il patriarcato al primo posto.
Nel “Putinismo militante”, riflesso dai fan nostrani dello Zar di Russia la guerra in Ucraina non è una “Operazione speciale”, ma un cinematografico scontro finale tra il Bene e il Male, tra un Occidente “corrotto” e una Russia pervasa dai valori della Religione, del post-Bolscevismo e della tradizione maschile e virile, tutti assieme in un improbabile poutpurri.
E così arriviamo all’economia di bosco. Anzi di guerra. Anzi di Bosco.
Alexander Dugin dall’economia di guerra all’economia di bosco
“Quanto è meschina questa economia. Abbiamo urgente bisogno di cambiare l’economia in Russia. Le persone devono tornare alla terra, alle case, all’artigianato, alle capre magiche e agli arieti sacri. E i bambini dovrebbero andare nella foresta per i lamponi e raccoglierli, condividendoli con gli orsi”.
Recita un post del canale Twitter dell’Ideologo ritornato recentemente alla ribalta.
Non è un caso un riferimento alle “capre magiche e gli arieti sacri”, e non è dissonante rispetto all’immagine di un Occidente Satanico contro una Russia profondamente religiosa.
Abbiamo già visto come per la TV Russa esista una magia buona ed una magia cattiva.
La magia cattiva è quella, ancora, degli Ucraini: la magia nazigayebraica basata (secondo la conferma degli “esperti di parte”) su rune naziebraiche e i rituali magici dei film di Hollywood.
La magia buona è quella degli sciamani russi che sacrificando buoi e capre magiche possono infondere all’esercito russo la forza di resistere alla stregoneria dei “Dottor Strange” occidentali.
Inoltre l'”economia di Bosco”, incrocio tra la decrescita felice e un episodio di “Masha e Orso” sembra una scappatoia ideologica molto evidente al fatto che le sanzioni occidentali stanno funzionando.
Nel giro di tre mesi la Russia ha perso ogni possibilità di produrre e acquistare tecnologia autoctona, costretta a usare tecnologie informatiche nate obsolete e produrne in proprio di anche peggiori.
L’industria dell’Automobile è tornata agli anni ’80 con improbabili catorci euro 0 e privi di ogni dispositivo di sicurezza.
Ed ora la via di fuga è vivere in un episodio di Masha e Orso.
“Ma perché lo abbiamo deciso noi, non voi”, sia chiaro.
Immagine di copertina presa da Masha e Orso
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