AGGIORNAMENTO Nessuna aggressione: la pugile Daiane denunciata per simulazione
In questo articolo di Bufale.net, catalogato come “Analisi in corso”, vi avevamo parlato della singolare vicenda di Daiane Ferreira, la pugile che ha scongiurato l’agguato di tre extracomunitari che volevano aggredirla, con un contrattacco che li avrebbe resi incapaci di portare a termine i loro intenti.
Eravamo partiti da questo articolo pubblicato da Riscatto Nazionale il 9 Ottobre 2016, di cui vi riportiamo il testo:
PORDENONE – Li ha stesi tutti e tre. Del resto avevano scelto la donna sbagliata per tentare una aggressione o unapproccio sessuale. Già, perché non sapevano di avere di fronte una campionessa di boxe. La vicenda, ancora da chiarire in tutti i suoi aspetti, è accaduta l’altra notte a Pordenone nella zona di via Candiani, poco distante dal centro cittadino. Erano circa le 23 quando Daiane Ferreira, 28enne pugile di origini spagnole (è nativa di Vigo, in Galizia), già qualificata per le ultime Olimpiadi di Rio de Janeiro e campionessa iberica dei mediomassimi, ma residente in città da alcuni anni, ha incrociato i tre uomini di origine mediorientale: «Mi sono girata di scatto in tempo per schivare un’ombra che mi voleva afferrare alle spalle. Ho reagito e ne è nato un breve parapiglia»…
Il Gazzettino, fonte citata da Riscatto Nazionale, riportava i dubbi della Polizia in questo articolo, in quanto dalla Questura comunicavano che nella notte in cui aveva avuto luogo la vicenda non vi erano state segnalazioni. I dubbi venivano confermati in questo articolo del Corriere della Sera pubblicato il 10 Ottobre 2016.
Oggi, le indagini sono giunte a una svolta.
Vi riportiamo un articolo del Messaggero pubblicato il 15 Ottobre 2016:
PORDENONE – È stata denunciata per simulazione di reato e procurato allarme la pugile italo-spagnola Daiane Ferreira, di 28 anni, residente a Pordenone, di origini brasiliane, che una settimana fa sul proprio profilo Facebook, aveva scritto di aver subito un tentativo di aggressione notturna da parte di tre stranieri, rifugiati, nella zona della stazione ferroviaria. Nel post era spiegato che aveva messo al tappeto i tre con un’azione repentina, e che un testimone aveva chiamato la Polizia, intervenuta in pochi minuti.
Le indagini della Questura di Pordenone, scattate dopo che la donna aveva confermato la propria versione ai quotidiani locali e nazionali, ha però smentito questa ricostruzione. La Squadra Mobile ha invece accertato che non c’erano presenze sospette nella zona all’ora indicate, che nessuna telefonata è giunta al 113 e che nessuna pattuglia ha rilevato un tentativo di violenza.
Chiamata a rispondere in Questura, la pugile aveva consegnato spontaneamente il post pubblicato su Facebook relativo alla vicenda ma gli investigatori hanno scoperto che non si trattava del messaggio originario. Quanto alle accuse di procurato allarme e di simulazione di reato, nonostante la presunta vittima dell’aggressione abbia deciso di non sporgere denuncia contro ignoti, sono state formalizzate poiché la donna non si è limitata a raccontare l’accaduto in una bacheca come quella del suo profilo social – con il messaggio che è stato comunque subito condiviso da numerosi amici, divenendo virale – ma ha anche rilasciato interviste specifiche alla stampa locale (riprese anche dai media internazionali).
«La situazione che si è creata è paradossale: da vittima di un tentativo di aggressione, la mia assistita è stata denunciata per simulazione di reato; sapremo fornire gli elementi per dimostrare che quell’episodio notturno c’è stato davvero»: lo ha detto all’ANSA Domenico D’Aniello, avvocato di fiducia di Daiane Ferreira. «È solo una vittima: spiace perché avevamo preferito una posizione defilata, senza nemmeno procedere con la denuncia contro ignoti. È chiaro che adesso il nostro atteggiamento muterà». Il legale ha espresso rammarico perché si è «voluto montare un caso nazionale sull’aggressione, quando Daiane aveva subito precisato di non voler generalizzare le accuse contro gli stranieri, categoria di cui anch’ella fa parte. Stiamo cercando testimoni che possano avvalorare quanto accaduto alcuni elementi sono già in nostro possesso e li forniremo all’Autorità giudiziaria». Circa il post depositato in Questura e non corrispondente all’originario, per D’Aniello si è trattato di un equivoco: «Era stato rimosso per non preoccupare dei congiunti che si trovano all’estero, una volta che la vicenda stava assumendo clamore nazionale. Offriremo il nostro aiuto per chiarire anche questo aspetto».
Lo stesso giorno l’agenzia ANSA riporta, in questo articolo, che la Questura di Pordenone ha smentito la ricostruzione fornita dalla Ferreira.
Della simulazione di Diane Ferreira parla anche il Messaggero Veneto in questo articolo pubblicato il 15 Ottobre 2016. Secondo la Polizia di Stato di Pordenone, la ragazza sarebbe stata denunciata per i reati di simulazione di reato (art. 367 c.p.) e procurato allarme (art. 658. c.p.).
L’avvocato Domenico D’Aniello, legale della Ferreira, ha espresso il suo rammarico spiegando che si sta procedendo ad una ricerca di testimoni «che possano avvalorare quanto accaduto alcuni elementi sono già in nostro possesso e li forniremo all’Autorità giudiziaria». Daiane, inoltre, avrebbe depositato in Questura un post del suo profilo Facebook in cui denunciava l’accaduto, ma che non corrispondeva all’originario. L’avvocato parla di equivoco. La ragazza avrebbe rimosso il post originario per non allarmare i parenti che risiedono all’estero, in quanto oramai la vicenda era diventata di dominio pubblico.
Per il momento, dunque Daiane Ferreira è stata denunciata per simulazione di reato e procurato allarme, non esistendo prove a sufficienza a suo favore.
Saremo lieti di fornirvi ulteriori aggiornamenti.
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