Chi ha memoria si ricorderà che delle improbabili statistiche sui malori improvvisi abbiamo parlato in un precedente articolo. In quel caso si scomodava l’Istat, che tuttavia aveva dimostrato che dati riportati sulle cause di morte sono fermi al 2018, e che non esiste una statistica sulle “morti improvvise”, tanto meno sulle “morti nel sonno”. Al contrario, esistono dati sulle morti per arresto cardiaco. A questo giro, invece, Alessandro Meluzzi condivide su Twitter un contenuto che non è nemmeno redatto da lui, e anziché parlare di Istat parla di dati Google.
Questa non me la puoi censurare perché lo dice Google non io!
Malore improvviso (da Google)
periodo: 1° aprile – 19 agosto2018: 5640 casi, variazione percentuale su anno precedente /
2019: 7040 casi, variazione percentuale su anno precedente 24,8%
2020: 7420 casi, variazione percentuale su anno precedente 5,4%
2021: 33.000 casi, variazione percentuale su anno precedente 344,7%
Con una ricerca su Google, appunto, non si arriva ad alcuna fonte di alcun dato, nemmeno compilando il form di ricerca con le parole chiave e con le cifre riportate. Gli autori di Chi cerca trova muovono l’ipotesi che l’incremento dei dati sui malori improvvisi sia dovuto semplicemente a un sempre maggior interesse degli utenti su Google, come dimostra questo grafico di Google Trends.
Oltre a questa ipotesi, dei dati ripresi da Meluzzi dal post di un utente anonimo non esiste riscontro. Meluzzi condivide una semplice immagine con didascalia, fenomeno social di cui abbiamo parlato in maniera più approfondita in questo articolo. Quando si fa informazione, però, funziona diversamente: si condividono dei dati, ma i lettori devono avere a disposizione delle fonti accreditate. In caso contrario si tratta di una bufala.
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